La scorsa settimana in sintesi
- Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha confermato le voci di un imminente vertice bilaterale con Putin, scavalcando di fatto Zelensky, mentre Mosca si trovava a scegliere se accettare un cessate il fuoco o subire nuove sanzioni da parte degli Stati Uniti.
- Le azioni globali hanno chiuso con risultati contrastanti, con il Nasdaq che ha toccato un nuovo massimo storico, mentre gli investitori hanno assimilato l'aggressivo regime tariffario di Trump (che include un dazio del 50% sul rame) e hanno scontato le crescenti probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed.
- La Banca d'Inghilterra ha tagliato i tassi portandoli al 4,0% con un voto diviso, mentre le esportazioni cinesi di luglio sono aumentate del 7,2% e il verbale della BoJ ha segnalato un cauto ottimismo nel contesto dei negoziati tariffari con gli Stati Uniti.
- Stephen Miran, fedele consulente economico della Casa Bianca, è stato nominato per ricoprire temporaneamente un seggio nel Consiglio della Federal Reserve, in un contesto caratterizzato da crescenti pressioni per un abbassamento dei tassi di interesse e una maggiore supervisione da parte della Fed.
Dati ed eventi di questa settimana
- I mercati sono in attesa di scoprire se la sospensione dei dazi tra Stati Uniti e Cina, la cui scadenza è prevista per questa settimana, verrà prorogata - influenzando così il sentiment e l'interpretazione dei dati economici futuri.
- La conferma dei dati relativi alle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, ai prezzi delle importazioni/esportazioni e al CPI/PPI core sarà fondamentale per valutare la persistenza dell'inflazione e orientare meglio le aspettative relative alle misure politiche della Fed.
- Una prima stima del PIL dell'eurozona nel secondo trimestre chiarirà se il ritmo di crescita della regione continua a mantenersi stabile nonostante i dati nazionali contrastanti e le difficoltà legate ai dazi doganali.
- I dati preliminari sul PIL giapponese del secondo trimestre riveleranno in che modo la domanda estera e i consumi privati stanno influenzando la ripresa, con gli analisti particolarmente attenti ai segnali di debolezza interna.
- I primi dati relativi al sentiment dei consumatori del Michigan e alle aspettative di inflazione, insieme all'indice ZEW dell'eurozona, offriranno nuove informazioni sui livelli di fiducia.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- Stati Uniti: l'economia statunitense sta mostrando ulteriori segnali di affaticamento, con dati sull'occupazione in calo e indagini ISM deboli che indicano prospettive più fragili. Si prevede che nel 2026 l'inflazione balzerà a circa il 4%, ma la Fed sembra sempre più incline a ignorare queste pressioni sui prezzi, considerandole in gran parte temporanee. Con la resilienza del mercato del lavoro ora in discussione (un pilastro fondamentale del suo doppio mandato), la banca centrale sembra orientarsi verso una posizione più accomodante, aprendo la strada a tagli dei tassi e a un irripidimento rialzista della curva dei rendimenti.
- Eurozona: l'eurozona mostra segnali di una modesta ripresa, evitando la recessione pur dovendo affrontare nuove criticità. Dal 1° agosto, alla maggior parte delle esportazioni dell'UE verso gli Stati Uniti viene applicata un'aliquota tariffaria del 15%, che erode la competitività e offusca le prospettive di crescita della regione. L'inflazione rimane comodamente circoscritta nella zona target della BCE, rafforzando la logica alla base della decisione di mantenere invariato il tasso di riferimento. Tuttavia, pur scegliendo di rimanere ferma, la BCE conserva la flessibilità necessaria per procedere a un taglio qualora le prospettive di crescita dovessero deteriorarsi ulteriormente.
- Cina: la crescita rimane modesta ma stabile, con i negoziati commerciali con gli Stati Uniti ancora in corso e le persistenti pressioni deflazionistiche. La debole domanda interna e le problematiche strutturali mantengono la PBoC su una posizione accomodante, con l'obiettivo di prevenire un rallentamento più marcato.
- Globale: la crescita globale sta gradualmente rallentando, con divergenze sempre più marcate tra le regioni e un quadro economico contrastante. L'andamento dell'inflazione resta irregolare: deflazione persistente in Cina, stabile in Europa e in leggero aumento negli Stati Uniti. L'elevata incertezza, in particolare riguardo alla politica commerciale e al rischio di stagflazione, continua a richiedere cautela e diversificazione.
Rischi
- Politica commerciale e fiscale degli Stati Uniti: l'evoluzione dell'agenda fiscale e commerciale dell'amministrazione Trump sta generando volatilità in settori specifici, in particolare in quello farmaceutico e nei metalli di base (ad es. il rame). Paesi come Cina, India e Svizzera devono affrontare la prospettiva di dazi elevati e mirati, che creano nuove sfide per gli esportatori. Alla fine, si prevede che i dazi doganali provocheranno un aumento dei prezzi e peseranno sui consumi.
