Le temperature salgono, l'inflazione scende

Abbiamo inaugurato il 2023 con una preferenza per le azioni rispetto alle obbligazioni, avendo adottato una strategia di investimento più costruttiva sulla scia degli interessanti livelli dei prezzi a ottobre. Questa allocazione sta dando i suoi frutti, con gli asset europei ed emergenti che si sono comportati particolarmente bene a inizio anno. Da un lato, le temperature relativamente elevate trascinano verso il basso i prezzi del gas, dall'altro, la riapertura della Cina al mondo dopo tre anni di isolamento dà un nuovo impulso all'economia globale. Poiché il posizionamento degli investitori e il sentiment del mercato sono neutrali, ma non euforici, il rally potrebbe non essere concluso. Tuttavia, il rialzo degli asset rischiosi è probabilmente limitato dalle mosse delle banche centrali, le quali assicureranno che le condizioni finanziarie non siano allentate troppo rapidamente se l'economia mostra una buona tenuta.

Come abbiamo affrontato le sfide del 2022

La strategia multi-asset di Candriam ha anticipato le sfide del 2022 e si è adeguata alle stesse.

  • La guerra in Ucraina. A febbraio, poco prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, abbiamo ridotto le posizioni azionarie a neutrali (in precedenza eravamo sovrappesati con una preferenza per l'Europa e i mercati emergenti, in quanto le prospettive all'inizio dell'anno erano piuttosto buone).
  • Stretta monetaria più rapida da parte delle banche centrali. In merito alle obbligazioni, siamo stati negativi (sottopeso, duration breve) per diverso tempo, prevedendo un aumento dei tassi d'interesse. In netto contrasto con la situazione precedente, i rendimenti obbligazionari attesi sono tornati positivi nel 2022, il che ci ha indotto a estendere gradualmente la duration dei portafogli. Oggi preferiamo emittenti di qualità nell'universo del credito con duration relativamente neutrali.
  • Cina: strategia zero Covid. Questo approccio si è tradotto in rigorosi lockdown nel corso del 2022, che hanno pesato sulla domanda interna e sulle esportazioni, frenando l'attività economica globale. Poiché la Cina rappresenta il 40% dell'indice azionario dei mercati emergenti, l'intera classe di asset ne ha risentito. Abbiamo previsto un allentamento delle restrizioni sanitarie e mantenuto la nostra visione positiva in vista di un recupero e un rimbalzo.
  • Pessimismo eccessivo all'inizio del quarto trimestre 2022. La nostra analisi sul sentiment degli investitori, la psicologia di mercato e il quadro tecnico indicava un pessimismo diffuso ed esagerato. Questa configurazione estrema e gli indicatori depressi rappresentavano un segnale di acquisto e deponevano a favore di un rimbalzo del mercato. In tale contesto, a ottobre abbiamo deciso di aggiungere rischio al portafoglio attraverso le azioni (USA ed Europa) e le obbligazioni high yield.

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Sovrappeso su azioni e credito IG

Se l'inizio del rally sui mercati finanziari a metà ottobre è facilmente riconducibile al minore pessimismo degli investitori, da allora diversi importanti cambiamenti hanno alimentato la performance. In particolare, molti attori del mercato sono rimasti sorpresi dagli incessanti movimenti di propensione al rischio e dal calo dei rendimenti obbligazionari con l'avvento del nuovo anno. Ciò è probabilmente dovuto all'ipotesi del consenso di un primo semestre debole seguito da una ripresa nel secondo.

Entrando nel dettaglio, osserviamo tre cambiamenti di rilievo al volgere dell'anno:

  • La revoca della politica zero Covid in Cina. Le autorità hanno posto fine a lockdown e quarantene e ora privilegiano chiaramente la crescita. I flussi azionari e le valutazioni appaiono ancora depressi.
  • Un inverno straordinariamente mite in Europa. I prezzi del gas sono scesi bruscamente a fronte di temperature in aumento, con un conseguente calo dell'inflazione e uno scenario di crescita economica rivisto al rialzo per l'eurozona nel 2023 (PIL al +0,8%).
  • Un atterraggio morbido più probabile negli Stati Uniti. Ci aspettiamo ancora un po' di sofferenza sul fronte degli EPS ma, considerando il suo approccio dipendente dai dati, la Fed dovrebbe continuare a guidare le valutazioni.

Notiamo come i mercati azionari oscillino in uno spazio ampio: limitati in termini di rialzo dalle mosse delle banche centrali, le quali assicureranno che le condizioni finanziarie non siano allentate troppo rapidamente se l'economia mostra una buona tenuta, e supportati da una svolta più rapida nella politica monetaria qualora l'economia venisse colpita in modo eccessivamente duro.

Presentiamo di conseguenza un posizionamento costruttivo, ossia un sovrappeso sulle azioni con una preferenza per i mercati emergenti e il credito IG, come pure un budget di rischio controllato.

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Le nostre prospettive per il 2023

Il nostro scenario economico attuale prevede una decelerazione dell'inflazione e della crescita economica, senza che si materializzi una grave recessione; inoltre, non ci aspettiamo che il mercato possa raggiungere un livello minimo inferiore a quello dello scorso ottobre (salvo in caso di un'inattesa crisi finanziaria).

Le banche centrali stanno rallentando il ritmo della stretta monetaria, per puntare a raggiungere un tasso target finale nel 2023. La questione non è se le banche centrali continueranno a innalzare i tassi, perché i mercati hanno già anticipato tale scenario. Per le banche centrali che hanno proceduto prima delle altre a una stretta, tutto ruota attorno alla durata delle loro politiche aggressive.

A fronte del continuo calo delle aspettative di inflazione nonostante la riapertura cinese, l'attenzione si sta spostando verso la crescita e il contestuale mantenimento della stabilità finanziaria. I rischi di ribasso sono rappresentati da un potenziale errore di politica monetaria dovuto a una stretta eccessiva negli Stati Uniti o nell'eurozona.

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Prevediamo che i mercati emergenti sovraperformeranno su 12 mesi, in quanto le valutazioni sono ora più interessanti e l'Asia mantiene prospettive di crescita a lungo termine superiori a quelle dei mercati sviluppati, soprattutto in uno scenario di riapertura con una significativa domanda repressa.

Dato il clima mite, la probabilità che la crescita dell'eurozona sia duramente colpita dalla crisi del gas naturale appare più remota. Poiché il mercato del lavoro e i consumi reggono, ci aspettiamo che gli asset europei si dimostrino resilienti.

Riguardo alle obbligazioni, reputiamo ora più interessante il carry ricostituito dall'aumento dei rendimenti nel 2022. La decelerazione dell'inflazione dovrebbe determinare un calo della volatilità sulle obbligazioni, che potrebbe riverberarsi su altre classi di asset. In questo contesto, ci aspettiamo anche una contrazione della correlazione positiva tra azioni e obbligazioni e una buona performance degli investimenti alternativi.

 

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