Regno Unito: bisogna essere in due per ballare il tango!

Ad aprile 2020, il PIL britannico era del 25% al di sotto del livello di inizio anno: uno shock grave, ma simile a quello registrato in altri paesi europei. Tuttavia, nel Regno Unito la ripresa  sembra essere molto più graduale che in Francia o in Germania, come dimostrano in particolare gli indicatori di mobilità di Apple disponibili in tempo reale (cfr. grafico 1). L’incertezza nella ripresa non dovrebbe però sorprendere: in Gran Bretagna le misure di contenimento sono state allentate solo all'inizio di giugno e, all'inizio di luglio, non erano ancora state eliminate tutte le restrizioni (cfr. grafico 2).

Oltre a questo ritardo nella ripresa, le società interpellate dalla Banca d'Inghilterra rimangono caute sul percorso di crescita: non prevedono un ritorno alla normalità né per quanto riguarda le vendite, né per l'occupazione, né per gli investimenti prima del 2021. Il piano di sostegno annunciato l'8 luglio contribuirà alla ripresa, ma il comportamento delle imprese in materia di investimenti continuerà a frenarla: la domanda rimane depressa e l'incertezza generata dalla Brexit pesa sul clima degli affari (cfr. grafici 3 e 4). La ripresa dovrebbe quindi mantenersi molto graduale: in media, nel 2020, il PIL si dovrebbe contrarre di poco più del 10%.

Oltre all'incertezza sull'evoluzione della pandemia, di cui non si può escludere una seconda ondata il prossimo inverno, l'esito dei negoziati sulla Brexit avrà un ruolo fondamentale nell'evoluzione dell'economia britannica nel 2021. Alla fine di giugno, il governo ha dichiarato che non avrebbe richiesto una proroga del periodo di transizione oltre il 31 dicembre 2020, limite stabilito nel processo di ratifica dell'accordo di recesso. È necessario dunque concludere i negoziati con l'Unione Europea al più tardi entro il prossimo ottobre. Tuttavia, le trattative sono ancora in fase di stallo su diverse questioni chiave: il ruolo della Corte di giustizia europea, la garanzia di parità di condizioni tra concorrenti (condizioni di parità) e la pesca nelle acque del Regno Unito. Se entrambe le parti si rifiuteranno di scendere a compromessi, la Gran Bretagna lascerà l'Unione Europea senza un accordo, e in tal caso si ritornerebbe alle regole e alle tariffe stabilite dall'OMC. Questo, contrariamente a quanto ama ripetere il governo britannico, provocherebbe un secondo shock che andrebbe ad aggiungersi alla già grave crisi sanitaria. Sarebbe quindi illusorio sperare che il Regno Unito possa tornare al livello di attività precedente alla crisi sanitaria già nel 2021...

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