Coffee Break


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  • Settimana

La scorsa settimana in sintesi

  • La Fed ha mantenuto il proprio tasso di riferimento su quota 5,25-5,50%, anche se il tono complessivo del presidente Powell è parso piuttosto accomodante e ha fatto seguito a un rallentamento delle emissioni di bond a lunga scadenza da parte del Dipartimento del tesoro statunitense, che ha portato al crollo dei rendimenti obbligazionari e alla ripresa delle azioni.
  • Negli Stati Uniti, i livelli dei PMI di ottobre sono risultati inferiori alle attese, con il settore manifatturiero che, a 46,7, segna il dodicesimo mese consecutivo in fase di contrazione e i servizi, a 51,8, che denotano invece un basso livello per un'espansione economica,
  • Nell'eurozona, le stime preliminari dei prezzi al consumo di ottobre hanno mostrato come l'inflazione sia calata del 2,9% annuo, ovvero a un ritmo inferiore alle aspettative, mentre il PIL del T3 ha subito una contrazione dello 0,1% su base trimestrale.
  • Nel corso della stagione degli utili del terzo trimestre, Apple e Caterpillar hanno divulgato i rispettivi risultati: la prima ha evidenziato delle difficoltà nel mercato cinese, mentre la seconda si è mostrata cauta in termini di outlook, alimentando timori di un rallentamento economico.

 

Dati ed eventi di questa settimana

  • I mercati continueranno a metabolizzare il rallentamento registrato sul mercato del lavoro statunitense, dato che il tasso di disoccupazione ha continuato a salire, passando dal 3,4% di aprile al 3,9%.
  • Saranno pubblicati i dati finali dell'indice PMI dei servizi dell'eurozona, le cui stime preliminari mostravano un'ulteriore contrazione rispetto al mese precedente.
  • Negli Stati Uniti, il sondaggio sul sentiment dei consumatori condotto dall'Università del Michigan fornirà indicazioni sulle aspettative delle famiglie rispetto alla propria situazione finanziaria, all'economia in generale e all'inflazione.
  • In Cina, l'indice dei prezzi al consumo fornirà un utile aggiornamento per valutare la persistenza delle pressioni deflazionistiche nella seconda maggiore economia del mondo.


Convinzioni di investimento

Scenario di base

  • In termini di crescita economica, ci aspettiamo che gli Stati Uniti riusciranno a evitare una recessione, posto che i tassi a lungo termine non rimangano per troppo tempo al livello del 5%. In Europa, la crescita rimarrà verosimilmente sottotono per la maggior parte del prossimo anno, mentre aumenta la probabilità di una recessione nella regione. In Cina, l'attività economica e l'evoluzione dei prezzi hanno mostrato timidi segnali di stabilizzazione ciclica.
  • La percezione di un orientamento più morbido da parte delle banche centrali dei paesi sviluppati ha finalmente portato a una revisione al ribasso dei rendimenti obbligazionari. Nel frattempo, la probabilità che la Cina esporti la deflazione nel mondo sta svanendo molto lentamente.
  • Nel corso del terzo trimestre e dello scorso mese, l'aumento dei tassi reali ha rappresentato un ostacolo per le valutazioni azionarie, mentre la decelerazione della crescita economica peserà sui profitti. Rispetto all'outlook della crescita globale, i rischi restano orientati al ribasso a fronte dell'evolversi della situazione geopolitica.

 

Rischi

  • Una nuova temporanea impennata nei rendimenti delle obbligazioni a scadenza più lunga pone un rischio per i titoli a reddito fisso e le azioni sensibili alla duration.
  • La più forte stretta monetaria degli ultimi quarant'anni ha determinato un significativo inasprimento delle condizioni finanziarie. Potrebbero riemergere rischi per la stabilità finanziaria.
  • Un'inflazione più persistente del previsto potrebbe costringere le banche centrali ad aumentare ulteriormente i tassi, determinando una revisione al ribasso delle previsioni di crescita.
  • Oltre alle tensioni geopolitiche su diversi fronti, che implicano incertezza e vulnerabilità crescenti, come pure un potenziale aumento dei prezzi del petrolio, le elezioni presidenziali statunitensi del novembre 2024 si avvicinano sempre più.

 

Strategia cross-asset

  1. Con il materializzarsi di diversi rischi, la nostra asset allocation ha assunto toni più cauti. Ci aspettiamo una decelerazione della crescita economica che peserà sui profitti aziendali, in un contesto caratterizzato da politiche monetarie restrittive nella maggior parte dei paesi sviluppati.
  2. Abbiamo le seguenti convinzioni di investimento:
    • Manteniamo complessivamente una leggera sottoponderazione rispetto alle azioni.
    • In termini di allocazione regionale, conserviamo un sottopeso sulle azioni dell'eurozona, essendo aumentata la probabilità di una contrazione dell'attività.
    • Siamo neutrali rispetto agli Stati Uniti, al Giappone e ai mercati emergenti. Questi ultimi risultano infatti vulnerabili alla pressione dei tassi statunitensi e alle turbolenze dell'USD.
    • Manteniamo una preferenza per i settori difensivi "di fine ciclo".
  3. Per quanto concerne l'allocazione al reddito fisso:
    • Ci concentriamo sul credito di qualità elevata come fonte di carry.
    • Acquistiamo inoltre titoli di Stato europei e americani core. L'impegno rispetto alla stabilità dei prezzi, legato alla politica monetaria aggressiva attuata dalla BCE, ha spinto i rendimenti a lungo termine a livelli di acquisto interessanti, mentre rallenta la coppia crescita/inflazione (ovvero la crescita nominale).
    • Rimaniamo esposti al debito dei mercati emergenti per beneficiare di un carry interessante.
  4. Manteniamo una posizione long sullo yen giapponese e un'esposizione ad alcune materie prime, tra cui l'oro, dato che entrambe garantiscono una buona copertura in un contesto di avversione al rischio.
  5. Ci aspettiamo una buona performance degli investimenti alternativi, poiché dispongono di un certo livello di decorrelazione rispetto agli asset tradizionali.

 

Il nostro posizionamento

Con il materializzarsi di diversi rischi, il nostro posizionamento ha assunto toni più cauti. L'aumento dei tassi reali rappresenta un ostacolo per le azioni, mentre la decelerazione della crescita economica peserà sui profitti, portandoci ad adottare un'allocazione difensiva che prevede una sottoponderazione sulle azioni e una lunga duration sulle obbligazioni. Manteniamo un sottopeso sulle azioni dell'eurozona. Siamo neutrali rispetto al Giappone, ai mercati emergenti e agli Stati Uniti. In termini settoriali, la nostra strategia di asset allocation "di fine ciclo" ruota attorno ai settori difensivi. Nella componente del reddito fisso, la nostra attenzione si concentra sul credito capace di garantire carry, ovvero Investment Grade e debito emergente, con un atteggiamento al contempo più cauto sull'High Yield. La crescita globale dovrebbe rimanere debole nel 2024, sebbene i rischi restino orientati al ribasso a fronte dell'evolversi della situazione geopolitica.

 

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