La scorsa settimana in sintesi
- Sul fronte delle banche centrali, la BCE e la Federal Reserve hanno mantenuto una retorica aggressiva, con la prima che ha aumentato nuovamente i tassi di 25 pb.
- In Cina, la PBoC ha tagliato i tassi di interesse allo scopo di sostenere l'economia, dimostrando la desincronizzazione ciclica rispetto agli Stati Uniti e all'Europa.
- L'inflazione ha continuato a mostrare segnali di allentamento, con il CPI statunitense che ha toccato il 4% su base annua e il CPI core che è calato al 5,3%.
- Nell'eurozona, i dati qualitativi sono rimasti deboli a fronte dei timori relativi alle prospettive economiche e ai tassi più elevati, mentre le nuove richieste di sussidi di disoccupazione statunitensi lasciano presagire un raffreddamento nel mercato del lavoro.
Dati ed eventi di questa settimana
- È attesa la pubblicazione degli indici PMI flash globali, che aiuteranno gli investitori a valutare il gap tra l'attività manifatturiera e i servizi.
- Negli Stati Uniti, il presidente della Fed Jerome Powell presenterà al Congresso il rapporto semestrale sulla politica monetaria, appena una settimana dopo che la banca centrale aveva pubblicato previsioni piuttosto aggressive in merito ai tassi.
- Nel Regno Unito e in Giappone verrà reso noto il nuovo indice dei prezzi al consumo, mentre si attendono la riunione della Banca d'Inghilterra e la pubblicazione dei verbali della seduta di aprile della Banca del Giappone.
- Sul fronte geopolitico, il Segretario di Stato statunitense Antony Blinken sta rientrando da un viaggio in Cina finalizzato a placare le tensioni fra quest'ultima e gli Stati Uniti, mentre il premier cinese Li Qiang sta visitando l'Europa.
Convinzioni di investimento
Scenario di base
- I mercati finanziari si sono rivelati resilienti nel primo semestre dell'anno, sospinti da un migliore mix di crescita e inflazione rispetto a quanto previsto dal consenso all'inizio del 2023.
- Nel corso del secondo semestre, tuttavia, prevediamo un contesto di mercato meno favorevole, poiché il graduale rallentamento economico proseguirà e le banche centrali manterranno un approccio aggressivo, nonostante una stretta monetaria già di proporzioni inaudite nella storia recente.
- Il nostro scenario principale prevede una crescita contenuta sia negli Stati Uniti che nell'eurozona. La portata del rischio di ribasso del mercato dipenderà dal rallentamento dell'economia. Nel nostro scenario centrale, dovrebbe limitarsi a un trading range rigido.
- Nell'eurozona, l'attesa nuova fase caratterizzata da una crescita economica più lenta e timori ciclici crescenti è già probabilmente cominciata. Il deterioramento nei dati economici è stato generalizzato. Dopo aver raggiunto il picco a febbraio, gli indicatori della sorpresa economica sono calati bruscamente in territorio negativo.
- Sul fronte dei mercati emergenti, la domanda repressa cinese ha rappresentato un elemento favorevole, sebbene non si sia ancora materializzato uno slancio solido e sostenibile alla base della riapertura. Chiaramente, questa non è la ripresa post-pandemia su cui il mondo stava scommettendo.
Rischi
- La più forte stretta monetaria degli ultimi quarant'anni ha determinato un significativo inasprimento delle condizioni finanziarie. Di recente, negli Stati Uniti sono riemersi rischi per la stabilità finanziaria, che sembrano però essersi stabilizzati.
- A seguito dell'importante calo delle sorprese sul fronte della crescita in tutte le principali regioni, le previsioni stanno diventando meno incoraggianti.
- I mercati sembrano avere un ripensamento sull'operato della Fed, che verosimilmente non è ancora finito.
- Anche in Europa, la BCE sta usando toni aggressivi e le tensioni geopolitiche non sono d'aiuto. Riteniamo inoltre che la crescita sia a rischio.
