La scorsa settimana in sintesi
- L'ultimo FOMC dell'anno ha portato al previsto taglio dei tassi, ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita, ha ridotto le previsioni di inflazione, ha annunciato nuovi acquisti di obbligazioni e il presidente Jerome Powell ha presentato una serie di argomenti a favore della produttività legata all'IA.
- In Svizzera, la BNS ha mantenuto i tassi allo 0% e ha ridotto le previsioni di inflazione a breve termine. Ritiene infatti che l'attuale orientamento politico sia appropriato, senza alcuna inclinazione accomodante verso tassi negativi.
- I dati pubblicati di recente negli Stati Uniti continuano a essere sostanzialmente in linea con un mercato del lavoro che rimane debole, ma solo in leggero raffreddamento e senza chiari segnali di un ulteriore significativo indebolimento.
- La produzione industriale tedesca è cresciuta più del previsto nel mese di ottobre, avvalorando le ipotesi secondo cui l'economia registrerà una ripresa e tornerà a crescere nell'ultimo trimestre.
- In Francia, il primo ministro Lecornu ha ottenuto l'approvazione del bilancio della previdenza sociale, primo passo nel processo di bilancio complessivo.
Dati ed eventi di questa settimana
- Gli investitori più attenti ai dati potrebbero ricevere quanto sperato in vista del Natale, con una fitta agenda di pubblicazioni relative agli Stati Uniti - tra cui il tanto atteso rapporto sull'occupazione e i dati chiave sull'inflazione.
- I PMI flash globali offriranno una panoramica tempestiva sul settore manifatturiero e sui servizi, delineando il quadro generale mentre ci avviciniamo alla fine dell'anno.
- L'Asia invierà i propri segnali, dagli indicatori di attività della Cina ai dati sull'inflazione del Giappone.
- La settimana culminerà con importanti decisioni delle banche centrali, con la BCE, la BoE e la BoJ pronte a definire il quadro politico di riferimento per la fine dell'anno.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- Ripristino della visibilità. La nebbia si sta diradando. I mercati globali stanno godendo di una visibilità migliore rispetto a qualsiasi altro momento dell'anno: crescita più solida del previsto, inflazione inferiore alle attese e politiche generalmente favorevoli. Dopo settimane caratterizzate da dati discontinui e un sentiment incerto, la fiducia sta tornando sui mercati grazie alla tenuta dell'attività e al calo della volatilità.
- Il gradualismo della Fed. Dopo i tagli consecutivi operati a settembre e ottobre, la Federal Reserve sta entrando in una nuova fase di allentamento condizionato. Si sta delineando una divergenza tra le politiche monetarie, con la BCE “in una posizione favorevole” e la Banca del Giappone che si appresta a inasprire la propria politica - con quella che si configura come una normalizzazione più che come una minaccia.
- Miglioramento delle condizioni finanziarie. La liquidità è abbondante, il credito stabile e i rendimenti reali restano positivi ma gestibili. I dati sulla crescita attorno al 2% negli Stati Uniti e all'1% in Europa sostengono il nostro scenario di atterraggio morbido. L'inflazione negli Stati Uniti dovrebbe raggiungere un picco prossimo al 3,75% prima di attenuarsi nel 2026.
- Equilibrio regionale. L'Europa sta traendo vantaggio dal sostegno fiscale e dal miglioramento dei PMI in territorio espansivo, mentre la tregua commerciale della Cina con gli Stati Uniti prolunga i tempi per l'adeguamento. I mercati emergenti beneficiano di nuovi afflussi, carry elevato e un dollaro più debole. Questa divergenza, un tempo temuta, ora è segno di equilibrio.
- Valutazioni elevate ma giustificate. Le azioni vengono scambiate a multipli elevati, trainate dal settore tecnologico statunitense, ma i bilanci sono solidi e la dinamica degli utili è positiva.
Rischi
- Esitazione della Fed. Un FOMC diviso potrebbero ritardare un ulteriore allentamento, con il rischio di un'inopportuna pausa nel sostegno alla liquidità.
- Credibilità fiscale. L'aumento delle emissioni e il rumore politico potrebbero mettere alla prova la fiducia del mercato obbligazionario e innescare volatilità nei rendimenti.
- Politica europea. I rischi di coesione persistono, poiché la situazione della Francia rimane critica dal punto di vista fiscale e il rumore politico potrebbe pesare temporaneamente sul sentiment.
- Frammentazione geopolitica La rivalità tra Stati Uniti e Cina resta ben radicata, mentre i modelli di approvvigionamento energetico e del commercio globale continuano a mutare.
Strategia cross-asset
- Manteniamo una posizione costruttiva sui titoli azionari globali nel medio termine:
- Il nostro posizionamento complessivo resta sovraponderato, a fronte dall'opinione positiva su tutte le regioni.
