Terzo mese di declino

Titoli azionari europei: I settori difensivi hanno sovraperformato

I mercati azionari europei hanno proseguito la loro discesa a ottobre per il terzo mese consecutivo, sotto il peso di rendimenti obbligazionari in brusco aumento. Inoltre, il conflitto in Medio Oriente non ha aiutato un mercato già nervoso, causando una maggiore volatilità del prezzo del petrolio.

In questo contesto, le azioni europee sono scese nelle ultime settimane, fino al 6 novembre. Non si è osservata un'elevata dispersione a livello di performance tra le small e le large cap. 

Da una prospettiva settoriale, la dispersione delle performance è risultata invece importante. I settori ciclici, come gli industriali, i finanziari e i beni di consumo discrezionali, hanno esibito una forte sottoperformance nell'ultimo periodo. A sorpresa anche il settore difensivo della sanità ha sottoperformato, a causa soprattutto della mediocre performance conseguita dalle società biotecnologiche più piccole e dei deludenti utili di Sanofi. 

Altri settori difensivi hanno però sovraperformato. I servizi di pubblica utilità sono stati i primi della classe, seguiti dai beni di prima necessità che, in un contesto di mercato incerto, restano una delle nostre principali convinzioni settoriali. 

Infine, nonostante la significativa ascesa dei tassi di interesse a lungo termine, i servizi di comunicazione e l'information technology hanno conseguito risultati abbastanza positivi e sovraperformato il più ampio mercato.. 

 

Utili: aspettative, valutazioni e una stagione in chiaroscuro

Nel frattempo, la stagione degli utili per il terzo trimestre sta entrando nel vivo. In Europa si osservano risultati contrastanti: il 58% delle società appartenenti all'indice STOXX 600, che hanno già comunicato i rispettivi utili, ha superato le attese del consenso. La crescita degli utili nel terzo trimestre si attesta al momento a -8%, un valore sostanzialmente in linea con le anticipazioni. Come previsto, dall'energia e da altri settori ciclici, ad esempio i beni di consumo discrezionali, sono giunti i peggiori apporti. Le società che hanno disatteso le aspettative sugli utili sono state duramente penalizzate dal mercato. I settori difensivi come i beni di prima necessità si sono comportati molto meglio.

A seguito di queste pubblicazioni, gli investitori si aspettano ora che gli utili europei crescano del 6,5% nel 2024. I settori che contribuiranno maggiormente alla futura espansione sono, tra gli altri, la sanità, i servizi di comunicazione e i beni di prima necessità.

Considerando tale crescita degli utili e il recente calo del mercato, le valutazioni appaiono interessanti a meno di 12 volte gli utili attesi per il 2024, un valore di molto inferiore alla mediana di lungo periodo.

 

Soddisfatti del nostro posizionamento difensivo

Lo scorso mese non abbiamo apportato modifiche strategiche di rilievo. Siamo ancora convinti che sia opportuno optare per una posizione prudente nei settori più ciclici, come dimostra il nostro rating neutrale ad esempio nei beni di consumo discrezionali e negli industriali, nonché privilegiare i settori difensivi.

Nonostante le recenti performance deboli, abbiamo mantenuto il sovrappeso e la visione positiva su sanità e beni di prima necessità. Nell'ambito dei beni di prima necessità, i nostri segmenti preferiti restano generi alimentari/bevande e prodotti per la casa e la persona, entrambi sostenuti dalla crescita del fatturato e da margini resilienti. Siamo ancora prudenti sul retail alimentare, i cui margini sono sotto pressione.

Titoli azionari statunitensi: è opportuno un posizionamento difensivo

I mercati azionari globali hanno perso ulteriore terreno a ottobre, poiché i tassi di interesse statunitensi a lungo termine hanno superato la soglia del 5% per la prima volta dal 2007, sulla scia di dati economici migliori del previsto e timori per le finanze pubbliche. Tuttavia, a novembre si è finora assistito a un rimbalzo del mercato azionario, trainato da rendimenti dei Treasury in flessione (toni lievemente più accomodanti della Fed e cifre macro appena più deboli pubblicate all'inizio del mese).

 

Ulteriore sottoperformance delle small cap

I mercati azionari statunitensi hanno chiuso ottobre in calo di oltre il 2%. Le small cap hanno di nuovo sottoperformato in quasi tutti i settori, a causa dell'impennata dei tassi di interesse a lungo termine. Sorprendentemente, i titoli growth hanno retto abbastanza bene e persino sovraperformato gli omologhi value.

