Coffee Break

Parte la stagione degli utili del secondo trimestre

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La scorsa settimana in sintesi

  • Le placche tettoniche della politica sono state smosse dalla schiacciante vittoria del Partito Laburista britannico, e un parlamento appeso in Francia.
  • L'economia statunitense ha creato a giugno altri 206.000 posti di lavoro, ma dato che le revisioni al ribasso stanno giocando un ruolo importante ogni mese, la crescita dell'occupazione sembra rallentare.
  • I verbali del FOMC hanno evidenziato un certo disaccordo, con alcuni membri che hanno suggerito un rialzo dei tassi a causa dei lenti progressi verso l'obiettivo dell'inflazione al 2%.
  • L'espansione in corso nel settore dei servizi dell'eurozona non è riuscita a compensare la continua contrazione dell'attività manifatturiera, come testimoniato dagli indici PMI.

 

Dati ed eventi di questa settimana

  • Oltre all'inizio della stagione degli utili del secondo trimestre, a rimanere sotto i riflettori saranno i consumatori statunitensi, con le pubblicazioni del CPI e dei risultati dell'indagine preliminare sul sentiment.
  • Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell terrà la sua testimonianza semestrale sulla politica monetaria davanti alla commissione bancaria del Senato e a quella dei servizi finanziari della Camera.
  • Saranno pubblicati i dati sul PIL del Regno Unito e i report sull'inflazione dell'eurozona, del Giappone e della Cina, oltre alla bilancia commerciale, alle importazioni e alle esportazioni di quest'ultima.
  • Il primo ministro indiano Modi incontrerà il Presidente Putin nel suo primo viaggio in Russia dall'inizio della guerra in Ucraina, mentre il vertice annuale della NATO si terrà a Washington DC.


Convinzioni di investimento

Scenario di base

  • A fronte dell'aumento dell'incertezza politica, nell'Europa continentale appare giustificato un premio di rischio più elevato. Negli Stati Uniti, l'aggressiva rivalutazione della politica monetaria della Federal Reserve è ormai ampiamente superata.
  • Al di là dell'incertezza elettorale nell’eurozona, la ripresa dell’attività dopo la quasi stagnazione dovrebbe rappresentare un sostegno per le valutazioni azionarie.
  • Le tendenze alla disinflazione globale sono state confermate dai dati più recenti. Nella fase attuale, i tassi d'interesse hanno raggiunto i livelli massimi e la crescita continua a mostrarsi resiliente.
  • In Cina, l'attività economica ha mostrato deboli segnali di stabilizzazione, sebbene l'andamento dei prezzi risulti ancora deflazionistico e la fiducia dei consumatori permanga a livelli molto bassi.

 

Rischi

  • Le elezioni lampo in Francia hanno riportato i rischi politici al centro dell'attenzione dei mercati finanziari, in particolare per le azioni e il debito pubblico francesi. Nel corso del prossimo anno, prevediamo un rischio di declassamento o un outlook negativo in tutti gli scenari, dato che il rapporto debito/PIL è in aumento.
  • I rendimenti obbligazionari devono essere monitorati, soprattutto alla luce delle divergenze tra la banca centrale statunitense e la sua controparte europea.
  • Sebbene improbabile, un'inflazione statunitense più persistente del previsto, associata a una crescita economica in fase di eccessivo rallentamento e a una disoccupazione in aumento, potrebbe costringere la Federal Reserve a riconsiderare le sue scelte.
  • Rispetto all'outlook della crescita globale, i rischi geopolitici restano orientati al ribasso a fronte dell'evolversi della situazione nel Medio Oriente e del protrarsi della guerra in Ucraina.

 

Strategia cross-asset

  1. Sebbene il recente aumento dell'incertezza politica si sia riversato sui mercati finanziari e sugli asset francesi, determinando un leggero aumento della volatilità nella regione, manteniamo attualmente una leggera sovraponderazione sulle azioni.
  2. Abbiamo le seguenti convinzioni in materia di investimenti azionari regionali:
    • Neutrali sulle azioni dell'eurozona, in quanto il blocco si trova ad affrontare un aumento dell'incertezza politica e un premio per il rischio più elevato appare giustificato.
    • Leggero sovrappeso su Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, neutrali sui mercati emergenti.
    • In Giappone, l'uscita dalla deflazione pluridecennale e i frutti delle riforme della corporate governance dovrebbero compensare una banca centrale meno accomodante.
  3. Nell'allocazione al settore azionario:
    • Abbiamo una visione positiva sul settore della tecnologia: buoni utili e previsioni positive, rendimenti a lungo termine ai massimi, valutazioni ragionevoli, ampia leadership di mercato nel settore IT e relativa insensibilità del settore alle imminenti elezioni presidenziali statunitensi.
    • L'orientamento verso le small cap paneuropee ci offre il vantaggio di un'inflazione più bassa, di tassi di riferimento più bassi e di una crescita superiore alle attese.
  4. Per quanto concerne l'allocazione al reddito fisso:
    • Privilegiamo il carry agli spread, con particolare attenzione agli emittenti di qualità: per questo motivo ci manteniamo neutrali sulle obbligazioni europee periferiche e prediligiamo i paesi core. Continuiamo a tenere d'occhio gli spread OAT-Bund come indicatore chiave del rischio macro.
    • Rispetto ai titoli di Stato statunitensi, abbiamo colto un interessante punto di ingresso, con i rendimenti che ad aprile sono tornati a crescere fino al 4,7%.
    • Deteniamo un'esposizione relativamente ridotta alle obbligazioni sovrane dei mercati emergenti in presenza di spread particolarmente ristretti e di un dollaro forte.
    • Restiamo neutrali sulle obbligazioni investment grade e high yield, indipendentemente dalla regione degli emittenti.
  5. Per ciò che riguarda la nostra strategia sul mercato valutario, conserviamo un atteggiamento positivo sulle valute legate alle materie prime, come il dollaro australiano, a fronte della graduale ripresa del ciclo manifatturiero globale. Contrariamente alla BCE in Europa, la RBA ha assunto un atteggiamento più aggressivo in presenza di un'inflazione superiore alle attese e di dati economici solidi.
  6. Ci aspettiamo una buona performance degli investimenti alternativi, poiché presentano un certo livello di decorrelazione rispetto agli asset tradizionali, e manteniamo un'allocazione sull'oro.

 

Il nostro posizionamento

Le nostre previsioni sull'azionario rimangono positive, ma teniamo conto degli ultimi sviluppi politici in Francia, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Conserviamo un leggero sovrappeso sulle azioni dei mercati sviluppati e ci manteniamo neutrali rispetto all'eurozona. Optiamo per un sovrappeso sui titoli tecnologici statunitensi e sulle small e mid-cap paneuropee, a testimonianza della nostra convinzione in un'inflazione più bassa, tassi di riferimento inferiori e una crescita economica più elevata del previsto. Ci manteniamo neutrali sulle azioni dei mercati emergenti finché non riscontreremo un consolidamento nella fiducia dei consumatori. Sul fronte del reddito fisso, abbiamo una visione positiva sulla duration dei paesi europei core come bene rifugio e sulla duration del Regno Unito. L'obiettivo è quello di beneficiare del carry in un contesto di raffreddamento dell'inflazione e in attesa dei tagli dei tassi da parte della BCE e della BoE. Per ciò che riguarda il credito, rimaniamo neutrali su high yield e debito emergente, in presenza di spread particolarmente ristretti e di un dollaro forte. Nell'ambito della nostra strategia sul mercato valutario, abbiamo acquistato dollari australiani.

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