La scorsa settimana in sintesi
- Israele ha colpito i siti nucleari e militari iraniani, con Teheran che ha promesso una “dura risposta”. I prezzi del petrolio sono aumentati a causa dei timori di un conflitto più ampio e prolungato.
- A maggio, i dati sull'inflazione degli Stati Uniti, complessivamente favorevoli, hanno lasciato intravedere anche i primi segnali di pressione tariffaria, rafforzando l'atteggiamento cauto della Fed.
- I deboli dati cinesi su commercio e inflazione hanno evidenziato una domanda interna debole e pesato sui prezzi delle materie prime.
- I dati del Regno Unito hanno mostrato una crescita contenuta e salari in calo, il che supporta le prospettive di una politica monetaria più accomodante.
- I leader del G7 in Alberta si sono impegnati a coordinare gli scambi commerciali e a sostenere l'Ucraina, attenuando alcune preoccupazioni geopolitiche.
Dati ed eventi di questa settimana
- La decisione sui tassi d'interesse, le proiezioni economiche e la conferenza stampa della Fed orienteranno le aspettative del mercato sulla politica monetaria statunitense nel secondo semestre.
- Per altro, anche la Banca d'Inghilterra, la Banca nazionale svizzera e la Banca del Giappone terranno riunioni per la determinazione dei tassi d'interesse.
- Nell'eurozona, l'indice flash della fiducia dei consumatori fornirà una prima istantanea del sentiment delle famiglie riguardo all'economia, alle intenzioni di spesa e alle prospettive finanziarie.
- Negli Stati Uniti, le informazioni su cantieri residenziali e concessioni edilizie certificheranno lo stato di salute del mercato immobiliare e forniranno dati quantitativi da valutare.
- I dati chiave della Cina – prezzi delle abitazioni, produzione industriale, vendite al dettaglio e disoccupazione – insieme alle vendite al dettaglio e alla produzione industriale degli Stati Uniti offriranno un'istantanea dell'attività delle due maggiori economie del pianeta.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- Stando ai dati qualitativi, la crescita globale appare in calo, mentre l'inflazione risulta divergente tra Stati Uniti, Europa e Cina. Il banco di prova rappresentato dai dati quantitativi e l'escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Cina restano fondamentali per una valutazione.
- Stati Uniti: la crescita è in calo e permangono rischi di inflazione, mentre incombono i dazi doganali, il che rende fondamentale tenere d'occhio nelle prossime settimane il dollaro, le pubblicazioni dei dati quantitativi e la crescita degli utili societari.
- Europa: con la tenuta della crescita e l'inflazione sotto controllo (missione compiuta per la BCE), l'attenzione si sposta ora sulle politiche fiscali volte a mitigare i rischi più ampi.
- Cina: la crescita resta limitata con scarsi segnali di accelerazione e persiste la deflazione, in un contesto caratterizzato dalle continue pressioni legate al confronto commerciale con gli Stati Uniti.
Rischi
- Fragilità geopolitica: le tensioni in Medio Oriente e le relazioni tra Stati Uniti e Cina restano volatili, oltre ad avere il potenziale di perturbare le catene di approvvigionamento, i mercati energetici e il sentiment degli investitori.
- Incertezza della politica statunitense: le eccentriche politiche commerciali e fiscali dell'amministrazione Trump stanno minando la fiducia nella leadership degli Stati Uniti e nel dollaro.
- Inflazione tramite il commercio e i salari: le pressioni sui prezzi indotte dai dazi e la crescita dei salari potrebbero bloccare il processo di disinflazione, costringendo la Fed a ritardare l'allentamento. Lo scollamento tra i prezzi di mercato e la politica potrebbe innescare un repricing tra gli asset.
- Crescita degli utili: le aspettative sugli utili, soprattutto negli Stati Uniti, appaiono ottimistiche e concentrate tra le megacap tecnologiche. Le proiezioni generali di crescita degli utili sono a rischio per via della debolezza della domanda, delle perturbazioni commerciali e dell'incertezza politica.
Strategia cross-asset
- Sebbene le tensioni commerciali si siano attenuate, i rischi geopolitici rimangono elevati, come testimoniano gli ultimi sviluppi in Medio Oriente. Manteniamo una strategia flessibile e diversificata, con un posizionamento selettivo e un'attenzione particolare alla visibilità.
- Azioni mondiali:
- Al momento, il nostro posizionamento è complessivamente neutrale e non prevede alcuna particolare inclinazione regionale per via della limitazione del rialzo senza il supporto degli utili.
