Coffee Break

Eurozona e Stati Uniti riallineati all'obiettivo del 2%

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La scorsa settimana in sintesi

  • Nonostante l'eccezionale relazione sugli utili di Nvidia, gli investitori sono rimasti scettici a causa dei timori legati alla contrazione del margine lordo.
  • Secondo le stime flash di agosto, l'inflazione dell'eurozona è scesa al 2,2% su base annua, toccando così il livello minimo da tre anni, mentre negli Stati Uniti l'inflazione PCE, sia headline che core, si è attestata a luglio allo 0,16% mensile.
  • Con un aumento del PIL annualizzato pari a +3% nell'ultimo trimestre, l'economia statunitense è cresciuta più rapidamente del previsto grazie alla forte spesa dei consumatori e alla ripresa degli utili aziendali.
  • In Giappone, l'inflazione ha accelerato, spingendo la banca centrale a riaffermare la propria disponibilità ad aumentare i tassi, sebbene la produzione e le vendite al dettaglio di luglio siano risultate inferiori alle aspettative.

 

Dati ed eventi di questa settimana

  • Il prossimo report sull'andamento del mercato del lavoro statunitense sarà fondamentale per determinare il percorso dei tassi nel breve termine, a partire dall'entità del taglio dei Fed Fund di settembre.
  • L'attività sarà sotto i riflettori, con la pubblicazione delle stime preliminari dell'eurozona sul tasso di crescita trimestrale del PIL, del tasso di crescita finale del PIL del Giappone e dei PMI mensili.
  • La Federal Reserve pubblicherà due settimane prima del FOMC il suo Beige Book, ovvero una panoramica qualitativa dell'economia statunitense.
  • Dalla riunione della Banca del Canada si attende il terzo taglio dei tassi consecutivo di 25 pb, dato che il mercato del lavoro mostra segni di debolezza e l'inflazione è scesa al 2,5%, toccando così il livello minimo in 40 mesi.


Convinzioni di investimento

Scenario di base

  • Il nostro scenario centrale continua a prevedere un atterraggio morbido. Negli Stati Uniti, la domanda interna continua a crescere in maniera solida (come fanno pure i consumi). Pur mostrandosi piuttosto volatili, gli indicatori dell'attività economica rimangono in territorio espansivo.
  • Negli Stati Uniti, le previsioni di crescita per il 2025 sono sempre più influenzate da fattori politici e monetari. La lenta crescita dell'UE dipende da una ripresa dell'attività di imprese e consumatori, mentre quella della Cina resta contenuta.
  • Il raffreddamento dell'inflazione - e dell'inflazione core - rappresenta uno sviluppo globale sincronizzato. Le favorevoli notizie sul fronte inflazionistico (ossia un calo) pongono anche le basi per un ulteriore taglio dei tassi d'interesse da parte delle banche centrali europee (ad es. BCE, BoE, BNS, Riksbank) nel terzo trimestre. Poiché diverse banche centrali dei mercati emergenti hanno già iniziato a ridurre i tassi dal 2023, con la Federal Reserve che sta per unirsi al coro, il tanto atteso ciclo di allentamento globale è destinato a prendere slancio.

 

Rischi

  • In prospettiva, occorre vigilare su eventuali decisioni politiche dalle quali scaturirebbero maggiori dazi e un mercato del lavoro più rigido negli Stati Uniti, che potrebbero in ultima analisi portare a un nuovo aumento dell'inflazione o a un significativo incremento delle imposte, che avrebbe una potenziale ricaduta sulla crescita.
  • L'imminente avvicendamento alla Casa Bianca e la potenziale ridefinizione delle priorità della politica economica statunitense potrebbero influenzare la velocità e l'entità dell'allentamento monetario.
  • Rispetto all'outlook della crescita globale, i rischi geopolitici restano orientati al ribasso dato che il potenziale ripristino dei dazi commerciali internazionali, gli sviluppi in Medio Oriente e la guerra in Ucraina pesano sulla fiducia.