- Allocazione regionale:
- Stati Uniti: leggera sovraponderazione. La svolta accomodante della Fed osservata a settembre ha aperto la strada a un ulteriore allentamento monetario. La tecnologia statunitense resta una convinzione fondamentale in un contesto di crescita resiliente.
- Giappone: leggera sovraponderazione. La visibilità sul fronte commerciale e la distensione sui dazi continuano a sostenere i settori ciclici, in particolare gli esportatori. L'elezione di Sanae Takaichi simboleggia la riforma strutturale e la diversità nella leadership ed è quindi considerata un passo importante per l'eliminazione dello sconto sui titoli azionari giapponesi.
- Europa: leggera sovraponderazione. La distensione sul fronte dei dazi risulta favorevole e il bilancio espansivo della Germania è stato approvato. La BCE mantiene lo status quo, pur conservando flessibilità.
- Mercati emergenti: leggera sovraponderazione. Le azioni dei mercati emergenti beneficiano della tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina fino al prossimo anno, dell'indebolimento dell'USD e della maggiore visibilità sul fronte del commercio. Il debito dei mercati emergenti rimane leggermente sovraponderato, sostenuto da rendimenti interessanti e costi di finanziamento inferiori.
- Allocazione fattoriale e settoriale:
- Privilegiamo un approccio bilanciato con temi resilienti come la tecnologia, l'IA e la sanità, che continua a essere sostenuta poiché la maggior parte delle cattive notizie sembra ormai scontata nei prezzi.
- Manteniamo l'esposizione alle small e mid cap tedesche e statunitensi, poiché riteniamo che possano ancora beneficiare dei bilanci espansivi e dei minori costi di finanziamento in un contesto di politica monetaria accomodante da parte della Fed.
- Titoli di Stato:
- Siamo costruttivi sulla duration dell'Europa core, dove la politica stabile della BCE e le basse aspettative di inflazione ancorano i rendimenti.
- Restiamo neutrali sui Treasury, con l'inflazione determinata dai dazi e la riorganizzazione della Fed che aggiungono complessità.
- Credito:
- Preferiamo il credito europeo investment grade, dove gli spread risultano interessanti rispetto al credito statunitense.
- L'High Yield presenta un rapporto rischio/rendimento più limitato a causa della contrazione degli spread e dei bassi premi di rischio previsti.
- Il debito dei mercati emergenti gode di una sovraponderazione a fronte di rendimenti interessanti, maggiore visibilità sul fronte commerciale e atteggiamento accomodante da parte della Fed.
- Investimenti alternativi:
- Dato il sostegno offerto dai forti acquisti delle banche centrali e dai flussi al dettaglio, conserviamo una sovraponderazione sull'oro come copertura contro i rischi geopolitici, la volatilità dei tassi reali e l'indebolimento dell'USD. Abbiamo realizzato alcuni profitti dopo il rialzo delle ultime settimane.
- Riconosciamo che il dollaro statunitense resta un perno fondamentale per i mercati emergenti e i metalli preziosi.
- Manteniamo le allocazioni alle strategie alternative per garantire la stabilità e la diversificazione del portafoglio.
- Valute:
- Manteniamo una sottoponderazione sul dollaro USA, poiché l'allentamento monetario della Fed e le pressioni politiche pesano sulla valuta.
- Preferiamo valute difensive come lo yen giapponese e manteniamo posizioni lunghe selettive in valute dei mercati emergenti con fondamentali solidi.
Il nostro posizionamento
La Fed ha operato il taglio previsto, ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita, ha ridotto le stime sull'inflazione, ha annunciato nuovi acquisti di obbligazioni e il presidente Jerome Powell ha presentato una serie di argomenti a favore della produttività legata all'IA: un mix “Goldilocks” che ha superato le aspettative. Le azioni hanno reagito di conseguenza, con l'indice S&P 500 che ha chiuso a un livello record, mentre l'indice Russell 2000 delle small e mid cap ha registrato nuovi massimi storici. Nel reddito fisso, la curva statunitense si è notevolmente irripidita e l'aumento dei rendimenti giapponesi ha spinto il Bund oltre la soglia critica del 2,80% per la prima volta da marzo. Manteniamo una sovraponderazione sulle azioni, con un'allocazione regionale equilibrata e un'attenzione particolare all'Europa e ai mercati emergenti, dove il recupero ciclico incontra il sostegno strutturale. Negli Stati Uniti abbiamo incrementato le posizioni nelle small e mid cap e rafforzato i finanziari. Privilegiamo temi globali resilienti come tecnologia e lA e la sanità e consideriamo le società tedesche a media capitalizzazione come un catch-up trade trainato dalla politica fiscale. Nel reddito fisso, continuiamo a privilegiare il debito dei mercati emergenti (sostenuto da rendimenti interessanti, sgravi tariffari e flussi in miglioramento) e rimaniamo ottimisti sulla duration dell'Europa core, preferendo l'Investment Grade europeo rispetto all'High Yield.