Da una prospettiva settoriale, tutti i settori hanno conseguito una performance negativa lo scorso mese, salvo i servizi di pubblica utilità che hanno addirittura guadagnato più del 6%. Il settore difensivo dei beni di prima necessità ha parimenti sopravanzato il mercato generale, mentre la sanità non è riuscita a sovraperformare, a causa principalmente degli scadenti rendimenti esibiti dalle società più piccole e dal segmento delle biotecnologie.

Anche i materiali e l'information technology hanno sovraperformato il più ampio mercato, mentre i fanalini di coda del mese sono stati, tra gli altri, l'energia e gli industriali.

 

Un tradizionale rally di fine anno?

È tuttavia opportuno notare che da inizio novembre il quadro è cambiato. Il declino dei rendimenti dei Treasury ha innescato un rimbalzo delle azioni statunitensi, aprendo la strada a un tradizionale rally di fine anno. Il contesto di mercato è ora più costruttivo, anche in seguito alla stagione degli utili per il terzo trimestre, con quasi l'80% delle società comprese nell'indice S&P 500 che ha superato le attese sugli utili.

Sulla scia di queste pregevoli pubblicazioni, gli analisti anticipano ora un'espansione degli utili di quasi il 12% nel prossimo anno, trainata prevalentemente dalla crescita di information technology, servizi di comunicazione e sanità.

Inoltre, le valutazioni del mercato azionario americano sono ulteriormente diminuite dopo la recente correzione e la stagione degli utili. Le azioni sono al momento scambiate a poco più di 17 volte gli utili attesi per il 2024, un valore solo lievemente superiore alla mediana di lungo periodo.

 

Revisione al rialzo dell'information technology

A inizio novembre abbiamo deciso di rivedere al rialzo il rating dell'information technology da neutrale a +1. Siamo convinti che il settore sovraperformerà il più ampio mercato sulla scia dei seguenti fattori:

  • forte distensione dei tassi di interesse a lungo termine nei prossimi mesi;
  • un atterraggio morbido per l'economia statunitense sempre più verosimile;
  • probabilità più elevate che la Fed tagli i tassi di interesse nel 2024;
  • una pregevole stagione degli utili per gran parte delle società del settore, senza grandi eccezioni, e una maggiore attenzione al contenimento dei costi e al miglioramento dei margini;
  • commenti incoraggianti delle società, che suggeriscono una ripresa per i prezzi dei semiconduttori di memoria e per i mercati di smartphone e PC;
  • costante sostegno dell'intelligenza artificiale;
  • valutazioni ragionevoli.

Nell'ambito dell'information technology, abbiamo proceduto a un upgrade di tutti i sotto-settori. Al momento non abbiamo una particolare preferenza per specifici sotto-settori, poiché ognuno di essi presenta sia punti di forza sia di debolezza.

 

Titoli azionari dei mercati emergenti: un calo più pronunciato rispetto ai mercati sviluppati

Ottobre si è rivelato un mese difficile per le azioni dei mercati emergenti, con una correzione del 3,9% (in USD) e una lieve sottoperformance rispetto alle omologhe dei mercati sviluppati (-3%). L'ascesa dei rendimenti del decennale statunitense, che hanno raggiunto livelli visti da ultimo nel 2007, ha rappresentato la principale fonte di preoccupazione. Anche alcuni dei mercati emergenti più difensivi hanno perso terreno, con il Messico e l'India in calo rispettivamente del 7% e 3% nel mese.

In Asia, la Cina ha conseguito una performance strettamente allineata con i rendimenti azionari dei mercati emergenti, esibendo nel periodo una flessione del 4%. Si tratta di una dinamica non trascurabile, alla luce di dati sempre più positivi che suggerivano una potenziale ripresa degli indicatori economici. Anche le prospettive di un ulteriore dialogo tra Stati Uniti e Cina hanno sostenuto il sentiment. Tuttavia, questi segnali positivi sono stati offuscati dal sentiment prevalente di avversione al rischio. Da segnalare il nuovo orientamento della politica fiscale cinese; è stato infatti rimosso il tetto del 3% per il deficit fiscale, lasciando intravedere un maggiore sostegno all'economia.

In Asia settentrionale, la Corea è stata oggetto di un'inattesa volatilità, con una correzione del 7% in USD, soprattutto per i titoli tematici e a lunga duration. La volatilità potrebbe essere imputabile alla revoca del divieto di vendita allo scoperto decisa lo scorso mese dall'autorità di regolamentazione. Per contro, Taiwan si è dimostrato piuttosto resiliente, cedendo il 2%. Il paese è stato sostenuto dai commenti del gigante tecnologico TSMC, che indicano una possibile ripresa della domanda e dei prezzi per i suoi semiconduttori.