- Allocazione regionale:
- Le azioni statunitensi appaiono pienamente valutate, con i mercati che prevedono un esito favorevole in materia di commercio e politica fiscale. Ciò limita il potenziale di rialzo e potrebbe aumentare la vulnerabilità alle delusioni.
- Pur essendo più esposti alle tensioni commerciali, l'Europa e i mercati emergenti potrebbero essere sostenuti da valutazioni più interessanti e risposte fiscali più forti, che compenserebbero in parte le difficoltà legate ai dazi.
- Allocazione fattoriale e settoriale:
- In questo contesto, privilegiamo fattori ben diversificati rispetto alle scommesse direzionali.
- La strategia prevede una sovraponderazione sulla tecnologia globale per via della crescita strutturale trainata dall'IA.
- Le nostre opinioni sono positive sulle midcap tedesche, sulle infrastrutture e sulla difesa europee, sostenute dall'espansione fiscale.
- Titoli di Stato:
- Le obbligazioni sovrane europee continuano a beneficiare dei timori legati alla crescita, delle aspettative di un'inflazione contenuta e dell'atteggiamento accomodante della BCE. In un portafoglio multi-asset, aggiungono una preziosa decorrelazione e fungono da ancoraggio difensivo in caso di nuova volatilità del mercato.
- Siamo neutrali sui Treasury statunitensi, con rischi bilanciati tra i timori per l'inflazione e la crescita.
- Credito:
- Nei mercati del credito, manteniamo una preferenza per le obbligazioni Investment Grade rispetto a quelle High Yield e privilegiamo il credito europeo rispetto a quello statunitense. L'investment grade resta una classe d'investimento resiliente con fondamentali solidi, in particolare nel credito europeo, dove gli spread con gli Stati Uniti sono tornati a livelli negativi.
- Gli spread High Yield si sono notevolmente contratti, offrendo uno scarso premio di rischio, per cui manteniamo una posizione prudente con un leggero sottopeso sulle obbligazioni HY sia statunitensi che europee.
- Manteniamo un'allocazione al debito dei mercati emergenti, dopo aver rivisto leggermente al rialzo la nostra view portandola a neutrale. La classe d'investimento beneficia di rendimenti regionali reali positivi, del potenziale sostegno di un dollaro statunitense più debole e del possibile allentamento dei dazi.
- Gli investimenti alternativi svolgono un ruolo fondamentale nella diversificazione del portafoglio:
- L'oro resta sovraponderato come copertura strategica contro i rischi geopolitici e la volatilità dei tassi reali. La domanda è sostenuta dagli acquisti delle banche centrali e dagli afflussi retail.
- Manteniamo un'allocazione agli investimenti alternativi per garantire stabilità e diversificazione in un contesto di volatilità costante.
- Per ciò che riguarda le valute, i tassi di cambio rimarranno un punto focale nelle discussioni commerciali e nelle dinamiche di mercato generali.
Optiamo per una sovraponderazione sulle valute difensive (ad esempio lo yen) e prevediamo un indebolimento del dollaro in concomitanza con il rallentamento della crescita.
Il nostro posizionamento
Con i mercati azionari che scambiano ai massimi del loro recente range, ci sentiamo di mantenere un posizionamento neutrale, conservando un approccio d'investimento paziente, diversificato e focalizzato sulla transizione. Per ciò che riguarda le azioni, evitiamo orientamenti regionali, e ci concentriamo sulla diversificazione settoriale e dei fattori, in particolare nei segmenti con una solida dinamica degli utili, come la tecnologia, e nei settori che beneficiano del sostegno fiscale, come le infrastrutture e la difesa europee. Nel reddito fisso, preferiamo le obbligazioni Investment Grade rispetto a quelle High Yield, con un'inclinazione verso il credito europeo per via della sua resilienza e dei suoi solidi fondamentali. Rimaniamo neutrali sui Treasury statunitensi e cauti sull'High Yield, considerati gli spread contratti e i premi di rischio limitati. La nostra view sul debito dei mercati emergenti è leggermente migliorata, sostenuta dai rendimenti reali positivi, dall'indebolimento del dollaro e dall'allentamento dei dazi. Gli investimenti alternativi restano un elemento chiave per la stabilizzazione del portafoglio, con l'oro mantenuto come copertura strategica in un contesto caratterizzato da rischi asimmetrici e incertezze geopolitiche.