Coffee Break

Tutti gli occhi puntati sulla Fed

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La scorsa settimana in sintesi

  • Negli Stati Uniti, i dati di PPI e CPI si sono rivelati più elevati del previsto, principalmente per via dei prezzi del gas, mentre le vendite al dettaglio, pur registrando un rimbalzo dello 0,6%, non hanno soddisfatto le aspettative.  
  • Il sentiment dei consumatori rilevato dall'Università del Michigan ha mostrato una lieve flessione attestandosi a quota 76,5, ovvero al di sotto del 76,9 previsto.
  • I negoziati per l'aumento dei salari in Giappone (condotti dal gruppo sindacale Rengo) si sono conclusi con un rialzo del 5,28% (contro il 3,80% dello scorso anno), che dovrebbe favorire l'avvio di una normalizzazione della politica monetaria da parte della BoJ.
  • La PBOC ha lasciato invariato il tasso sulle operazioni di rifinanziamento a medio termine e ha inaspettatamente ritirato dal sistema bancario CNY 94 mld netti per la prima volta dalla fine del 2022.

 

Dati ed eventi di questa settimana

  • Gli investitori monitoreranno con attenzione le decisioni e le comunicazioni della Fed riguardo potenziali tagli dei tassi, in particolare alla luce degli elevati dati sull'inflazione della scorsa settimana.
  • Inoltre, si terranno le riunioni della Banca del Giappone e della Bank of England. Sebbene non ci siano grosse aspettative rispetto al Regno Unito, la BoJ si trova invece a un bivio, stretta tra i commenti dal tono aggressivo di alcuni funzionari e i dati relativi all'inflazione e al controllo della curva dei rendimenti.
  • La Cina pubblicherà una serie di indicatori riguardanti attività economica, lavoro e vendite al dettaglio, fornendo così agli investitori maggiori informazioni sullo stato di salute della propria economia.
  • I dati preliminari relativi all'l'indice PMI globale del comparto manifatturiero e di quello dei servizi aiuteranno gli investitori a valutare lo stato dell'economia mondiale. Nell'eurozona verranno inoltre resi noti i dati preliminari sulla fiducia dei consumatori.


Convinzioni di investimento

Scenario di base

  • L'ultima parte del percorso di riduzione del tasso di inflazione dal 3% al 2% sembra essere più accidentata negli Stati Uniti che nell'eurozona. Nel complesso, il mix di crescita/inflazione sta innegabilmente rientrando in un territorio "familiare".
  • Lo scenario che continuiamo a ritenere più probabile è quello di un atterraggio morbido accompagnato da una disinflazione costante negli Stati Uniti, presupponendo che la Fed non abbia alcuna fretta di fornire sostegno monetario. Non ci aspettiamo che l'allentamento monetario cominci prima della fine del primo semestre.
  • Il 2024 dovrebbe offrire una migliore visibilità con la progressiva riduzione del divario nella crescita economica tra i paesi, mentre la maggior parte delle banche centrali nel frattempo ha recuperato spazio di manovra.
  • L'attività economica cinese ha mostrato qualche debole segno di stabilizzazione, mentre i prezzi mantengono una traiettoria deflazionistica.

 

Rischi

  • Sebbene permanga incertezza sulle tempistiche dell'avvio di un allentamento monetario, un rischio al ribasso potrebbe essere rappresentato da un approccio troppo prudente rispetto a un allentamento della politica monetaria da parte delle banche centrali e a un mercato deluso.
  • Rispetto all'outlook della crescita globale, i rischi geopolitici restano orientati al ribasso a fronte dell'evolversi della situazione nel Mar Rosso. Eventuali inversioni di tendenza al rialzo nel prezzo del petrolio, nei rendimenti statunitensi e nell'USD sono le principali variabili da tenere d'occhio.
  • Un rischio che potrebbe manifestarsi è quello di un'inflazione più persistente del previsto, in grado di spingere le banche centrali a invertire la retorica accomodante. A nostro avviso, sarebbe necessario ben più degli incostanti dati osservati a gennaio.
  • Al di là delle esposizioni all'immobiliare commerciale, potrebbero riaffacciarsi rischi di stabilità finanziaria dovuti alla più imponente stretta monetaria degli ultimi quarant'anni.

 

Strategia cross-asset

  1. La nostra asset allocation è ampiamente bilanciata. Riconosciamo l'attuale slancio a sostegno del mercato azionario statunitense, abbiamo la convinzione più debole sul mercato europeo e ci manteniamo neutrali su Giappone e mercati emergenti, sebbene entrambi sembrino aver raggiunto un punto di svolta.
  2. Abbiamo le seguenti ulteriori convinzioni di investimento:
    • Manteniamo un'allocazione neutrale poiché il sentiment appare teso e data l'assenza di un segnale di vendita nella nostra analisi proprietaria.
    • Nel contesto delle azioni, ci concentriamo su tematiche specifiche. Dato che prevediamo un mercato generale più incerto nei prossimi mesi e poiché le aspettative del consenso rispetto al settore della tecnologia potrebbero risultare eccessivamente ottimistiche, abbiamo declassato le nostre posizioni sul comparto tecnologico statunitense portandole alla neutralità. Il nostro outlook a lungo termine resta tuttavia fortemente positivo. Rimaniamo inoltre acquirenti di settori di fine ciclo, come quello sanitario. Cerchiamo opportunità tra le azioni delle small e mid-cap che hanno subito forti svalutazioni nel corso dell'anno oppure nel segmento dell'energia pulita.
  3. Per quanto concerne l'allocazione al reddito fisso:
    • Ci concentriamo sul credito di qualità elevata come fonte di una ripresa dei rendimenti.
    • Acquistiamo inoltre titoli di Stato europei core, con l'obiettivo di beneficiare del carry in un contesto di calo dell'inflazione.
    • Rimaniamo esposti al debito dei mercati emergenti per beneficiare di un carry interessante.
    • Conserviamo una visione neutrale sui titoli di Stato USA, alla ricerca di un nuovo e più interessante punto d'ingresso, in quanto ci aspettiamo che i mercati rivedranno più avanti le loro prospettive sulla Fed.
  4. Manteniamo una posizione long sullo yen giapponese e un'esposizione ad alcune materie prime, tra cui l'oro, dato che entrambe garantiscono una buona copertura in un contesto di avversione al rischio.
  5. Ci aspettiamo una buona performance degli investimenti alternativi, poiché presentano un certo livello di decorrelazione rispetto agli asset tradizionali.

 

Il nostro posizionamento

Il rally del mercato statunitense da ottobre risulta eccezionale rispetto ai dati storici e, da parte nostra, riconosciamo l'attuale slancio, anche se, dopo questo numero atipico di aumenti successivi, è cresciuta la probabilità di un consolidamento a breve termine. Conserviamo una posizione di sostegno sulle azioni statunitensi, siamo più cauti sul mercato europeo e neutrali su Giappone e mercati emergenti. Nel segmento del reddito fisso, siamo aperti all'idea di aggiungere duration europea e abbiamo meno convinzioni rispetto alla duration statunitense. Inoltre, continuiamo a raccogliere carry tramite il credito investment grade e il debito dei mercati emergenti.

 

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