
Il “Liberation Day” è stato uno shock per gli investitori e ha avuto un impatto enorme sui mercati finanziari. Gli indicatori economici incentrati sui dati hard continuano a reggere, ma segnalano un rallentamento. Tuttavia, gli omologhi dei dati soft hanno subito un netto deterioramento e le decisioni dei consigli di amministrazione sono sospese, poiché risulta molto difficile quantificare i danni economici finali causati dai dazi.
Dopo un brusco sell-off azionario all'inizio di aprile, i mercati hanno recuperato buona parte delle perdite, poiché all'amministrazione statunitense è stato consigliato di ritardare l'attuazione dei dazi. Le azioni brasiliane e indiane figurano tra le prime della classe nel periodo, chiudendo il mese con un rialzo di poco superiore al 3%. I listini di Hong Kong e Cina sono stati invece i fanalini di coda a causa della costante pressione esercitata dalla guerra commerciale. Come ampiamente prevedibile, i settori difensivi hanno beneficiato dell'attuale contesto. L'indice VIX ha raggiunto il secondo livello più alto degli ultimi 10 anni, attestandosi a fine mese vicino a quota 25.
Ad aprile i tassi sovrani statunitensi a lungo termine si sono rivelati molto volatili, influenzati da diverse importanti dinamiche di mercato. La naturale fuga verso i beni rifugio in vista dell'annuncio del 2 aprile è stata controbilanciata dalla vendita di ingenti quantità di debito statunitense da parte degli investitori istituzionali, dal deleveraging degli hedge fund, da un'asta dei Treasury fiacca, ma anche dai dubbi degli investitori sul futuro del dollaro come valuta di riserva. I tassi sovrani europei hanno proseguito la loro discesa.
Nel mese HFRX Global Hedge Fund EUR ha reso -0,56%.
Azionari long/short (L/S)
Le strategie azionarie long/short si sono comportate bene nell'instabile contesto di mercato di aprile, registrando rendimenti medi positivi nella fascia bassa dei valori a una cifra. Nel Liberation Day gli investitori mostravano livelli di rischio contenuti, dopo aver ridotto le esposizioni durante l'inversione di tendenza di marzo, ma anche per ragioni di gestione del rischio, data un'incertezza molto elevata. Dopo il sell-off azionario, le vendite nette di azioni globali, in atto da due mesi, si sono arrestate grazie alle coperture delle posizioni short. Le strategie fondamentali hanno esibito rendimenti dispersi a seconda delle regioni, con i gestori orientati all'Europa in territorio positivo e quelli incentrati sulla Cina in perdita. Secondo i Prime Broker, non vi sono ancora segnali di una significativa rotazione degli hedge fund dalle azioni statunitensi a quelle di altri paesi. Nel complesso, i gestori azionari long/short mantengono basse le esposizioni nette in attesa di dati più precisi su un'eventuale recessione futura. Da fine gennaio 2025 la visibilità degli investimenti si è notevolmente ridotta, inducendo i gestori ad alleggerire l'esposizione lorda e netta. Le allocazioni di capitale ben diversificate in strategie azionarie long/short si sono dimostrate resilienti durante i ribassi del mercato e in grado di generare nel tempo solidi rendimenti corretti per il rischio. In un mondo segnato da un'incertezza prolungata e performance economiche divergenti, le azioni long/short sono capaci di ricavare alfa dalla crescente dispersione dei mercati.
Macro globali
Nel mese le performance delle strategie macro globali si sono rivelate molto disperse. In media, dall'inizio dell'anno i gestori hanno mantenuto le esposizioni al rischio nella parte inferiore dei propri range di investimento. Ad aprile, a parte l'acquisto di oro, non c'erano molti rifugi sicuri, soprattutto quando lo status del dollaro statunitense come valuta di riserva è stato messo in discussione. Le posizioni short sul dollaro statunitense sono state tra le più redditizie nel mese, in quanto la tendenza iniziata a marzo è proseguita. Anche le posizioni long sui tassi dei mercati emergenti, sui titoli sovrani europei a lungo termine e sull'oro hanno contribuito positivamente alla performance. L'iperattività della nuova amministrazione Trump ha messo a dura prova la capacità di navigare sui mercati e provocato un aumento della volatilità in tutte le asset class. Allo stesso tempo, questo contesto volatile si è rivelato un'ottima fonte di opportunità. Il disaccoppiamento economico tra le principali potenze regionali ha accelerato dall'inizio dell'anno, offrendo ai gestori macro interessanti opportunità per impiegare il capitale e generare solidi rendimenti. Tuttavia, occorre essere cauti sul breve termine data l'imprevedibilità dell'agenda politica dell'amministrazione statunitense.
