Coffee Break


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  • Settimana

La scorsa settimana in sintesi

  • Dopo un ultimo trimestre del 2023 particolarmente favorevole, l'avvio del nuovo anno fiscale è parso nel complesso poco entusiasmante.
  • Il report sull'andamento del mercato del lavoro statunitense di dicembre ha lasciato perplessi gli investitori, con l'inflazione salariale rimasta elevata e il tasso di disoccupazione invariato al 3,7%, mentre molti componenti risultavano più deboli.
  • Pur rimanendo al di sotto della soglia dei 50 punti, il PMI manifatturiero negli Stati Uniti (47,7) e nell'eurozona (44,4) è leggermente migliorato a dicembre, superando le aspettative.
  • Nell'eurozona, l'inflazione è cresciuta a dicembre del 2,9% su base annua e dello 0,2% mensile, in linea con le aspettative.

 

Dati ed eventi di questa settimana

  • Sul fronte dei dati, negli Stati Uniti è prevista per dicembre una crescita marginale dell'inflazione headline, mentre l'inflazione core dovrebbe confermare la sua tendenza al ribasso. Salvo in caso di uno shock imprevisto, ci aspettiamo che, su entrambe le sponde dell'Atlantico, l'inflazione chiuderà il 2024 a breve distanza dai target delle banche centrali.
  • In Europa, verranno pubblicati il sondaggio della Commissione europea sulla fiducia economica di famiglie e imprese, oltre ai dati sulla produzione industriale di diversi paesi membri.
  • I membri del Congresso rientrano a Washington ancora più lontani da un accordo di quanto non fossero qualche settimana fa, con poca chiarezza sulla strada da intraprendere in merito ai finanziamenti pubblici annuali, alle variazioni della politica sulle frontiere e all'assistenza supplementare per Ucraina e Israele. Un blocco delle attività amministrative nel corso del primo semestre costituisce una probabilità concreta.
  • Insieme al dibattito dei candidati repubblicani in Iowa, prima del caucus della settimana successiva, l'incombere di questi negoziati rappresenta l'avvio "ufficiale" dell'anno elettorale negli Stati Uniti.
  • Sul fronte geopolitico, l'attenzione sarà rivolta alle elezioni che si terranno a Taiwan.


Convinzioni di investimento

Scenario di base

  • Ci aspettiamo un lieve rallentamento dell'attività economica statunitense nel corso del 2024 (1,9% contro il 2,5% del 2023). L'inflazione sta mostrando segnali sempre più incoraggianti (2,7% in media nel 2024 contro il 4,1% dello scorso anno) e le pressioni salariali dovrebbero finalmente allentarsi.
  • La Fed conferma il nostro scenario di atterraggio morbido e l'impatto delle ultime comunicazioni (3 tagli nel 2024 secondo il dot plot mediano) dovrebbe con buona probabilità prolungare il ciclo economico.
  • L'annuncio della Fed del 13 dicembre conferma che il 2024 dovrebbe offrire una migliore visibilità, con lo shock legato a tassi di interesse/inflazione che tenderà a svanire e le banche centrali che sfrutteranno il loro margine di manovra.
  • Prosegue la desincronizzazione della crescita. Nell'eurozona, la crescita rimarrà verosimilmente sottotono per la maggior parte del 2024 (0,5%), mentre la disinflazione dovrebbe accelerare (2% in media nel 2024 contro il 5,4% dello scorso anno). Cresce nella regione la probabilità di una battuta d'arresto o di una lieve recessione, sebbene la BCE sembri essere un passo indietro la Fed rispetto alle tempistiche dei tagli dei tassi.
  • In Cina, l'attività economica ha mostrato timidi segnali di stabilizzazione (4% di crescita del PIL atteso nel 2024), mentre l'evoluzione dei prezzi permane in territorio deflazionistico.

 

Rischi

  • Rispetto all'outlook della crescita globale, i rischi geopolitici restano orientati al ribasso a fronte dell'evolversi della situazione. Eventuali inversioni di tendenza al rialzo nel prezzo del petrolio, nei rendimenti statunitensi e nell'USD sono le principali variabili da tenere d'occhio.
  • Un rischio remoto che potrebbe manifestarsi è quello di un'inflazione più persistente del previsto, in grado di spingere le banche centrali a invertire la rotta.
  • Allo stesso modo, potrebbero tornare a fare capolino rischi per la stabilità finanziaria a fronte della stretta monetaria più imponente degli ultimi quarant'anni e dell'inasprimento delle condizioni finanziarie.
  • Un rischio di sottovalutazione potrebbe essere rappresentato da un'uscita precoce dalla politica monetaria restrittiva delle banche centrali.

 

Strategia cross-asset

  1. La nostra asset allocation mostra una preferenza relativa per le obbligazioni rispetto alle azioni, dato che il premio per il rischio azionario risulta attualmente insufficiente e non incoraggia quindi gli investitori a riponderare questa classe di attivi.
  2. Abbiamo le seguenti convinzioni di investimento:
    • Ci aspettiamo un rialzo limitato nel comparto azionario, ambito nel quale manteniamo attualmente un leggero sottopeso a fronte di una visione negativa rispetto alle azioni dell'eurozona e neutrale sulle altre regioni.
    • Nel contesto delle azioni, ci concentriamo su tematiche specifiche. Tra esse, prediligiamo la tecnologia/l'IA e cerchiamo opportunità tra le azioni delle small e mid-cap che hanno subito forti svalutazioni nel corso dell'anno oppure nel segmento dell'energia pulita. Rimaniamo inoltre acquirenti di settori di fine ciclo, come sanità e beni di prima necessità.
  3. Per quanto concerne l'allocazione al reddito fisso:
    • Ci concentriamo sul credito di qualità elevata come fonte di carry.
    • Acquistiamo inoltre titoli di Stato europei e americani core, con l'obiettivo di beneficiare del carry in un contesto di rallentamento dell'attività economica e di calo dell'inflazione.
    • Rimaniamo esposti al debito dei mercati emergenti per beneficiare di un carry interessante.
  4. Manteniamo una posizione long sullo yen giapponese e un'esposizione ad alcune materie prime, tra cui l'oro, dato che entrambe garantiscono una buona copertura in un contesto di avversione al rischio.
  5. Ci aspettiamo una buona performance degli investimenti alternativi, poiché presentano un certo livello di decorrelazione rispetto agli asset tradizionali.

 

Il nostro posizionamento

Con le azioni diventate relativamente meno interessanti, ci concentriamo, nell'ambito di questa asset class, su tematiche specifiche e manteniamo una lunga duration sulle obbligazioni. A livello regionale, conserviamo un sottopeso sul comparto azionario dell'eurozona e restiamo neutrali rispetto a quello del Giappone, dei mercati emergenti e degli Stati Uniti. Nella componente del reddito fisso, la nostra attenzione si concentra sul credito capace di garantire carry, ovvero Investment Grade e debito emergente. In termini settoriali, anticipando un graduale calo dei rendimenti obbligazionari e data la comprovata resilienza degli utili, manteniamo una visione più costruttiva sul settore tecnologico statunitense. Oltre a questo, ci atteniamo alla nostra preferenza per il settore sanitario e per quello dei beni di prima necessità e consideriamo come le banche centrali siano giunte al termine del ciclo di rialzi, cominciando a cercare opportunità tra le azioni delle small e mid-cap che hanno subito forti svalutazioni nel corso dell'anno oppure nel segmento dell'energia pulita.

 

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