Coffee Break

Parliamo di inflazione

Coffee Break:
  • Settimana

La scorsa settimana in sintesi

  • A novembre, gli indici PMI flash dell'eurozona sono scesi sotto il valore neutro di 50, con segnali di contrazione sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi.
  • A fronte degli indici PMI flash di novembre, le aspettative di politica monetaria hanno continuato a divergere tra una sponda e l'altra dell'Atlantico: previsioni di un'inflazione più elevata negli Stati Uniti e necessità di tagli e sostegno alla crescita in Europa.
  • La nuova amministrazione di Donald Trump ha posto l'accento sulle politiche commerciali e sull'incertezza rispetto ai dazi, che avrebbero un impatto negativo sulla crescita nel resto del mondo.
  • Le azioni di Nvidia hanno subito un calo a seguito della relazione sugli utili della società. Sebbene l'azienda abbia superato le aspettative, le previsioni hanno deluso le stime ottimistiche.
  • In occasione del vertice dei leader del G20, gli alleati dell'Ucraina e la Russia si sono scambiati accuse in merito alle colpe della guerra, mentre il presidente brasiliano Lula ha chiesto di rilanciare i negoziati sul clima delle Nazioni Unite.

 

Dati ed eventi di questa settimana

  • L'inflazione sarà sotto i riflettori con il PCE statunitense di ottobre, l'indicatore dell'inflazione preferito dalla Fed, e il reddito personale. I CPI flash di novembre dell'eurozona e il CPI di Tokyo completeranno il quadro.
  • Per ciò che riguarda le banche centrali, la Fed pubblicherà i verbali dell'ultimo FOMC, mentre la BCE condividerà i risultati dell'indagine sulle aspettative dei consumatori.
  • I dati economici copriranno la fiducia dei consumatori statunitensi, il sondaggio IFO tedesco e le vendite al dettaglio in Europa, mentre la Cina renderà noti i profitti industriali.
  • La stagione degli utili negli Stati Uniti si conclude con la pubblicazione dei dati di Dell, Analog Devices, CrowdStrike e Hewlett Packard.


Convinzioni di investimento

Scenario di base

  • L'attenzione degli investitori si sta spostando dalle elezioni alla politica: nel complesso, le quattro aree in cui si prevede che il presidente eletto Donald Trump apporterà cambiamenti significativi - dazi, tasse, immigrazione e deregolamentazione - appaiono complessivamente reflazionistiche per gli Stati Uniti, con una crescita più forte e un aumento dell'inflazione il prossimo anno.
  • A fronte delle basse aspettative, anche i dati sull'attività della Cina hanno sorpreso al rialzo e sembrano aver cambiato passo nelle ultime settimane, mentre di recente i dati europei si sono nuovamente indeboliti. L'agenda di Donald Trump potrebbe pesare sulla crescita del resto del mondo, ma senza modificare drasticamente il percorso disinflazionistico.

 

Rischi

  • Le severe restrizioni all'immigrazione e i massicci aumenti dei dazi doganali da parte degli Stati Uniti potrebbero intensificare l'inflazione, mentre un mercato del lavoro teso potrebbe costringere la Fed ad aumentare il tasso sui fondi federali già l'anno prossimo. Di conseguenza, il mix crescita/inflazione si deteriorerebbe notevolmente.
  • Tali politiche, e in particolare l'incertezza commerciale, avrebbero un effetto a catena sui mercati globali.
  • I rischi geopolitici continuano a rappresentare una minaccia per la crescita globale e i prezzi dell'energia, in particolare a fronte delle continue tensioni in Medio Oriente e della guerra in Ucraina.

