Ad agosto i mercati hanno registrato delle turbolenze. L'impatto della variante delta e le nuove misure di regolamentazione prese dal governo cinese hanno destato timori tra gli investitori per le eventuali conseguenze sui vincoli dell'offerta (carenza di manodopera e di linee di prodotti). I mercati hanno tuttavia dato prova di calma (la volatilità è rimasta piuttosto bassa), senza perdere fiducia sulla crescita sottostante alimentata dai piani fiscali e dalla liquidità sempre ampia. In tale contesto i prezzi delle materie prime sono diminuiti, il dollaro USA è rimasto solido e i rendimenti sono saliti leggermente.
Contesto solido, ma con alcune difficoltà
Nelle ultime settimane gli indicatori economici sono risultati meno vivaci poiché il rallentamento dell'economia cinese pesa su tutto il mondo. Le misure di regolamentazione hanno infatti intimorito i mercati finanziari, ma le misure precedenti attuate per raffreddare l'economia nonché il lockdown dovuto al Covid-19 possono risultare più dannosi. Inoltre, il piano fiscale statunitense, anticipato in primavera, non è ancora stato votato e ci sono molte incertezze sulla sua portata. Tutti questi elementi hanno portato a un T3 più debole del previsto negli Stati Uniti e in Cina. Inoltre, nel mondo sviluppato le campagne vaccinali proseguono spedite, ma non si può dire lo stesso dei Paesi emergenti.
Permane comunque fiducia sulla solidità dell'economia mondiale, dati i PMI alquanto elevati nonostante la decelerazione del momentum. Certo, le banche centrali hanno iniziato a parlare di una riduzione del sostegno monetario, ma la attueranno con molta lentezza, continuando a insistere sul carattere transitorio dell'inflazione e non prevedono alcun aumento dei tassi d'interesse nei prossimi 18 mesi, da qui la ridotta volatilità sul fronte delle valute e dei rendimenti obbligazionari. I mercati azionari, in particolare quelli statunitensi, le big cap e i titoli growth, hanno beneficiato di questo contesto.
Rischi per lo scenario
Vi è il rischio che i vincoli sul fronte dell'offerta possano durare più del previsto, in particolare sul mercato del lavoro, minacciando il settore dei consumi. Le società risentirebbero da un lato dell'inflazione elevata e dall'altro del calo delle vendite. Anche la diffusione delle varianti va osservata con attenzione: i vaccini sembrano essere efficaci nei confronti delle varianti attualmente presenti, ma queste potrebbero influire sulle riaperture, quantomeno sulla natura della crescita nei prossimi mesi, con una riduzione dei rendimenti di lungo termine. Gli investitori potrebbero essere meno propensi a prevedere uno scenario ideale di inflazione transitoria associata a una crescita solida e duratura. Infine, le banche centrali devono essere molto caute nel ridurre il loro sostegno monetario.
La nostra previsione
Riteniamo che nelle prossime settimane le difficoltà permarranno, ma saranno transitorie.
Nel brevissimo termine, la fine del trimestre potrebbe decretare un certo ribilanciamento del portafoglio, vendendo azioni dopo una performance estremamente positiva. Inoltre, la riunione del FOMC di settembre aumenterà le incertezze sul mantra della FED e la situazione cinese rimane complessa.
Continuiamo tuttavia a nutrire fiducia nella componente strutturale della crescita, in particolare in Europa, dato che i piani fiscali e le elezioni tedesche potrebbero aumentare il momentum nei prossimi mesi. Inoltre, l'inflazione potrebbe rimanere relativamente elevata, pertanto i tassi a lungo termine dovrebbero aumentare, in particolare negli USA, dove restano da attuare i piani di Biden. Storicamente, tale contesto favorisce il settore value nonché i titoli europei e giapponesi, che dovrebbero sovraperformare quelli USA. A nostro avviso le small-cap potrebbero recuperare terreno grazie alla riapertura dei prossimi mesi, dato che sono rimaste indietro rispetto alle controparti.
Rimaniamo vigili sui cambiamenti in ambito sociale e verso un'economia più verde ed equa, che eserciteranno un impatto duraturo sui mercati, influenzando le scelte degli investitori e i margini societari, in base alla rispettiva capacità di adeguamento.
La nostra attuale strategia multi-asset
Siamo neutrali sulle azioni nelle prossime settimane, ma pronti a cogliere opportunità in caso di correzione. Per quanto riguarda le obbligazioni, rimaniamo sottopesati sui titoli di Stato che potrebbero avere toccato il fondo questa estate. Il contesto dovrebbe favorire il settore value, le azioni non USA, europee e giapponesi in particolare. Manteniamo un approccio positivo su alcuni mercati emergenti, sulle azioni cinesi di classe A (orientate al mercato interno) che potrebbero beneficiare di un certo allentamento delle politiche, sui titoli dell'America Latina a fronte della riapertura e sulle small cap che di recente hanno arrancato.