Coffee Break


Coffee Break:
  • Settimana

La scorsa settimana in sintesi

  • I rendimenti delle obbligazioni statunitensi sono cresciuti sulla scia delle ultime pubblicazioni, che hanno evidenziato dati economici più solidi in relazione a vendite al dettaglio, cantieri residenziali, richieste di sussidi di disoccupazione e sentiment dei consumatori.
  • A Davos, Christine Lagarde ha parlato del calo dell'inflazione nell'eurozona e dei segnali di un allentamento nel mercato del lavoro, lasciando intendere che la BCE potrebbe operare tagli dei tassi nel corso dell'estate.
  • In Giappone, l'inflazione core a dicembre è rimasta al di sopra del target del 2% stabilito dalla banca centrale, sebbene abbia rallentato per il secondo mese consecutivo, alleviando in parte le pressioni legate all'abbandono degli ampi stimoli monetari messi in campo dalla Banca del Giappone.
  • La crescita economica cinese si è rivelata deludente, raggiungendo il 5,2% su base annua durante l'ultimo trimestre. Inoltre, è appena ripresa la pubblicazione del tasso di disoccupazione giovanile, che oggi si attesta al 14,9%.

 

Dati ed eventi di questa settimana

  • Le primarie nel New Hampshire seguono i caucus repubblicani in Iowa, nell'ambito dei quali l'ex presidente Donald Trump si è imposto in maniera decisiva.
  • La stagione degli utili entrerà nel vivo con le pubblicazioni di Tesla, Johnson & Johnson, Procter & Gamble, Netflix, American Express e Visa.
  • Grande attenzione sarà rivolta a diverse banche centrali, tra cui la Banca centrale europea, la Banca del Canada, la Banca del Giappone e la Banca centrale turca.
  • Le prime stime dell'attività manifatturiera e dei servizi per gli Stati Uniti, l'eurozona, il Regno Unito e il Giappone contribuiranno a valutare l'attuale trend dell'attività economica e determinarne lo stato di salute.
  • Verranno pubblicate inoltre le stime preliminari della fiducia dei consumatori dell'eurozona. L'indicatore della Commissione europea è rimasto in territorio negativo, seppure in crescita dal mese di ottobre.


Convinzioni di investimento

Scenario di base

  • L'inflazione sta cedendo il passo ed è destinata a scendere rapidamente sotto il 3% sia negli Stati Uniti che nell'eurozona; pertanto, non sarà più una delle principali preoccupazioni degli investitori. Il mix di crescita/inflazione sta quindi rientrando finalmente in un territorio "familiare", anche se l'inizio dell'anno potrebbe rivelarsi movimentato.
  • Lo scenario che continuiamo a ritenere più probabile è quello di un atterraggio morbido accompagnato da una disinflazione costante negli Stati Uniti, presupponendo che la banca centrale non abbia alcuna fretta di fornire sostegno monetario. A nostro parere, l'istituto procederà a un iniziale allentamento alla fine del primo semestre del 2024, lasciando ancora spazio a delusioni rispetto alle attuali attese del mercato.
  • Il 2024 dovrebbe offrire una migliore visibilità, con la progressiva riduzione del divario nella crescita economica tra i paesi e la maggior parte delle banche centrali che nel frattempo hanno recuperato spazio di manovra. Al momento però, la BCE sembra essere un passo indietro la Fed rispetto alle tempistiche dei tagli dei tassi, dato che i pronostici tendono ancora a favorire una battuta d'arresto o una lieve recessione.
  • In Cina, l'attività economica ha mostrato timidi segnali di stabilizzazione (4% di crescita del PIL atteso nel 2024), mentre l'evoluzione dei prezzi permane in territorio deflazionistico.

