Coffee Break

Dall'Alaska a Jackson Hole

Coffee Break:
  • Settimana

La scorsa settimana in sintesi

  • Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha tenuto un vertice bilaterale con Vladimir Putin, che dovrebbe rappresentare un primo passo verso l'inizio della fine della guerra russa in Ucraina.
  • I mercati azionari globali hanno registrato un rialzo, con l'indice S&P 500 statunitense e il Nikkei giapponese che hanno raggiunto livelli record, mentre gli investitori hanno continuato a scontare le crescenti probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed già dal mese prossimo.
  • I dati contrastanti sull'inflazione negli Stati Uniti (prezzi al consumo moderati e prezzi alla produzione in forte aumento) non hanno modificato le crescenti aspettative del mercato in merito a un taglio dei tassi.
  • In Europa, il sondaggio di agosto condotto dall'istituto ZEW ha fornito risultati inferiori alle aspettative e al di sotto del livello del mese precedente, riflettendo una certa delusione riguardo all'accordo commerciale con gli Stati Uniti.
  • Sempre a proposito degli accordi commerciali con gli Stati Uniti, il presidente Trump ha concesso un ulteriore periodo di 90 giorni per negoziarne uno con la Cina.

 

Dati ed eventi di questa settimana

  • I mercati dovranno esaminare e assimilare l'esito del vertice tra Stati Uniti e Russia sull'Ucraina tenutosi in Alaska, nonché l'incontro successivo con il presidente ucraino Zelenskiy e i leader europei a Washington.
  • L'attenzione degli investitori si sposterà rapidamente sul simposio di politica economica di Jackson Hole, dove è previsto l'intervento del presidente della Fed Powell.
  • I PMI flash globali faranno luce sul sentiment delle imprese dopo l'introduzione dei nuovi dazi commerciali statunitensi all'inizio del mese.
  • Sul fronte dei dati negli Stati Uniti, le pubblicazioni relative al mercato immobiliare costituiranno il tema dominante, con la pubblicazione dell'indice NAHB, dei dati sui cantieri residenziali, sulle concessioni edilizie e sulle vendite di immobili esistenti.

 

Convinzioni di investimento

Scenario di base

  • Stati Uniti: l'economia statunitense sta mostrando segnali di affaticamento, con dati sull'occupazione in calo e indagini ISM deboli che indicano prospettive più fragili. L'inflazione risulta destinata a raggiungere il 4% nel 2026, ma la Fed sembra sempre più incline a ignorare queste pressioni sui prezzi, considerandole in gran parte temporanee. Con la resilienza del mercato del lavoro ora in discussione (un pilastro fondamentale del suo doppio mandato), la banca centrale sembra orientarsi verso una posizione più accomodante, aprendo la strada a tagli dei tassi e a un irripidimento rialzista della curva dei rendimenti.
  • Eurozona: l'eurozona mostra segnali di una modesta ripresa, evitando la recessione pur dovendo affrontare nuove criticità. alla maggior parte delle esportazioni dell'UE verso gli Stati Uniti viene applicata una nuova aliquota tariffaria del 15%, che erode la competitività e offusca le prospettive di crescita della regione. L'inflazione rimane comodamente circoscritta nella zona target della BCE, rafforzando la logica alla base della decisione di mantenere invariato il tasso di riferimento. Tuttavia, pur scegliendo di rimanere ferma, la BCE conserva la flessibilità necessaria per procedere a un taglio qualora le prospettive di crescita dovessero deteriorarsi ulteriormente.
  • Cina: la crescita rimane modesta ma stabile, con i negoziati commerciali con gli Stati Uniti ancora in corso e le persistenti pressioni deflazionistiche. La debole domanda interna e le problematiche strutturali mantengono la PBoC su una posizione accomodante, con l'obiettivo di prevenire un rallentamento più marcato.
  • Globale: la crescita globale sta gradualmente rallentando, con divergenze sempre più marcate tra le regioni e un quadro economico contrastante. L'andamento dell'inflazione resta irregolare: deflazione persistente in Cina, stabile in Europa e in leggero aumento negli Stati Uniti. L'elevata incertezza, in particolare riguardo alla politica commerciale e al rischio di stagflazione, continua a richiedere cautela e diversificazione.

Rischi

  • Segnali economici più deboli e convergenti: il divario tra i dati qualitativi (ovvero i PMI) e quelli quantitativi (ovvero gli indicatori del mercato del lavoro) si sta riducendo, poiché entrambi indicano ora una perdita di slancio. Questa convergenza riduce il valore predittivo degli indicatori di allerta precoce, aumentando il rischio che gli investitori e i responsabili politici - in particolare nelle economie trainate dai consumi come quella statunitense - possano sottovalutare la rapidità con cui la crescita sta peggiorando. Le tregue commerciali offrono un po' di chiarezza, ma i dazi elevati (dal 2% al 17%) continuano a rappresentare un freno.
  • Politica commerciale e fiscale degli Stati Uniti: l'evoluzione dell'agenda fiscale e commerciale dell'amministrazione Trump sta generando volatilità in settori specifici, in particolare in quello farmaceutico e nei metalli di base (ad es. il rame). Paesi come Cina, India e Svizzera devono affrontare la prospettiva di dazi elevati e mirati, che creano nuove sfide per gli esportatori. Alla fine, si prevede che i dazi doganali provocheranno un aumento dei prezzi e peseranno sui consumi.
  • Tensioni geopolitiche e frammentazione politica: i conflitti armati in Ucraina e in Medio Oriente continuano a rappresentare un rischio per i mercati dell'energia e per la sicurezza globale. Nel frattempo, i percorsi divergenti delle banche centrali e il crescente protezionismo stanno aumentando la frammentazione politica.

