Di tutti i settori portati alle stelle dalla bolla dot-com, le uniche aziende che hanno seriamente dimostrato di perdurare in questo andamento sono quelle di biotecnologie. E per alcuni buoni motivi. Attualmente, fra i primi dieci farmaci più venduti in tutto
il mondo, sei sono del settore biotecnologico, incluso il “numero uno” nella classifca delle vendite: l’antinfammatorio Humira. Il settore nel suo insieme è meno esposto alla concorrenza dei farmaci generici vista l’intrinseca complessità scientifca e le costose sperimentazioni cliniche. Anche l’attività aziendale è un fattore onnipresente, poiché le aziende ricche di denaro liquido si buttano rapidamente sulle biotecnologie di dimensioni più ridotte allo scopo di aumentare i tassi di crescita complessivi.
Tuttavia, ciò che solitamente sfugge alla maggior parte degli investitori, che non sono specialisti esperti in biotecnologie, è che il più importante fattore trainante di performance del settore è l’innovazione medica.
Il miglioramento degli strumenti scientifci, unitamente ad una più profonda comprensione delle cause soggiacenti alle malattie, stanno conducendo a grandi miglioramenti in termini di effcacia dei farmaci e di innova zione. Questi sono i più importanti fattori trainanti di performance del prezzo della singola azione.
Per gli investitori, queste caratteristiche danno luogo, ad esempio, ad una bassa correlazione fra la performance del settore biotecnologico e il più ampio mercato dei titoli azionari.Le stravaganze del ciclo economico a livello più vasto sono, dopo tutto, in gran parte irrilevanti ai fni del successo o del fallimento dello sviluppo dei farmaci, che si fonda su molti anni di duro lavoro svolto in laboratorio.
E, seppure esiste una certa concorrenza in alcuni ambiti di trattamento, le singole aziende molto raramente presentano esposizioni precisamente agli stessi fattori di rischio. Quello delle biotecnologie è pertanto in larga misura un universo di gestori di fondi (stockpickers), ma richiede anche una grande conoscenza specialistica.
Nelle fasi iniziali, l’investimento può certamente rendere proftti molto alti. Tuttavia, questi rendimenti vanno inevitabilmente di pari passo
con un alto livello di rischio. Sull’altro versante dello sviluppo del farmaco, esiste invece un’alta probabilità di perdere la maggior parte del potenziale proftto se si attende fnché tutte le fasi cliniche dello sviluppo siano giunte al termine con successo.
Tuttavia, crediamo che vi sia un punto molto favorevole nel compromesso fra rischio e compenso che si colloca fra questi due estremi,
ovvero dopo che la “Fase II” dello sviluppo di un farmaco si è conclusa con successo.
Le valutazioni cliniche approfondite – molto meno i modelli di valutazione – rappresentano il fattore critico che determina i rendimenti degli investimenti delle aziende di biotecnologie. I farmaci vengono sviluppati da medici, approvati da medici operanti presso gli enti regolatori e sono prescritti da medici.
Pensare come un medico e comprendere le esigenze e i processi seguiti dalla professione medica sono pertanto gli elementi chiave per la costante generazione di alpha.(1) Ma questo è un mondo scientifcamente complesso: richiede esperienza e un’approfondita conoscenza specialistica che non possono essere rapidamente o facilmente assimilate.
Fin dal principio, la strategia biotecnologica di Candriam è stata gestita dallo stesso gestore di fondi e, in oltre 20 anni, ha sempre benefciato di questa affdabile miscela di conoscenza ed esperienza. Contrariamente a quanto si possa intuire, i risultati delle sperimentazioni cliniche
non sono sempre binari: non è sempre tutto bianco o nero. L’interpretazione dei dati richiede una profonda comprensione degli scenari della malattia, una conoscenza che, nel corso degli anni, abbiamo potuto sviluppare in modo esaustivo grazie a un team di gestione composto
da 5 persone, inclusi 3 analisti esperti del settore delle biotecnologie, di cui 1 gestore e 2 analisti con PhD.
Molti osservatori si stanno interrogando sulla capacità del settore di confermare la robusta performance degli ultimi 5 anni, tanto più alla luce delle dichiarazioni politiche di Hillary Clinton e di altre autorità sui prezzi dei farmaci negli Stati Uniti. Confermiamo tuttavia il nostro ottimismo sul settore poiché nessun esponente politico intende ostacolare l’ondata di innovazioni in corso e, pertanto, siamo fermamente convinti che i farmaci autenticamente innovativi ed effcaci resteranno sempre fortemente remunerativi. L’innovazione non si ferma mai e i progressi più recenti, soprattutto nell’immuno-oncologia, sono stati straordinari.
Come sempre, il settore biotecnologico rimane un mondo ricco di opportunità per gestori di fondi di lunga e comprovata esperienza.
Rudi Van Den Eynde, Head of Thematic Global Equity di Candriam, risponde alle domande degli investitori in merito a un settore in cui l’approfondita conoscenza specialistica costituisce un prerequisito per ottenere un successo costante nella selezione dei titoli.
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