 

Rischi

  • Rispetto all'outlook della crescita globale, i rischi geopolitici restano orientati al ribasso a fronte dell'evolversi della situazione nel Mar Rosso. Eventuali inversioni di tendenza al rialzo nel prezzo del petrolio, nei rendimenti statunitensi e nell'USD sono le principali variabili da tenere d'occhio.
  • Un rischio remoto che potrebbe manifestarsi è quello di un'inflazione più persistente del previsto, in grado di spingere le banche centrali a invertire la rotta.
  • Allo stesso modo, potrebbero tornare a fare capolino rischi per la stabilità finanziaria a fronte della stretta monetaria più imponente degli ultimi quarant'anni e dell'inasprimento delle condizioni finanziarie.
  • Un rischio di sottovalutazione potrebbe essere rappresentato da un'uscita precoce dalla politica monetaria restrittiva delle banche centrali.

 

Strategia cross-asset

  1. La nostra asset allocation mostra una preferenza relativa per le obbligazioni rispetto alle azioni, dato che il premio per il rischio azionario risulta attualmente insufficiente e non incoraggia quindi gli investitori a riponderare questa classe di attivi.
  2. Abbiamo le seguenti convinzioni di investimento:
    • Ci aspettiamo un rialzo limitato nel comparto azionario, ambito nel quale manteniamo attualmente un leggero sottopeso in attesa di un miglior rapporto rischio/rendimento e di segnali più chiari sull'opportunità di incrementare l'esposizione. Manteniamo una visione negativa rispetto alle azioni dell'eurozona e neutrale sulle altre regioni.
    • Nel contesto delle azioni, ci concentriamo su tematiche specifiche. Tra esse, prediligiamo la tecnologia/l'IA e cerchiamo opportunità tra le azioni delle small e mid-cap che hanno subito forti svalutazioni nel corso dell'anno oppure nel segmento dell'energia pulita. Rimaniamo inoltre acquirenti di settori di fine ciclo, come sanità e beni di prima necessità.
  3. Per quanto concerne l'allocazione al reddito fisso:
    • Ci concentriamo sul credito di qualità elevata come fonte di carry.
    • Acquistiamo inoltre titoli di Stato europei core, con l'obiettivo di beneficiare del carry in un contesto di rallentamento dell'attività economica e di calo dell'inflazione. Dato che i rendimenti USA sono calati dal 5% di metà ottobre al 3,8% registrato alla fine del 2023, abbiamo effettuato prese di profitto sulla posizione long associata alla duration degli Stati Uniti, mantenendoci neutrali sui relativi titoli di Stato.
    • Rimaniamo esposti al debito dei mercati emergenti per beneficiare di un carry interessante.
  4. Pur avendo effettuato qualche presa di profitto, manteniamo ancora una posizione long sullo yen giapponese e un'esposizione ad alcune materie prime, tra cui l'oro, dato che entrambe garantiscono una buona copertura in un contesto di avversione al rischio.
  5. Ci aspettiamo una buona performance degli investimenti alternativi, poiché presentano un certo livello di decorrelazione rispetto agli asset tradizionali.

 

Il nostro posizionamento

La nostra strategia tiene conto del fatto che il sentiment è diventato rialzista, che sono sorti degli squilibri e che le aspettative sui tagli dei tassi da parte della Fed sono state anticipate al primo trimestre del 2024. Con le azioni diventate relativamente meno interessanti, ci concentriamo, nell'ambito di questa asset class, su tematiche specifiche: stiamo costruendo una strategia a bilanciere con le azioni che hanno subito forti svalutazioni l'anno scorso nel segmento dell'energia pulita, insieme a sanità e beni di prima necessità come contrappeso più difensivo. In termini di settori, il nostro atteggiamo resta costruttivo anche sulla tecnologia statunitense. Nell'ambito delle azioni regionali, conserviamo un sottopeso sull'eurozona e restiamo neutrali rispetto al Giappone, ai mercati emergenti e agli Stati Uniti. Manteniamo una duration lunga sulle obbligazioni europee e neutrale rispetto agli Stati Uniti. La nostra attenzione si concentra inoltre sul credito capace di garantire carry, ovvero Investment Grade e debito emergente.

 

Ricerca rapida

Ottenere informazioni più velocemente con un solo clic

Ricevi approfondimenti direttamente nella tua casella di posta elettronica