Mercati volatili in un contesto complesso

Nell'ultimo mese,  i mercati sono stati influenzati dalle conseguenze della variante Omicron e dalla posizione delle banche centrali, diventata meno accomodante. La solida performance economica dovrebbe continuare anche nel 2022, con una crescita pari a circa il 4% negli Stati Uniti e nell'eurozona e prossima al 5% in Cina. Prevediamo che l'offerta e la domanda si ribilancino gradualmente in un contesto di crescita superiore alla potenzialità nelle principali economie sviluppate. Con la forte domanda alle prese con strozzature dell'offerta dovute alla pandemia, emergono tensioni che provocano prezzi più elevati. Pertanto, l'inflazione dovrebbe rimanere elevata in modo preoccupante, almeno nei mesi invernali. Alla luce degli squilibri dell'attuale contesto, gli investitori devono mostrarsi reattivi per beneficiare dei movimenti del mercato.

Rialzo sorprendente dell'inflazione e della crescita

AA_1_IT.PNGLa ripresa tuttavia continua e l'attività ha basi solide. Il numero di ricoveri in terapia intensiva provocati dalla variante Omicron, inferiori a quelli della variante Delta, hanno permesso ai governi di adottare misure di lockdown meno severe. Alimentata da mercati del lavoro esuberanti e dagli attuali piani di bilancio, la crescita dovrebbe quindi rimanere quest'anno al di sopra del potenziale. Le perturbazioni della supply chain sono destinate ad attenuarsi, come mostra già la componente consegne dei fornitori dell'ISM, segno che i sotto-indici interni dell'ISM restano robusti.

Le preoccupazioni suscitate fra gli investitori dalla Cina hanno provocato l'anno scorso un calo delle azioni. Ciò ha prodotto sconti globali sulle valutazioni, mentre la crescita degli utili resisteva. Di fronte a un'economia in rallentamento e in vista degli eventi politici del prossimo autunno, le autorità cinesi hanno deciso un allentamento delle politiche fiscali e monetarie. L'economia sta cominciando a reagire positivamente e dovrebbe continuare a farlo. A differenza di altri paesi, i rendimenti in Cina dovrebbero calare, e questo sosterrà i titoli cinesi, sia obbligazioni che azioni.

Rischi per lo scenario

Un rischio per il nostro scenario centrale è che il potenziale di crescita sia inferiore alla sua tendenza pre-crisi. Alcune cifre potrebbero rivelarsi inquietanti, come il tasso di partecipazione degli "over 55" negli Stati Uniti, ancora molto più basso che nel 2019. L'attuale disorganizzazione delle linee di prodotti sul fronte dell'offerta potrebbe durare più a lungo del previsto. Un mix di stretta monetaria e strozzature durevoli dell'offerta potrebbe portare a un brutale deterioramento delle condizioni economiche e finanziarie, innescando una recessione prematura. Un fenomeno ovviamente pericoloso per gli asset rischiosi. E non possiamo escludere totalmente la possibilità di una variante pandemica più preoccupante.

La nostra previsione

Continuiamo a ritenere che vi siano rischi di rialzo e di ribasso per gli asset rischiosi. Crediamo che la ripresa economica continuerà anche nei prossimi mesi, con una crescita annua del PIL superiore al 4%. Le banche centrali, almeno la BCE e la BOJ, dovrebbero rimanere più pazienti delle loro controparti anglosassoni. Anche la PBoC dovrebbe allentare la propria politica monetaria. Sostenuti da queste politiche monetarie divergenti, i rendimenti a lungo termine non dovrebbero comunque raggiungere livelli in grado di minacciare lo scenario positivo per le azioni. Tuttavia, questo contesto volatile dovrebbe condurre a rapide rotazioni tra settori e aree geografiche.

A medio termine, crediamo che gli ultimi messaggi inviati dalla Fed (relativi al rialzo dei tassi d'interesse e al run-off del bilancio) condizioneranno le performance nel corso dell'anno e che la riduzione della liquidità sia un punto di svolta importante. Restiamo attenti ai cambiamenti sociali, nel segno della sostenibilità e dell'equità, che avranno un impatto duraturo sui mercati, influendo sulle scelte degli investitori e sui margini delle aziende, a seconda della loro capacità di adattamento.

La nostra attuale strategia multi-asset

La nostra analisi macroeconomica e di mercato continuerà ad essere orientata dallo sviluppo delle sorprese economiche e dell'inflazione, e valuteremo la riduzione della liquidità guidata dalla Fed.

Manteniamo invariate le linee generali della nostra allocazione, rispetto al mese scorso. Sul fronte obbligazionario, rimaniamo sottopesati sui titoli di Stato e restiamo inoltre leggermente sui rendimenti a lungo termine dato il breakeven in Europa, la cui banca centrale dovrebbe reagire molto lentamente al rischio di inflazione. Questo contesto dovrebbe favorire il settore "value", così come le azioni europee. Inoltre, adotteremo un atteggiamento più opportunista nella gestione delle coperture contro il rischio d'inflazione, delle banche e delle esposizioni "commodity-like", poiché le banche centrali, in particolare la Fed, si mostrano più aggressive del previsto.

Peraltro, siamo più corti sul dollaro americano, in quanto il posizionamento sembra essere molto lungo. Il biglietto verde non ha reagito in modo significativo a una Fed più aggressiva e tecnicamente potrebbe subire un calo. Rimaniamo positivi su alcuni mercati emergenti, sulle azioni A-Share cinsi, che potrebbero beneficiare di una politica più accomodante, sui titoli latino-americani che beneficiano della riapertura dell'economia e di un dollaro USA più basso, e sul settore delle small cap.

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