Venti di primavera

Il dibattito transatlantico sulla politica monetaria delle banche centrali si è trasformato in una questione di tempi e di entità, dato che le probabilità rimangono indubbiamente a favore di un “soft landing”. Il mercato del lavoro statunitense rimane solido e ci ha costretto a rivalutare le aspettative di inflazione, ma il tasso di disoccupazione si sta muovendo nella giusta direzione, anche se lentamente. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha confermato i tagli nel 2024, mentre la Banca Centrale Europea ha ammesso la possibilità di tagli a partire da giugno. Lo scenario centrale di Candriam si basa sull'aspettativa di 3 tagli nell'area euro a partire da giugno, mentre per la Federal Reserve sono previsti da 3 a 4 tagli. I rendimenti a breve termine si sono allineati ai tagli dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea e della Federal Reserve previsti per il 2024. 

 

Una stagione temperata... quasi ovunque

Nelle ultime 4 settimane, entrando nella primavera 2024 le sorprese sull'inflazione hanno raggiunto un punto di stabilità e le sorprese sulla crescita sembrano essere più sincronizzate.

In tutte le principali aree geografiche le sorprese sull'inflazione si sono stabilizzate. La tenuta dei prezzi negli Stati Uniti ha portato a una leggera sorpresa al rialzo e, per la prima volta dall'aprile 2023, tutte le principali regioni hanno registrato sorprese di crescita positive.

Nonostante la persistenza di un'inflazione negli Stati Uniti, come testimoniano gli ultimi dati dell'IPP e dell'IPC, è improbabile che essa rappresenti una minaccia significativa per l'economia, dato il suo recente andamento. Nell'area euro, sia la crescita, sia le sorprese sull'inflazione continuano a rimanere saldamente all'interno del quadrante "Goldilocks": un mix di sorprese economiche positive e sorprese negative sull'inflazione, in condizioni osservate per l'ultima volta nel novembre 2020. Nel frattempo, i dati della Cina rimangono leggermente imprevedibili.

 

Geopolitica e incertezza

Due anni fa, con l’inizio della guerra in Ucraina, le riserve di gas naturale sono diventate rapidamente il tallone d'Achille dell'area dell'euro. Tuttavia, grazie agli inverni miti e al sostegno dell'Unione Europea e dei governi dei Paesi membri, le riserve di gas sono cresciute a un livello tale da fornire un certo sollievo in una prospettiva di breve e medio termine. Inoltre, la capacità globale di GNL è destinata ad aumentare del 40% nei prossimi quattro anni, poiché i paesi occidentali hanno puntato rapidamente a ridurre al minimo la propria dipendenza dalle risorse russe per il futuro.

Nell'area euro, la sottoperformance economica della Germania pesa sul sentiment. Negli ultimi 18 mesi, l'economia più grande d'Europa è stata infatti la più debole dell'Unione, a causa della debolezza degli ordini globali, dei tassi d'interesse record e della crisi di bilancio.

L'incertezza economica della Germania è elevata. La sua sottoperformance economica pesa sul sentiment



  

Negli Stati Uniti, la politica commerciale è al centro dell’attenzione, anche se Donald Trump è "solo" un candidato alla presidenza. All'inizio di febbraio, il candidato del GOP ha affermato la sua intenzione di imporre dazi del 60% o più sulle importazioni cinesi nel caso in cui dovesse ottenere un secondo mandato, nonostante i suoi problemi legali. Questo approccio potrebbe riaccendere la disputa commerciale avviata nel suo primo mandato, tra il 2016 e il 2020, quando aveva imposto dazi per 250 miliardi di dollari sui prodotti cinesi. Il 5 novembre, gli Stati Uniti voteranno per il prossimo presidente. I candidati principali dovrebbero essere gli stessi del 2020. Joe Biden, il presidente in carica, non ha rivali per la nomination democratica. Questo pone le basi per una rivincita elettorale.

Lo scenario economico centrale che dovrebbe delinearsi per gli Stati Uniti consiste in un soft landing, poiché i tassi elevati e le rigide condizioni di credito contribuiscono a un rallentamento dell'attività. Il tasso di disoccupazione dovrebbe aumentare moderatamente a causa dell'allentamento delle pressioni su prezzi e salari. In Europa, prevediamo una moderata ripresa dell'attività economica grazie alla continua riduzione dell'inflazione, che ripristina il potere d'acquisto e mantiene stabile la fiducia dei consumatori.

La nostra strategia cross-asset tiene conto del principale scenario economico e dei fattori di rischio identificati.   

 

Aspettative di crescita e preferenze azionarie regionali

Anche se alcuni indicatori economici sono meno pessimisti, le aspettative di crescita dell'UE rimangono molto basse.

Lo scenario cambierebbe se la crescita economica riprendesse o se le valutazioni fossero in linea con le attuali condizioni economiche. In poche parole, ad oggi, le incertezze economiche dell’area euro permangono a causa di una mancanza di sostegno degli utili, per non parlare dei deflussi degli investitori istituzionali.

