La scorsa settimana in sintesi
- Pienamente in linea con le aspettative, il PMI composito dell'eurozona è migliorato marginalmente attestandosi a quota 52,8 ed evidenziando un'espansione dell'attività per l'undicesimo mese consecutivo, mentre l'inflazione primaria ha raggiunto il 2,2%.
- I dati dall'altra parte dell'oceano hanno mostrato un calo dell'occupazione e un indice ISM manifatturiero in contrazione per il nono mese consecutivo, con un calo dei nuovi ordini a novembre.
- Donald Trump ha affermato che nominerà il prossimo presidente della Federal Reserve all'inizio del 2026, e che la scelta ricadrà probabilmente sul direttore del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca, Kevin Hassett.
- In Germania, il cancelliere Merz ha ottenuto un ampio sostegno parlamentare per la sua proposta di legge sulle pensioni, dopo una rivolta di un gruppo di giovani deputati.
- Sul fronte geopolitico, è prevalso lo scetticismo generale sulla possibilità di raggiungere un cessate il fuoco in Ucraina in tempi brevi, nonostante gli attivi sforzi diplomatici.
Dati ed eventi di questa settimana
- Per gli investitori, l'attenzione sarà focalizzata sulla decisione della Fed e su eventuali dissensi, mentre si attendono riunioni chiave di altre banche centrali tra cui a Reserve Bank of Australia, la Bank of Canada e la Banca Nazionale Svizzera.
- In Asia, i dati chiave che verranno pubblicati includeranno l'inflazione (o meglio la deflazione) della Cina, i prezzi al consumo e alla produzione, nonché la bilancia commerciale di novembre.
- Tra i dati statunitensi in attesa di pubblicazione figurano l'ottimismo delle piccole imprese e le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione.
- Ricordiamo inoltre che sono attesi i risultati finanziari di Oracle e Broadcom nel settore tecnologico.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- Ripristino della visibilità. La nebbia si sta diradando. I mercati globali stanno godendo di una visibilità migliore rispetto a qualsiasi altro momento dell'anno: crescita più solida del previsto, inflazione inferiore alle attese e politiche generalmente favorevoli. Dopo settimane caratterizzate da dati discontinui e un sentiment incerto, la fiducia sta tornando sui mercati grazie alla tenuta dell'attività e al calo della volatilità.
- Il gradualismo della Fed. Dopo i tagli consecutivi operati a settembre e ottobre, la Federal Reserve sta entrando in una nuova fase di allentamento condizionato. Si sta delineando una divergenza tra le politiche monetarie, con la BCE “in una posizione favorevole” e la Banca del Giappone che si appresta a inasprire la propria politica - con quella che si configura come una normalizzazione più che come una minaccia.
- Miglioramento delle condizioni finanziarie. La liquidità è abbondante, il credito stabile e i rendimenti reali restano positivi ma gestibili. I dati sulla crescita attorno al 2% negli Stati Uniti e all'1% in Europa sostengono il nostro scenario di atterraggio morbido. L'inflazione negli Stati Uniti dovrebbe raggiungere un picco prossimo al 3,75% prima di attenuarsi nel 2026.
- Equilibrio regionale. L'Europa sta traendo vantaggio dal sostegno fiscale e dal miglioramento dei PMI in territorio espansivo, mentre la tregua commerciale della Cina con gli Stati Uniti prolunga i tempi per l'adeguamento. I mercati emergenti beneficiano di nuovi afflussi, carry elevato e un dollaro più debole. Questa divergenza, un tempo temuta, ora è segno di equilibrio.
- Valutazioni elevate ma giustificate. Le azioni vengono scambiate a multipli elevati, trainate dal settore tecnologico statunitense, ma i bilanci sono solidi e la dinamica degli utili è positiva.
Rischi
- Esitazione della Fed. Un FOMC diviso potrebbero ritardare un ulteriore allentamento, con il rischio di un'inopportuna pausa nel sostegno alla liquidità.
- Credibilità fiscale. L'aumento delle emissioni e il rumore politico potrebbero mettere alla prova la fiducia del mercato obbligazionario e innescare volatilità nei rendimenti.
- Politica europea. I rischi di coesione persistono, poiché la situazione della Francia rimane critica dal punto di vista fiscale e il rumore politico potrebbe pesare temporaneamente sul sentiment.
- Frammentazione geopolitica La rivalità tra Stati Uniti e Cina resta ben radicata, mentre i modelli di approvvigionamento energetico e del commercio globale continuano a mutare.
Strategia cross-asset
- Manteniamo una posizione costruttiva sui titoli azionari globali nel medio termine:
- Il nostro posizionamento complessivo resta sovraponderato, a fronte dall'opinione positiva su tutte le regioni.