 

Strategia cross-asset

  1. Manteniamo il nostro scenario centrale di atterraggio morbido, trovandoci in disaccordo con il mercato, che sconta una riduzione dei tassi da parte della Fed pari a ben 100 pb entro la fine dell'anno, cosa che implica almeno un taglio dei tassi di 50 pb in una delle tre riunioni rimanenti del FOMC.
  2. Manteniamo una duration lunga tramite il debito europeo e un posizionamento azionario neutrale, con una preferenza relativa per gli Stati Uniti.
  3. Preferiamo i mercati sviluppati a quelli emergenti e, oltre che nelle azioni statunitensi, investiamo in quelle del Regno Unito per le loro caratteristiche difensive.
    • Negli Stati Uniti siamo esposti al mercato generale.
    • Nel Regno Unito, le valutazioni rimangono interessanti, con un potenziale di espansione dei multipli e la BoE pronta a tagliare i tassi d'interesse.
    • Nell'eurozona, il presidente francese Emmanuel Macron non ha ancora nominato un primo ministro. Considerato il clima di incertezza politica, appare giustificato un premio di rischio più elevato.
    • Siamo tatticamente neutrali sul Giappone, dato che un ulteriore rafforzamento dello yen e le incertezze politiche emergenti potrebbero rappresentare una sfida.
    • Ci manteniamo neutrali sui mercati emergenti, poiché i consumatori cinesi devono ancora acquisire fiducia e la pressione deflazionistica persiste.
  4. Nell'allocazione al settore azionario:
    • Dopo aver incamerato profitti e ad aver assunto un posizionamento neutrale nel settore tecnologico, manteniamo un atteggiamento positivo sul settore sanitario. Le recenti relazioni sugli utili indicano che la normalizzazione dei sovraprofitti legati al COVID, dovuti allo smaltimento delle scorte in eccesso e alla domanda di prodotti specifici per il COVID, è in gran parte completa.
    • Siamo neutrali sulle small cap.
  5. Nell'allocazione al reddito fisso, i titoli di Stato rappresentano un investimento interessante in quanto offrono una copertura in un portafoglio multi-asset. Inoltre, intravediamo poco spazio per un'ulteriore contrazione degli spread di credito:
    • Privilegiamo il carry agli spread, con particolare attenzione agli emittenti di qualità: conserviamo un orientamento long in termini di duration tramite Germania e Regno Unito.
    • Siamo neutrali sulla duration statunitense.
    • Deteniamo un'esposizione relativamente ridotta alle obbligazioni sovrane dei mercati emergenti in presenza di spread particolarmente ristretti.
    • Restiamo neutrali sulle obbligazioni investment grade e high yield, indipendentemente dalla regione degli emittenti.
  6. Nell'allocazione valutaria, abbiamo effettuato prese di profitto sulle rimanenti valute legate alle materie prime, come il dollaro australiano.
  7. Manteniamo un'allocazione sugli investimenti alternativi e sull'oro.

 

Il nostro posizionamento

Il nostro posizionamento riflette la nostra convinzione di un atterraggio morbido dell'economia statunitense, oltre alla nostra cautela in un contesto caratterizzato da incertezza politica. Nell'ambito delle azioni, preferiamo il mercato statunitense generale e le azioni del Regno Unito rispetto all'eurozona su questa sponda dell'Atlantico. Nell'ambito della nostra allocazione settoriale, manteniamo una sovraponderazione sulla sanità per le sue qualità difensive e siamo neutrali sulla tecnologia e sulle small cap statunitensi.
La nostra strategia obbligazionaria riflette le nostre previsioni per il secondo semestre del 2024: con la normalizzazione dell'inflazione, verrà a ripristinarsi la correlazione tra azioni e obbligazioni, che consentirà alle obbligazioni sicure di riprendere il loro ruolo di protezione all'interno di un portafoglio diversificato. Manteniamo pertanto una duration lunga tramite le obbligazioni sovrane tedesche e britanniche. Allo stesso tempo, restiamo neutrali sul segmento investment grade corporate e più cauti sull'high yield globale.

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