Strategia cross-asset
- Le azioni globali restano resilienti, continuando a superare un'importante serie di ostacoli nonostante i dati statunitensi più deboli (ISM, occupazione) e le rinnovate tensioni commerciali alimentino la volatilità. Il mercato rimane stabile, ma le oscillazioni del sentiment evidenziano il fragile equilibrio tra propensione al rischio e persistenti incertezze macroeconomiche.
- Azioni mondiali:
- Il posizionamento resta complessivamente neutrale, senza significative preferenze regionali nonostante le ultime modifiche.
- Allocazione regionale:
- Gli accordi commerciali con l'UE e il Giappone sotto l'amministrazione Trump hanno portato maggiore chiarezza e un risultato relativamente favorevole, nonostante i significativi compromessi.
- In Giappone, l'accordo migliora la visibilità (in particolare per i settori ciclici come quello automobilistico), mentre l'economia continua a beneficiare di riforme strutturali e fattori a sostegno dell'inflazione. Con possibili elezioni all'orizzonte e la probabilità di un conseguente stimolo fiscale, manteniamo una posizione neutrale, ma abbiamo leggermente aumentato la nostra esposizione per riflettere questo contesto favorevole.
- L'Europa beneficia di una distensione sul fronte dei dazi, ma l'impatto economico resta incerto e dovrà essere confermato dai dati futuri.
- Rimaniamo neutrali sulle azioni statunitensi, poiché le valutazioni appaiono eccessive. Sebbene una stagione di utili solidi abbia sostenuto la crescita complessiva, l'ampiezza del mercato resta limitata, rivelando una fragilità di fondo.
- Manteniamo una posizione neutrale nei confronti delle azioni dei mercati emergenti, poiché le dinamiche di crescita irregolari sono aggravate dall'escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e India e dalla persistente incertezza sui negoziati tariffari tra Stati Uniti e Cina.
- Allocazione fattoriale e settoriale:
- Ci concentriamo su temi resilienti come la tecnologia e l'IA, gli industriali europei e le mid-cap tedesche, pur riconoscendo le difficoltà legate al commercio in settori come farmaceutica e semiconduttori.
- Titoli di Stato:
- Siamo leggermente costruttivi sulla duration in Europa, dove il sostegno della BCE e gli stimoli governativi continuano ad ancorare i rendimenti.
- Siamo neutrali sui Treasury, vista la notevole incertezza che circonda l'inflazione e la crescita negli Stati Uniti. L'impatto dei dazi aggiunge complessità.
- Credito:
- Nell'ambito del credito, l'Investment Grade - in particolare in Europa - poiché gli spread appaiono particolarmente interessanti rispetto al credito statunitense, essendo tornati ai livelli dell'inizio del 2025.
- Rimaniamo cauti nei confronti dell'High Yield a causa delle valutazioni elevate e della mancanza di un premio di rischio sufficiente, che offre scarsa protezione contro potenziali sorprese negative.
- Il debito dei mercati emergenti dovrebbe beneficiare di una maggiore visibilità sul fronte dei dazi e di rendimenti reali positivi.
- Gli investimenti alternativi svolgono un ruolo fondamentale nella diversificazione del portafoglio:
- L'oro resta sovraponderato come copertura strategica contro i rischi geopolitici e la volatilità dei tassi reali. La domanda è sostenuta dagli acquisti delle banche centrali e dagli afflussi retail.
- Manteniamo un'allocazione agli investimenti alternativi per garantire stabilità e diversificazione rispetto alle asset class tradizionali.
- Per ciò che riguarda le valute, i tassi di cambio rimarranno un punto focale nelle discussioni commerciali e nelle dinamiche di mercato generali.
- Restiamo costruttivi sulle valute difensive, come lo yen giapponese, anche se di recente abbiamo effettuato parziali prese di profitto sulla nostra esposizione allo JPY. Con il rallentamento della crescita globale, continuiamo ad aspettarci un USD debole.
Il nostro posizionamento
Le azioni globali continuano a mostrare resilienza, superando i dati economici statunitensi più deboli e le rinnovate tensioni commerciali, mentre i mercati obbligazionari beneficiano di forze stabilizzatrici. In Europa, la politica monetaria espansiva sostiene i mercati obbligazionari, mentre la dinamica statunitense richiede maggiore selettività e vigilanza. Questa forza riflette un delicato equilibrio tra volatilità e fiducia degli investitori, che continua a creare opportunità selettive nonostante le persistenti incertezze.
In questo contesto, manteniamo un posizionamento bilanciato sulle azioni, con coperture prudenti sui mercati di Stati Uniti ed Europa, continuando a privilegiare temi resilienti come tecnologia e IA, industria europea e mid-cap tedesche. Nel reddito fisso, restiamo costruttivi sulla duration europea, neutrali sui Treasury e preferiamo il credito Investment Grade europeo rispetto all'High Yield, con un'esposizione selettiva al debito dei mercati emergenti.