Strategie quant
In media, le strategie quantitative hanno generato rendimenti negativi nel mese, ma la dispersione più significativa si è registrata tra le varie strategie di hedge fund. I trend follower hanno sottoperformato i programmi quantitativi multi-strategia a causa delle perdite su azioni, cambi e commodity. I modelli a breve termine hanno inciso positivamente sulla performance, ma i loro contributi sono stati compensati dalle perdite dei modelli a medio e lungo termine. Le posizioni long sulle azioni europee, quelle short sul dollaro USA rispetto a diverse valute principali e sui futures energetici figurano tra i principali detrattori. Ancora una volta, i programmi quantitativi multi-strategia hanno sovraperformato nel periodo, beneficiando di una maggiore varietà di programmi su cui operare.
Arbitraggio Fixed Income
Aprile si è rivelato un mese difficile per le strategie di arbitraggio su Fixed Income a causa del drastico aumento dei rendimenti dei Treasury USA a lungo termine. Il titolo statunitense a 30 anni ha perso 30 punti base toccando il 4,46% alla vigilia del Liberation Day, poiché gli investitori erano alla ricerca di strumenti sicuri. I rendimenti statunitensi a lungo termine sono poi saliti di circa 50 punti base quando importanti detentori istituzionali di debito americano hanno inziato a vendere sul mercato, mettendo in dubbio la credibilità degli asset statunitensi come strumento di conservazione del patrimonio. Queste oscillazioni hanno pesato sulle operazioni di swap spread statunitensi, poiché gli spread dei Treasury rispetto ai tassi swap si sono contratti anziché ampliarsi, evidenziando l'improvvisa mancanza di fiducia nel mercato obbligazionario statunitense. Sebbene l'attuale contesto imponga una rigorosa gestione del rischio in tutte le strategie, ha offerto al settore del fixed income numerose opportunità di trading in diversi ambiti (cross country, RV, direzionale).
Risk arbitrage - Event driven
Le strategie event-driven hanno esibito pregevoli risultati nel mese, generando rendimenti positivi nella fascia bassa dei valori a una cifra. In media, i portafogli hard e soft-catalyst hanno sostenuto i rendimenti. Il risultato raggiunto in un contesto di elevata volatilità ha permesso di recuperare il divario in termini di performance rispetto alle altre strategie. Nell'attuale contesto di mercato, i gestori hanno optato per un atteggiamento difensivo, riducendo il rischio e riorientando i portafogli verso le posizioni a più alta convinzione. Alcuni hanno optato per alfa shorting sui deal spread delle fusioni che potrebbero essere a rischio. Le previsioni di inizio anno, secondo cui sarebbero emerse molte opportunità per le fusioni, non si sono ancora materializzate per ovvie ragioni. I volumi delle operazioni risultano inferiori alle attese e in rallentamento. Dall'altro lato, gli spread delle fusioni sono più elevati. Per comprendere meglio il set di opportunità nel resto del 2025, occorrerà che l'incertezza determinata dalle politiche diminuisca.
Distressed
Dall'inizio dell'anno i mercati del credito sono stati piuttosto immuni alla volatilità azionaria fino a quando gli spread del credito corporate non si sono impennati all'inizio del mese. Gli spread sono poi progressivamente calati nel corso del mese, con l'attenuarsi delle tensioni sui dazi. Gli spread High Yield sono ora più ampi di quasi 100 punti base rispetto all'inizio dell'anno, riflettendo i crescenti rischi per il mondo corporate associati al deterioramento dei fondamentali economici. Prima che venissero annunciati i dazi, i gestori presentavano una visione piuttosto costruttiva sul mercato del credito. In futuro, il posizionamento e le opportunità dipenderanno dalle decisioni politiche dell'amministrazione statunitense e dai dati "hard" per i prossimi trimestri. Il segmento dei leverage loan sembra essere uno degli attuali punti deboli del mercato. Negli ultimi 12 mesi, il numero di emittenti di obbligazioni High Yield statunitensi oggetto di upgrade è superiore del 20% rispetto a quelli vittima di downgrade. Per gli emittenti di prestiti statunitensi, gli upgrade sono inferiori del 40% rispetto ai downgrade. Inoltre, secondo il JP Morgan Default Monitor, negli scorsi 12 mesi la percentuale di inadempienze sui prestiti, compresi gli esercizi di liability management, ha raggiunto il 3,9%, triplicando il numero di insolvenze high yield nello stesso periodo.
Credito long/short
Gli spread del credito corporate si sono ampliati in seguito ai maggiori livelli di incertezza ma, se i timori di recessione economica dovessero concretizzarsi, è probabile che proseguano la loro ascesa. I gestori hanno concentrato il portafoglio sulle principali convinzioni a livello di fondamentali, rafforzato le coperture e ridotto la direzionalità delle strategie. D'altro canto, un mercato così ricco genera numerose opportunità per gli alfa short. Con l'aumento dei rischi idiosincratici e dell'incertezza geopolitica, gli approcci di investimento absolute return o hedged hanno acquisito maggiore rilevanza. La diversificazione del rischio è importante e dovrebbe essere parte integrante del processo di allocazione degli investimenti.