Tra i mercati emergenti, la Polonia è stata la prima della classe nel mese, sfoggiando un deciso rialzo del 16%. I rendimenti dei Treasury USA e l'apprezzamento del dollaro hanno pesato sulla Turchia. Tale dinamica è ascrivibile all'attesa di politiche economiche più riformiste dopo un sorprendente risultato elettorale. In America Latina, le azioni brasiliane hanno conseguito una performance in linea con gli altri mercati emergenti, anche se i crescenti rendimenti statunitensi hanno sollevato dubbi sul ritmo dell'allentamento da parte della banca centrale.

Le valute dei mercati emergenti si sono indebolite nel mese, con il dollar index che è salito dello 0,5%. Nell'universo delle materie prime, l'oro ha dominato la scena, oltrepassando la soglia di 2.000 dollari l'oncia. L'incremento è stato determinato dalla maggiore domanda di questo bene rifugio in seguito al conflitto in Medio Oriente. Dopo i significativi deflussi di settembre, a ottobre i flussi in uscita dai fondi azionari dei mercati emergenti sono ulteriormente aumentati.

 

Prospettive e driver

Nonostante le nostre prospettive nel complesso favorevoli per le azioni dei mercati emergenti sul più lungo termine, abbiamo mantenuto una visione cauta nel breve periodo. Questa prudenza è giustificata principalmente da rendimenti dei Treasury USA "su alti livelli più a lungo", uno scenario deleterio per le valutazioni di tali mercati. Inoltre, le tensioni geopolitiche sono rimaste elevate, contribuendo ulteriormente alla nostra cautela sul breve termine. Di conseguenza, per far fronte a questo quadro abbiamo mantenuto una posizione leggermente difensiva e bilanciata nella nostra strategia.

A ottobre abbiamo purtroppo assistito allo scoppio di un altro conflitto in Medio Oriente, che ha intensificato il sentiment di avversione al rischio sul mercato.

Tuttavia, il panorama inizia a mutare. Sono emersi segni di cedimento dell'attività economica statunitense; pertanto, la Fed potrebbe essere vicina alla fine dell'attuale ciclo rialzista iniziato a marzo dello scorso anno. Alla luce di questo sviluppo, siamo più ottimisti sulle prospettive a breve termine.

Il potenziale di sovraperformance delle azioni dei mercati emergenti diminuisce all'aumentare dei tassi di interesse statunitensi a lungo termine. Sembra che gli investitori stiano aspettando che si compia un ciclo completo negli Stati Uniti, con una contrazione del PIL e successivi tagli dei tassi, prima che si materializzi una domanda robusta e duratura per le azioni emergenti.

In termini di posizionamento, continueremo a mantenere una posizione lievemente difensiva e bilanciata, in attesa di ulteriori conferme che il picco dei tassi di interesse sia alle spalle e che la ripresa economica cinese guadagni slancio, contribuendo alla crescita differenziale dei mercati emergenti.

 

Aggiornamento delle posizioni

Nel mese abbiamo rivisto al rialzo la Corea del Sud da 0 a +1, mantenendo un sovrappeso selettivo su ASEAN e Brasile (regione dell'America Latina).

Nessuna modifica alle nostre visioni settoriali. Lo scorso mese abbiamo declassato i beni strumentali a neutrale, in seguito ai timori di pressioni sui prezzi, mantenendo al contempo una visione costruttiva sul segmento dei semiconduttori.

Visioni regionali:

Corea: sovrappeso. Oltre alle opportunità tematiche, le migliori prospettive per i pesi massimi degli hardware tecnologici e dei semiconduttori (Samsung Electronics, SK Hynix, ecc.) sostengono la ripresa della regione. Le valutazioni sono più ragionevoli dopo la recente correzione. L'intensa volatilità resta l'unica preoccupazione ma, nonostante ciò, abbiamo proceduto a un upgrade della regione a sovrappeso.

Cina: neutrale. I dati macro cinesi indicano che l'attività economica sta toccando il fondo. L'imminente incontro tra il presidente degli Stati Uniti Biden e l'omologo cinese Xi Jinping attenuano i venti contrari geopolitici. La politica continua a essere favorevole, soprattutto a livello fiscale, con ad esempio l'emissione di obbligazioni per 1.000 miliardi di yuan e l'innalzamento del tetto del 3% per il deficit fiscale. Manteniamo un'esposizione neutrale alla regione.

India: neutrale, ma positiva nel lungo periodo. Gli utili aziendali continuano a salire, trainati da una robusta spesa pubblica e da una domanda di beni di consumo in ripresa in vista delle festività.

Visioni per settore e industria:

Nessuna modifica alle visioni settoriali. Continuiamo a monitorare il settore dei semiconduttori (rating neutrale mantenuto), dove la domanda è sostenuta dall'intelligenza artificiale e gli investimenti nel cloud potrebbero innescare una ripresa prima del previsto.

 

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