La scorsa settimana in sintesi
- Il quadro sul mercato del lavoro statunitense è risultato piuttosto contrastante, a fronte della creazione di 187.000 nuovi posti di lavoro in un contesto di retribuzioni orarie medie ancora troppo elevate.
- Nel secondo trimestre del 2023, l'economia dell'eurozona è cresciuta dello 0,3%, con il calo dell'inflazione e una domanda in ripresa a compensare gli elevati tassi di interesse e il deterioramento della fiducia.
- L'aumento del debito federale e le continue dispute sul relativo tetto hanno fatto sorgere dubbi sulla capacità degli Stati Uniti di onorare gli obblighi di pagamento, portando Fitch a optare per un downgrade del rating.
- La Bank of England ha aumentato i tassi di interesse portandoli al 5,25%, ovvero ai massimi da 15 anni. A giugno, l'inflazione è scesa al 7,9%, pur rimanendo la più alta dei paesi del G7.
Dati ed eventi di questa settimana
- I dati finali sull'inflazione, compresi PPI e CPI di alcuni paesi chiave come Stati Uniti e Cina, saranno sotto i riflettori poiché gli investitori sono alla ricerca di indizi sulle prossime mosse delle banche centrali.
- I dati preliminari forniti dall'Università del Michigan sul sentiment dei consumatori e sulle condizioni correnti forniranno indicazioni su come i consumatori statunitensi valutano la situazione economica.
- Il Regno Unito pubblicherà il tasso di crescita del PIL del secondo trimestre oltre a una serie di dati legati ad attività e commercio, con gli investitori che cercano di valutare la portata del rallentamento.
- La stagione degli utili del secondo trimestre 2023 prosegue con Walt Disney, Alibaba e Berkshire Hathaway.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- Negli Stati Uniti, gli ultimi dati continuano a puntare verso un atterraggio morbido. Inflazione e retribuzioni continuano a calare mentre la crescita resta resiliente. In Cina, invece, la crescita continua a mantenersi inferiore alle previsioni, lasciando presagire la possibilità di ulteriori stimoli.
- Nell'eurozona, la crescita è debole e si prevede che rimarrà sottotono: l'attività è ora in fase di contrazione nel settore manifatturiero e sta decelerando in quello dei servizi. Il calo dell'inflazione dovrebbe aiutare le famiglie a riguadagnare potere d'acquisto nel corso del secondo semestre.
- La maggior parte delle economie emergenti registra pressioni inflazionistiche contenute e alcune delle banche centrali hanno iniziato a tagliare i tassi: nel ciclo dei tassi di interesse, non si trovano infatti nella stessa fase dei paesi sviluppati.
- Le banche centrali nei mercati sviluppati si stanno avvicinando al picco dei rialzi, anche se i tassi di interesse rimarranno elevati per un periodo di tempo prolungato. Nel corso del secondo semestre del 2023, non ci aspettiamo tagli dei tassi nei mercati sviluppati.
- Prevediamo tuttavia un contesto di mercato meno favorevole rispetto al primo semestre, il che dovrebbe tradursi in un ampio movimento laterale dei mercati finanziari.
Rischi
- La più forte stretta monetaria degli ultimi quarant'anni ha determinato un significativo inasprimento delle condizioni finanziarie. Potrebbero riemergere rischi per la stabilità finanziaria.
- Un'inflazione più persistente del previsto potrebbe costringere le banche centrali ad aumentare ulteriormente i tassi, determinando una revisione al ribasso delle previsioni di crescita.
- A seguito dell'importante calo delle sorprese sul fronte della crescita in tutte le principali regioni all'infuori degli Stati Uniti, le previsioni globali potrebbero diventare meno incoraggianti.
Strategia cross-asset
- Manteniamo un'allocazione azionaria più cauta rispetto al primo semestre, considerato il potenziale di rialzo limitato. Ai livelli attuali, un esito economico positivo con un atterraggio pressoché morbido sembra già scontato per le azioni. Ci concentriamo a raccogliere il carry e manteniamo una duration lunga.