Nonostante una valutazione relativamente attraente in Europa, la dinamica degli utili è il principale fattore scatenante della performance. Tuttavia, le aspettative di crescita degli EPS rimangono troppo deboli rispetto ad altre aree geografiche per prevedere una sovraperformance duratura delle azioni europee per il momento.

Di conseguenza, la nostra posizione sulle azioni resta neutrale, caratterizzata da una preferenza per le azioni statunitensi e da una sottoponderazione di quelle europee.

Il Giappone sembra essere in fase di mutamento strutturale e l'andamento dello yen rispetto ai titoli azionari sarà un indicatore chiave nei prossimi mesi. Le opportunità derivano dalla recente performance, ascrivibile in gran parte al deprezzamento dello yen giapponese. Sono inoltre in corso riforme strutturali che promettono potenziali benefici per il rendimento del capitale proprio (ROE) e l'allineamento con altre regioni globali.

L'attuale livello dello yen potrebbe tuttavia rappresentare un ostacolo a breve termine, superabile però se le riforme perdurano. Tra i rischi principali vi è la potenziale uscita dalla politica dei tassi d'interesse negativi (NIRP), che potrebbe generare perdite sullo yen se non gestita correttamente. Inoltre, uno scenario 2024 caratterizzato da una crescita ancora insufficiente della Cina e da un possibile hard landing degli Stati Uniti potrebbe avere un impatto significativo sugli utili per azione (EPS) del Giappone.

Nel 2023, sul fronte dei mercati emergenti, l'America Latina era in netto vantaggio, a fronte di una Cina alle prese con una riapertura sottotono, un settore immobiliare in crisi e una depressione dei consumi. Quest'anno la performance del mercato azionario latinoamericano è stata tuttavia più debole e non sovrappesiamo più la regione all'interno dei mercati emergenti. Nel medio termine, l'America Latina ha diversi aspetti a suo favore, tra cui la relativa tranquillità geopolitica, la ricchezza di materie prime necessarie per la "transizione verde" e lo spostamento della produzione dall'Asia al Messico. Ma nel breve termine, Petrobras e Vale, i giganti del mercato azionario brasiliano, dovranno affrontare rischi politici imprevedibili durante il mandato del presidente Lula da Silva. A ciò si aggiungono anche i timori di una recessione in Argentina, sotto il nuovo governo di Javier Milei.

Nel frattempo, la crescita economica in Cina dovrà aumentare, per consentire la sovraperformance dell'intera regione. Le azioni cinesi continuano a rispecchiare un contesto di bassa crescita e deflazione, a seguito dell'assenza di un piano credibile per raggiungere l'obiettivo di crescita del PIL del 5% fissato dal governo per quest'anno. L'attuale stato di fragile stabilizzazione indica una mancanza di fiducia sostenibile nei titoli cinesi. Inoltre, il miglioramento dell'inflazione dei prezzi al consumo e alla produzione in Cina è stato minimo, con entrambi gli indicatori che hanno mostrato solo un leggero movimento fuori dal territorio negativo. Per il momento, rimaniamo neutrali sulla regione nel suo complesso.

 

Opportunità nelle obbligazioni

L’universo del reddito fisso resta molto variegato e presenta ampie opportunità per gli investitori che sono pronti ad affrontarne la complessità.

In questo panorama, i Treasury statunitensi e le obbligazioni Investment Grade fungono da ancoraggio difensivo dei portafogli d'investimento, sostenuti dall'approccio cauto della Federal Reserve in materia di tassi d'interesse.

Preferiamo tuttavia le obbligazioni europee, in particolare quelle della categoria Investment Grade, interessanti per gli investitori alla ricerca di rendimenti più elevati in seguito ai previsti aggiustamenti della politica della Banca centrale europea.

Inoltre, il debito dei Mercati Emergenti, sostenuto dalle posizioni accomodanti delle banche centrali locali, può presentare rendimenti interessanti per gli investitori disposti a sopportare potenziali fluttuazioni.

 

Cambiamenti tattici e visione a lungo termine

Candriam ha sviluppato un indicatore proprietario del sentiment che, dopo aver oscillato per settimane in zona di euforia, non ha lanciato alcun segnale di vendita. Tuttavia, la nostra analisi suggerisce che il mercato azionario potrebbe fare una pausa e muoversi lateralmente, per riprendere fiato. Manteniamo pertanto una posizione neutrale sui titoli azionari nel loro complesso, con una preferenza per quelli statunitensi rispetto a quelli europei, dove le prospettive di crescita degli utili per azione e del PIL sono più deboli.

Poiché ci aspettiamo un mercato più lento per i prossimi due mesi per il mercato generale e a fronte di attese del consensus sul comparto tecnologico che potrebbero essere eccessivamente ottimistiche, declassiamo le nostre opinioni sul settore Tech statunitense a neutrale. Il nostro outlook a lungo termine rimane comunque fortemente positivo.


 

Ricerca rapida

Ottenere informazioni più velocemente con un solo clic

Ricevi approfondimenti direttamente nella tua casella di posta elettronica