Strategia cross-asset
- Manteniamo una posizione neutrale sulle azioni, considerato il potenziale di rialzo limitato. Per le azioni sembra già scontato uno scenario economico positivo, che limiterà pertanto ulteriori rialzi. Ci concentriamo a raccogliere il carry e manteniamo una duration leggermente lunga.
- Nell'ambito di un posizionamento neutrale sulle azioni, abbiamo le seguenti convinzioni:
- In termini di regioni, crediamo nei mercati emergenti, che dovrebbero beneficiare dei cicli economici e monetari in via di miglioramento rispetto ai mercati sviluppati.
- Di recente, abbiamo optato per un posizionamento azionario moderatamente più difensivo e ridotto l'esposizione ai titoli azionari dell'eurozona a fronte di prezzi diventati a nostro parere troppo compiacenti.
- In questa fase del ciclo, prediligiamo i titoli difensivi rispetto a quelli ciclici, come ad esempio sanità e beni di consumo di base. Quest'ultimo dovrebbe garantire una certa stabilità: nessun impatto negativo risultante dalla guerra in Ucraina, carattere difensivo, scarsa dipendenza economica, innovazione e valutazioni interessanti. Il primo, invece, il potere di determinazione dei prezzi.
- A più lungo termine, prediligiamo le tematiche d'investimento correlate alla transizione energetica, a fronte del crescente interesse verso i settori legati al clima e all'economia circolare. Manteniamo la tecnologia nelle nostre convinzioni di lungo termine, perché ci aspettiamo che l'automazione e la robotica proseguano la loro ripresa dal 2022.
- Nell'allocazione del reddito fisso, manteniamo un posizionamento leggermente lungo in termini di duration:
- Il rallentamento che si fa strada nella regione ci porta ad avere una nostra visione positiva sui titoli di Stato statunitensi. Non ci aspettiamo da parte della Fed un allentamento tanto imminente quanto atteso dai mercati. Manteniamo un posizionamento neutrale rispetto alla duration dell'eurozona.
- Optiamo per un sovrappeso sul credito investment grade: una solida convinzione sin dall'inizio del 2023, dato che carry e duration offrono una protezione e noi ci concentriamo sugli emittenti europei.
- Siamo più prudenti sulle obbligazioni High Yield, poiché il forte inasprimento degli standard di credito dovrebbe fungere da ostacolo e ,negli ultimi mesi, la protezione contro l'aumento dei default è diminuita.
- Siamo acquirenti di obbligazioni emergenti, che continuano a offrire il carry più interessante. L'atteggiamento accomodante delle banche centrali dovrebbe risultare favorevole. Il posizionamento degli investitori è ancora moderato, a seguito dei deflussi del 2022. E non è previsto un rafforzamento dell'USD.
- Conserviamo un'esposizione ad alcune materie prime, tra cui l'oro, e a valute legate alle materie prime, come il dollaro canadese.
- Per ciò che riguarda la strategia valutaria, abbiamo introdotto una posizione long sullo yen giapponese (contro il dollaro statunitense), che costituisce una buona protezione in un potenziale ambiente di avversione al rischio.
- Su un orizzonte di medio termine, ci aspettiamo una buona performance da parte degli investimenti alternativi.
Il nostro posizionamento
La strategia azionaria complessiva è neutrale, con una preferenza per i mercati emergenti e un sottopeso sulle azioni dell'eurozona. Rimaniamo neutrali altrove. L'esposizione al mercato statunitense è associata a una strategia di protezione tramite derivati, dato che il sentiment, il posizionamento e la psicologia di mercato si stanno facendo sempre più tesi. I mercati riflettono in misura crescente un miglioramento delle prospettive, limitando il potenziale di rendimento futuro. La nostra strategia di asset allocation "di fine ciclo" ruota attorno a settori difensivi, credito e lunga duration.