La scorsa settimana in sintesi
- Le notizie geopolitiche hanno dominato i mercati, con i timori per l'impatto delle nuove sanzioni statunitensi sul petrolio russo che hanno fatto registrare un forte aumento del prezzo del greggio Brent, mentre la Casa Bianca ha confermato un incontro tra i presidenti Trump e Xi.
- Il rapporto sull'inflazione statunitense di settembre, pubblicato in ritardo, è apparso positivo e dovrebbe consentire alla Fed di procedere con due tagli dei tassi nel corso di quest'anno. La Casa Bianca ha suggerito di non pubblicare il CPI il mese prossimo.
- Il blocco delle attività amministrative negli Stati Uniti è entrato nella sua quarta settimana, con entrambe le parti che hanno assunto posizioni rigide e non sembra materializzarsi alcuna soluzione chiara all'orizzonte, il che implica ancora una scarsa pubblicazione di dati economici.
- In Europa, le stime flash del PMI (Purchasing Managers Index) hanno registrato un'accelerazione, trainata dal miglioramento dei servizi in Germania.
- Sanae Takaichi è stata nominata primo ministro del Giappone, diventando così la prima donna a ricoprire la carica politica più alta del paese.
Dati ed eventi di questa settimana
- I prossimi giorni saranno segnati da una serie di eventi macroeconomici top-down e microeconomici bottom-up, che prepareranno il terreno per le ultime settimane del 2025.
- Le banche centrali di Washington (Fed), Francoforte (BCE) e Tokyo (BoJ) forniranno aggiornamenti sulla loro posizione attuale. E scopriremo se la Fed segnalerà la conclusione del Quantitative Tightening.
- La stagione degli utili del terzo trimestre negli Stati Uniti raggiungerà il picco in termini di capitalizzazione di mercato, poiché cinque delle sette società Magnificent Seven pubblicheranno i propri risultati: ci prepariamo infatti agli aggiornamenti di Alphabet, Microsoft, Meta, Apple e Amazon.
- A margine del vertice APAC in Corea, il presidente degli Stati Uniti Trump e il presidente cinese Xi Jinping si incontreranno di persona per la prima volta dal vertice del G20 del 2019 in Giappone.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- Stati Uniti: la crescita del PIL sta leggermente rallentando sebbene non si preveda una recessione nei prossimi 18 mesi; l'inflazione subisce pressioni al rialzo a causa dei dazi, ma la Fed sembra disposta a ignorarle e ha avviato un nuovo ciclo di allentamento monetario. Il blocco delle attività amministrative e le condizioni di mercato più volatili hanno consolidato il prossimo taglio alla fine di ottobre, con i mercati che scontano ulteriori tagli dei tassi entro la fine del 2026.
- Europa: la resilienza della crescita sarà messa alla prova dall'aumento dei dazi statunitensi e dallo scarso slancio interno. I rendimenti dei Bund stanno scendendo verso il livello inferiore dell'intervallo osservato nel secondo semestre, con la BCE che mantiene la possibilità di un taglio dei tassi, sostenuta da aspettative di inflazione persistentemente basse.
- Cina: secondo gli ultimi dati relativi alla bilancia commerciale, la visibilità sul fronte degli scambi sta migliorando leggermente, sebbene permangano alcune tensioni. Le prospettive esterne sono sostenute da una certa distensione sul fronte dei dazi, mentre la politica interna rimane accomodante grazie all'allentamento del credito e al sostegno fiscale.
Rischi
- Indipendenza della Fed a rischio: la “trumpificazione” della Fed in vista del 2026 minaccia una rottura rispetto alle prassi del passato, con una funzione di reazione più orientata alla politica. Ciò potrebbe determinare un irripidimento della curva dei rendimenti, aumentare i premi di inflazione, indebolire il dollaro statunitense, sostenere i guadagni nominali nel breve termine e, in ultima analisi, innescare un imprevedibile sell-off sul mercato obbligazionario... che potrebbe finire col richiedere un rinnovo del quantitative easing.
- Instabilità politica europea: la debole coesione e il rischio di frammentazione fiscale potrebbero pesare sulla regione. In Francia, sono riemerse le tensioni politiche.
- Test di credibilità del mercato obbligazionario: una perdita di fiducia nella disciplina fiscale potrebbe determinare un aumento dei rendimenti a lungo termine, rinnovare la volatilità e destabilizzare i mercati azionari e del credito.
- Frammentazione politica e geopolitica: il conflitto in corso in Ucraina rappresenta un rischio per la sicurezza europea, mentre le divergenze tra i percorsi delle banche centrali e l'aumento del protezionismo contribuiscono alla frammentazione delle politiche globali.
Strategia cross-asset
- Il ciclo di tagli dei tassi della Fed segnala un cambiamento di regime più ampio, che sostiene i mercati azionari globali grazie a tassi a breve termine più bassi, un dollaro statunitense debole e una dinamica reflazionistica. Manteniamo un posizionamento costruttivo sulle azioni.