 

Strategia cross-asset

  1. Le nostre prospettive sono in gran parte guidate da due principali fattori di mercato: la crescita e l'inflazione.
  2. Prevediamo una sovraperformance dell'economia statunitense, trainata da una crescita solida, dall'assenza di squilibri apparenti e da politiche reflazionistiche e manteniamo quindi una sovraponderazione, che comprende il mercato generale, finanziari, industriali e titoli di small cap - segmenti che beneficerebbero di una crescita del PIL più sostenuta grazie a politiche di stimolo mirate a livello nazionale. Conserviamo inoltre una posizione long sul dollaro statunitense. Dopo le elezioni statunitensi, i mercati hanno nuovamente rivisto le attese sui tagli della Fed, il che rappresenta un fattore di supporto per il biglietto verde.
  3. Per ciò che riguarda la nostra strategia regionale:
    • Abbiamo ulteriormente declassato le azioni dell'UEM e conserviamo una visione negativa. La regione è già debole e appare più vulnerabile alle politiche annunciate dalla futura amministrazione statunitense. Abbiamo declassato anche le azioni del Regno Unito, dove siamo passati a una visione neutrale.
    • Abbiamo una visione positiva sui mercati emergenti, anche se le elezioni statunitensi rappresentano una sfida in termini di impatto delle valute e le tensioni commerciali. Tuttavia, la nostra posizione prevede un'opzione sulla Cina. Attendiamo una maggiore chiarezza da parte delle autorità cinesi e nuove potenziali misure di sostegno in risposta alle iniziative statunitensi in materia di dazi doganali.
    • Restiamo neutrali sulle azioni giapponesi.
  4. Per ciò che riguarda l'allocazione al settore azionario:
    • Abbiamo un'esposizione ai temi ciclici negli Stati Uniti, compresi small e mid cap, finanziari e industriali. 
    • Per contro, abbiamo ridotto l'allocazione ai settori difensivi, come sanità e beni di prima necessità.
  5. Per quanto concerne l'allocazione al reddito fisso:
    • Contrariamente alle azioni della regione, gli asset europei potrebbero spiccare nel segmento del reddito fisso. Secondo la nostra visione, i titoli di Stato europei core rappresentano un investimento interessante a fronte del flusso di notizie deboli e del recente aumento dei rendimenti, in quanto offrono carry e copertura in un portafoglio multi-asset, considerato lo spostamento delle correlazioni registrato nel corso dell'anno. Conserviamo un orientamento long in termini di duration tramite la Germania, con una particolare attenzione agli emittenti di qualità.
    • Abbiamo declassato l'outlook del debito sovrano statunitense e siamo negativi sulla duration degli Stati Uniti.
    • Inoltre, intravediamo pochi margini per un'ulteriore contrazione degli spread di credito.
    • Restiamo neutrali sulle obbligazioni investment grade e high yield, indipendentemente dalla regione degli emittenti.
    • Deteniamo un'esposizione ridotta alle obbligazioni sovrane dei mercati emergenti in presenza di spread particolarmente contratti.
  6. Manteniamo un'allocazione sugli investimenti alternativi e sull'oro.

 

Il nostro posizionamento

Le nostre attuali partecipazioni in portafoglio riflettono una preferenza per le azioni statunitensi, in particolare per i temi ciclici, pur conservando una certa flessibilità nei mercati emergenti. Rimaniamo attenti ai cambiamenti nella politica commerciale e nell'inflazione, che guideranno i nostri continui aggiustamenti. 
Negli Stati Uniti, abbiamo rivisto ulteriormente al rialzo la nostra visione positiva. Siamo tatticamente positivi sulla Cina e sulla regione dei mercati emergenti in generale, posto che le misure di stimolo risultino efficaci. Siamo più prudenti sull'eurozona, dove il flusso di notizie si sta deteriorando. Siamo neutrali sui mercati azionari britannici e giapponesi. Nell'allocazione al reddito fisso, continuiamo a preferire le obbligazioni europee core, come quelle tedesche, per il carry. Siamo negativi sulla duration statunitense. Restiamo neutrali sulle obbligazioni investment grade e high yield, indipendentemente dalla regione degli emittenti.

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