- Allocazione regionale:
- Stati Uniti: leggera sovraponderazione. La svolta accomodante della Fed osservata a settembre ha aperto la strada a un ulteriore allentamento monetario. La tecnologia statunitense resta una convinzione fondamentale in un contesto di crescita resiliente.
- Giappone: leggera sovraponderazione. La visibilità sul fronte commerciale e la distensione sui dazi continuano a sostenere i settori ciclici, in particolare gli esportatori. L'elezione di Sanae Takaichi simboleggia la riforma strutturale e la diversità nella leadership ed è quindi considerata un passo importante per l'eliminazione dello sconto sui titoli azionari giapponesi.
- Europa: leggera sovraponderazione. La distensione sul fronte dei dazi risulta favorevole e il bilancio espansivo della Germania è stato approvato. La BCE mantiene lo status quo, pur conservando flessibilità.
- Mercati emergenti: leggera sovraponderazione. Le azioni dei mercati emergenti beneficiano della tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina fino al prossimo anno, dell'indebolimento dell'USD e della maggiore visibilità sul fronte del commercio. Il debito dei mercati emergenti rimane leggermente sovraponderato, sostenuto da rendimenti interessanti e costi di finanziamento inferiori.
- Allocazione fattoriale e settoriale:
- Privilegiamo un approccio bilanciato con temi resilienti come la tecnologia, l'IA e la sanità, che continua a essere sostenuta poiché la maggior parte delle cattive notizie sembra ormai scontata nei prezzi.
- Manteniamo l'esposizione alle small e mid cap tedesche e statunitensi, poiché riteniamo che possano ancora beneficiare dei bilanci espansivi e dei minori costi di finanziamento in un contesto di politica monetaria accomodante da parte della Fed.
- Titoli di Stato:
- Siamo costruttivi sulla duration dell'Europa core, dove la politica stabile della BCE e le basse aspettative di inflazione ancorano i rendimenti.
- Restiamo neutrali sui Treasury, con l'inflazione determinata dai dazi e la riorganizzazione della Fed che aggiungono complessità.
- Credito:
- Preferiamo il credito europeo investment grade, dove gli spread risultano interessanti rispetto al credito statunitense.
- L'High Yield presenta un rapporto rischio/rendimento più limitato a causa della contrazione degli spread e dei bassi premi di rischio previsti.
- Il debito dei mercati emergenti gode di una sovraponderazione a fronte di rendimenti interessanti, maggiore visibilità sul fronte commerciale e atteggiamento accomodante da parte della Fed.
- Investimenti alternativi:
- Dato il sostegno offerto dai forti acquisti delle banche centrali e dai flussi al dettaglio, conserviamo una sovraponderazione sull'oro come copertura contro i rischi geopolitici, la volatilità dei tassi reali e l'indebolimento dell'USD. Abbiamo realizzato alcuni profitti dopo il rialzo delle ultime settimane.
- Riconosciamo che il dollaro statunitense resta un perno fondamentale per i mercati emergenti e i metalli preziosi.
- Manteniamo le allocazioni alle strategie alternative per garantire la stabilità e la diversificazione del portafoglio.
- Valute:
- Manteniamo una sottoponderazione sul dollaro USA, poiché l'allentamento monetario della Fed e le pressioni politiche pesano sulla valuta.
- Preferiamo valute difensive come lo yen giapponese e manteniamo posizioni lunghe selettive in valute dei mercati emergenti con fondamentali solidi.
Il nostro posizionamento
L'ultima riunione della Fed dell'anno dovrebbe rivelare una divisione all'interno del FOMC, con dissenso presente sia tra i falchi che tra i colombe. Prevediamo un taglio del tasso di riferimento, seguito da altri due nel 2026: un percorso che dovrebbe aiutare i mercati globali a chiudere il 2025 su basi più solide. I rischi permangono (l'indebolimento del mercato del lavoro statunitense che pesa sui consumi o il pericolo di una “bolla” dell'intelligenza artificiale che frena gli investimenti aziendali), ma la nostra posizione rimane costruttiva. Manteniamo una sovraponderazione sulle azioni, con un'allocazione regionale equilibrata e un'attenzione particolare all'Europa e ai mercati emergenti, dove il recupero ciclico incontra il sostegno strutturale. Privilegiamo temi globali resilienti come tecnologia e lA e la sanità e consideriamo le società tedesche a media capitalizzazione come un catch-up trade trainato dalla politica fiscale. Nel reddito fisso, continuiamo a privilegiare il debito dei mercati emergenti (sostenuto da rendimenti interessanti, sgravi tariffari e flussi in miglioramento) e rimaniamo ottimisti sulla duration dell'Europa core, preferendo l'Investment Grade europeo rispetto all'High Yield.