- Azioni mondiali:
- Il nostro posizionamento complessivo resta sovraponderato, a fronte dall'opinione positiva su tutte le regioni.
- Allocazione regionale:
- Stati Uniti: leggera sovraponderazione. La svolta accomodante della Fed apre la strada a un ulteriore allentamento monetario. La tecnologia statunitense resta una convinzione fondamentale in un contesto di crescita resiliente. La stagione degli utili sarà un indicatore importante.
- Giappone: leggera sovraponderazione. La visibilità sul fronte commerciale e la distensione sui dazi continuano a sostenere i settori ciclici, in particolare gli esportatori. L'elezione di Sanae Takaichi simboleggia la riforma strutturale e la diversità nella leadership ed è quindi considerata un passo importante per l'eliminazione dello sconto sui titoli azionari giapponesi.
- Europa: leggera sovraponderazione. La distensione sul fronte dei dazi risulta favorevole e il bilancio espansivo della Germania è ormai stato approvato. La BCE mantiene una posizione attendista ma conserva una certa flessibilità, con un'inflazione bassa che potrebbe lasciare spazio a interventi di politica monetaria.
- Mercati emergenti: leggera sovraponderazione. I titoli azionari dei mercati emergenti beneficiano di un USD più debole e di una maggiore visibilità sul fronte commerciale. Il debito dei mercati emergenti rimane leggermente sovraponderato, sostenuto da rendimenti interessanti e costi di finanziamento inferiori.
- Allocazione fattoriale e settoriale:
- Privilegiamo un approccio bilanciato con temi resilienti come la tecnologia, l'IA e la sanità, che continua a essere sostenuta poiché la maggior parte delle cattive notizie sembra ormai scontata nei prezzi.
- Manteniamo l'esposizione alle small e mid cap tedesche e statunitensi, poiché riteniamo che possano ancora beneficiare dei bilanci espansivi e dei minori costi di finanziamento in un contesto di politica monetaria accomodante da parte della Fed.
- Titoli di Stato:
- Siamo costruttivi sulla duration dell'Europa core, dove la politica stabile della BCE e le basse aspettative di inflazione ancorano i rendimenti.
- Restiamo neutrali sui Treasury, con l'inflazione determinata dai dazi e la riorganizzazione della Fed che aggiungono complessità.
- Credito:
- Preferiamo il credito europeo investment grade, dove gli spread risultano interessanti rispetto al credito statunitense.
- L'High Yield presenta un rapporto rischio/rendimento più limitato a causa della contrazione degli spread e dei bassi premi di rischio previsti.
- Il debito dei mercati emergenti gode di una sovraponderazione a fronte di rendimenti interessanti, maggiore visibilità sul fronte commerciale e atteggiamento accomodante da parte della Fed.
- Investimenti alternativi:
- Dato il sostegno offerto dai forti acquisti delle banche centrali e dai flussi al dettaglio, conserviamo una sovraponderazione sull'oro come copertura contro i rischi geopolitici, la volatilità dei tassi reali e l'indebolimento dell'USD. Abbiamo realizzato alcuni profitti dopo il rialzo delle ultime settimane.
- Riconosciamo che il dollaro statunitense resta un perno fondamentale per i mercati emergenti e i metalli preziosi. Il recente posizionamento su un dollaro USA più debole e un oro più forte appare in qualche modo eccessivo.
- Manteniamo le allocazioni alle strategie alternative per garantire la stabilità e la diversificazione del portafoglio.
- Valute:
- Manteniamo una sottoponderazione sul dollaro USA, poiché l'allentamento monetario della Fed e le pressioni politiche pesano sulla valuta.
- Preferiamo valute difensive come lo yen giapponese e manteniamo posizioni lunghe selettive in valute dei mercati emergenti con fondamentali solidi.
Il nostro posizionamento
Gli investitori potrebbero beneficiare della pubblicazione degli utili delle Mag 7, di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, di tagli dei tassi da parte della Fed e dell'inizio delle settimane storicamente migliori dell'anno. Allo stesso tempo, il sentiment rimane relativamente cauto, poiché nelle ultime settimane sono cresciute la volatilità dei mercati e l'incertezza politica. La nostra convinzione resta quindi risk-on, poiché i fondamentali e i fattori tecnici confermano una visione costruttiva per le azioni ed è probabile che la tendenza rialzista prevalga entro la fine dell'anno. Di conseguenza, manteniamo attualmente una sovraponderazione bilanciata tra Stati Uniti, eurozona, Giappone e mercati emergenti. In Europa privilegiamo i titoli industriali e le mid-cap tedesche in un'ottica di catch-up trade, continuando al contempo a puntare su tematiche globali resilienti quali tecnologia e IA e sanità. Sul fronte del reddito fisso, la nostra strategia include il debito dei mercati emergenti, sostenuto da rendimenti interessanti, distensione sul fronte dei dazi e un miglioramento dei flussi di investimento.
Restiamo inoltre costruttivi sulla duration dell'Europa core, mentre nel credito continuiamo a preferire l'Investment Grade europeo rispetto all'High Yield.