Strategia cross-asset

  • I mercati azionari globali continuano a mostrare resilienza, sostenuti dalle speranze di una tregua nella guerra della Russia in Ucraina e di tagli dei tassi da parte della Fed in anticipo rispetto alle previsioni. Il mercato rimane stabile, ma le oscillazioni del sentiment evidenziano il fragile equilibrio tra propensione al rischio e persistenti incertezze macroeconomiche.
  • Azioni mondiali:
    • Il posizionamento resta complessivamente neutrale, senza significative preferenze regionali nonostante le ultime modifiche.
  • Allocazione regionale:
    • Gli accordi commerciali con l'UE e il Giappone sotto l'amministrazione Trump hanno portato maggiore chiarezza e un risultato relativamente favorevole, nonostante i significativi compromessi.
    • In Giappone, l'accordo commerciale migliora la visibilità (in particolare per i settori ciclici come quello automobilistico), mentre l'economia continua a beneficiare di riforme strutturali e fattori a sostegno dell'inflazione. Con possibili elezioni all'orizzonte e la probabilità di un conseguente stimolo fiscale, manteniamo una posizione neutrale, ma abbiamo leggermente aumentato la nostra esposizione per riflettere questo contesto favorevole.
    • L'Europa beneficia di una distensione sul fronte dei dazi, ma l'impatto economico resta incerto e dovrà essere confermato dai dati futuri.
    • Rimaniamo neutrali sulle azioni statunitensi, poiché le valutazioni appaiono eccessive. Sebbene una stagione di utili solidi abbia sostenuto la crescita complessiva, l'ampiezza del mercato resta limitata, rivelando una fragilità di fondo.
    • Manteniamo una posizione neutrale nei confronti delle azioni dei mercati emergenti, poiché le dinamiche di crescita irregolari sono aggravate dall'escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e India e dalla persistente incertezza sui negoziati tariffari tra Stati Uniti e Cina.
  • Allocazione fattoriale e settoriale:
    • Ci concentriamo su temi resilienti come la tecnologia e l'IA, gli industriali europei e le mid-cap tedesche, pur riconoscendo le difficoltà legate al commercio in settori come farmaceutica e semiconduttori.
  • Titoli di Stato:
    • Siamo leggermente costruttivi sulla duration in Europa, dove il sostegno della BCE e gli stimoli governativi continuano ad ancorare i rendimenti.
    • Siamo neutrali sui Treasury, vista la notevole incertezza che circonda l'inflazione e la crescita negli Stati Uniti. L'impatto dei dazi aggiunge complessità.
  • Credito:
    • Nell'ambito del credito, preferiamo l'Investment Grade - in particolare in Europa - poiché gli spread appaiono particolarmente interessanti rispetto al credito statunitense, essendo tornati ai livelli di inizio 2025.
    • Rimaniamo cauti nei confronti dell'High Yield a causa delle valutazioni elevate e della mancanza di un premio di rischio sufficiente, che offre scarsa protezione contro potenziali sorprese negative.
    • Il debito dei mercati emergenti dovrebbe beneficiare di una maggiore visibilità sul fronte dei dazi e di rendimenti reali positivi.
  • Gli investimenti alternativi svolgono un ruolo fondamentale nella diversificazione del portafoglio:
    • L'oro resta sovraponderato come copertura strategica contro i rischi geopolitici e la volatilità dei tassi reali. La domanda è sostenuta dagli acquisti delle banche centrali e dagli afflussi retail.
    • Manteniamo un'allocazione agli investimenti alternativi per garantire stabilità e diversificazione rispetto alle asset class tradizionali.
  • Per ciò che riguarda le valute, i tassi di cambio rimarranno un punto focale nelle discussioni commerciali e nelle dinamiche di mercato generali.
    • Restiamo costruttivi sulle valute difensive, come lo yen giapponese, anche se di recente abbiamo effettuato parziali prese di profitto sulla nostra esposizione allo JPY. Con il rallentamento della crescita globale, continuiamo ad aspettarci un USD debole.

 

Il nostro posizionamento

I mercati azionari globali continuano a mostrare resilienza, poiché le aspettative relative al raggiungimento di un accordo di pace definitivo in occasione del vertice in Alaska tra il presidente degli Stati Uniti Trump e il presidente russo Putin sono basse, ma un primo passo verso la fine della guerra russa in Ucraina rappresenterebbe un catalizzatore positivo per i mercati europei.

A fronte dei bassi salari e dei risultati delle indagini sulle imprese, i dati contrastanti sull'inflazione non hanno modificato le crescenti aspettative del mercato riguardo ai prossimi tagli dei tassi da parte della Fed. Il simposio di politica economica di Jackson Hole potrebbe fornire alcuni chiarimenti sul fronte della politica monetaria.

In questo contesto, manteniamo un posizionamento bilanciato sulle azioni, con coperture prudenti sui mercati di Stati Uniti ed Europa, continuando a privilegiare temi resilienti come tecnologia e IA, industria europea e mid-cap tedesche. Nel reddito fisso, restiamo costruttivi sulla duration europea, neutrali sui Treasury e preferiamo il credito Investment Grade europeo rispetto all'High Yield, con un'esposizione selettiva al debito dei mercati emergenti.

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