- Abbiamo le seguenti convinzioni di investimento:
- Abbiamo optato per un posizionamento azionario moderatamente più difensivo, mantenendo una sottoponderazione sulle azioni dell'eurozona a fronte di prezzi diventati a nostro parere troppo compiacenti, dato il contesto restrittivo in ambito monetario e finanziario.
- Crediamo nel potenziale di rialzo dei mercati emergenti, che dovrebbero beneficiare dei cicli economici e monetari in via di miglioramento rispetto ai mercati sviluppati, mentre le valutazioni restano interessanti.
- Prediligiamo i titoli difensivi, come ad esempio sanità e beni di consumo di base, rispetto a quelli ciclici, che già scontano un miglioramento e una ripresa economica solidi. Inoltre, i settori difensivi dispongono di un potere di determinazione dei prezzi superiore, sebbene un ulteriore margine di espansione risulti improbabile.
- A più lungo termine, prediligiamo le tematiche d'investimento correlate alla transizione energetica, a fronte del crescente interesse verso i settori legati al clima e all'economia circolare. Manteniamo la tecnologia nelle nostre convinzioni di lungo termine, perché ci aspettiamo che l'automazione e la robotica proseguano la loro ripresa cominciata nel 2022, sebbene a un ritmo ridotto rispetto al primo semestre di quest'anno.
- Nell'allocazione del reddito fisso, manteniamo un posizionamento lungo in termini di duration:
- Con tassi più elevati e un livello di spread ragionevole, apprezziamo i titoli di Stato statunitensi ed europei, oltre al credito di alta qualità come fonti di carry.
- La nostra posizione di sovrappeso sul credito investment grade rappresenta una forte convinzione sugli emittenti europei dall'inizio dell'anno, dato che il rapporto carry/volatilità risulta interessante.
- Siamo più prudenti sulle obbligazioni High Yield, poiché l'inasprimento degli standard di credito dovrebbe fungere da ostacolo e, negli ultimi mesi, la protezione contro l'aumento dei default è diminuita.
- Le obbligazioni emergenti continuano a offrire il carry più interessante. La posizione accomodante delle banche centrali risulta positiva per le obbligazioni. Il posizionamento degli investitori è ancora moderato, a seguito dei deflussi del 2022. Inoltre, non si prevede un apprezzamento del dollaro USA, il che rappresenta un vantaggio per il debito in valuta locale.
- Manteniamo una posizione long sullo yen giapponese e un'esposizione ad alcune materie prime, tra cui l'oro, dato che entrambe garantiscono una buona copertura in un potenziale contesto di avversione al rischio.
- Su un orizzonte di medio termine, ci aspettiamo una buona performance da parte degli investimenti alternativi.
Il nostro posizionamento
Le nostre convinzioni si traducono in una sovraponderazione sulle obbligazioni rispetto alle azioni. Nell'ambito del reddito fisso, riteniamo interessanti le obbligazioni europee Investment Grade e restiamo fiduciosi rispetto a questa classe di attivi. A fronte della politica aggressiva attuata dalla BCE, i rendimenti a lungo termine presentano interessanti livelli di acquisto e abbiamo scelto di cogliere questa opportunità mantenendo un posizionamento lungo in termini di duration. In ambito azionario, intravediamo valore in un approccio a bilanciere: sovrappeso sui mercati emergenti mitigato da un sottopeso sull'eurozona. Inoltre, riconosciamo la presenza di un'importante dinamica di supporto e di uno scenario "Goldilocks" negli Stati Uniti: maggiori sorprese positive sul fronte della crescita economica e minori sorprese negative rispetto all'inflazione. Tuttavia, la nostra esposizione al mercato statunitense è associata a una strategia di protezione tramite derivati, dato che il sentiment, il posizionamento e la psicologia di mercato risultano tesi. I mercati riflettono in misura crescente le nostre previsioni di un atterraggio morbido, limitando il potenziale di rendimento futuro. La nostra strategia di asset allocation "di fine ciclo" ruota anch'essa attorno a settori difensivi rispetto ai ciclici.