i mercati azionari hanno proseguito la loro ripresa

image4ercs.pngTitoli azionari europei: una performance positiva alla fine del mese

Dopo un inizio un po' titubante, i mercati azionari europei hanno proseguito la loro ripresa dai minimi di ottobre e concluso il mese di novembre in territorio ampiamente positivo.

La Fed e la Banca d'Inghilterra hanno continuato la loro politica monetaria restrittiva innalzando i tassi, mentre la BCE ha indicato che non c'erano ancora motivi per rallentare il ritmo del suo ciclo rialzista. Tuttavia, dopo i dati sull'inflazione statunitense migliori del previsto, gli investitori hanno iniziato a pensare che un potenziale cambio di rotta della Fed (fine dei rialzi e persino tagli) potrebbe essere in programma nel 2023. I mercati azionari hanno reagito positivamente, chiudendo in forte ascesa. Questo movimento è in gran parte dettato da speranze e attese, poiché i fondamentali sottostanti restano al momento piuttosto deboli e suggeriscono ancora un rallentamento significativo o addirittura una recessione.

L'indice dei prezzi al consumo (IPC) dell'eurozona per il mese di ottobre è salito a un nuovo massimo, sospinto principalmente dai prezzi dei generi alimentari e dai costi energetici. L'Europa continua a risentire degli effetti della crisi energetica e del ritardo del trasferimento dei prezzi ai clienti finali.

Il rischio di rimanere senza gas quest'inverno si è ulteriormente ridotto nelle scorse settimane, grazie alle temperature relativamente miti e alla minore domanda. Alla fine del mese le scorte si attestavano al 93% della capacità.

 

Stili e settori

Dall'ultimo comitato, ossia nelle scorse 4 settimane, le small cap hanno sottoperformato le large cap, nonostante una performance assoluta positiva. Pur aspettandoci che le small e mid cap sottoperformino sul breve termine, poiché gli operatori di mercato scontano gradualmente il rischio di una recessione, riteniamo che presto si presenterà un'importante opportunità di acquisto, quando i PMI risaliranno e i dati sull'inflazione inizieranno a raggiungere il picco.

A livello settoriale, rispetto all'ultimo comitato, i primi della classe sono stati IT, servizi di pubblica utilità e beni di consumo discrezionali. Al contrario, nel novero dei peggiori, con una performance assoluta negativa, figurano energia e servizi di comunicazione.  

 

Utili

Nonostante il recente rimbalzo, l'Europa rimane una regione interessante in termini di valutazione, essendo nella parte inferiore del suo intervallo storico se si considera il rapporto prezzo/utili a 12 mesi.

In merito alle revisioni degli utili, in Europa quelle positive e negative si sono pressoché compensate a vicenda, con una tendenza a breve termine piuttosto neutrale. Si tratta di un periodo abbastanza tranquillo sul fronte delle revisioni degli utili, ma a gennaio potremmo avere di nuovo una visione più nitida.

Nonostante il forte apporto dell'energia alla crescita degli EPS per il 2022 (stime) nell'indice MSCI Europe, questo settore dovrebbe essere il fanalino di coda in termini di contributo stimato per il 2023, insieme ai materiali. Per contro, i finanziari dovrebbero insediarsi al primo posto.

 

Rating

  • Dopo la solida performance (relativa), la valutazione di alcuni titoli assicurativi è molto meno interessante (ad es. la riassicurazione ha raggiunto l'obiettivo di prezzo).
  • L'inflazione si ripercuote anche sui sinistri, creando squilibri in taluni mercati (danni) poiché i premi possono talvolta essere posticipati.
  • Dopo una forte tendenza rialzista, i tassi di interesse potrebbero essere vicini al picco ► un quadro relativamente meno propizio per le assicurazioni.

 

Per il resto, siamo sempre soddisfatti del nostro forte sovrappeso sui beni di prima necessità, all'interno dei quali investiamo in società con un notevole pricing power e una solida dinamica degli EPS.

A prescindere dal settore in cui siamo sovrappesati o sottopesati, la parola d'ordine resta selettività, più che mai sullo sfondo di un rallentamento economico: dobbiamo infatti essere molto disciplinati nella selezione dei titoli.

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Titoli azionari statunitensi: un lieve calo dell'inflazione sostiene i mercati azionari

Dopo un difficile inizio mese, a causa dei timori di un ulteriore inasprimento delle banche centrali per contrastare l'inflazione, i mercati azionari globali hanno chiuso novembre in forte ascesa. Il sentiment degli investitori è stato sospinto dalla pubblicazione dei dati sull'inflazione statunitense per il mese di ottobre. Dato questo miglioramento del sentiment, l'indice MSCI World ha guadagnato quasi il 7% a novembre. Guardando ai settori del MSCI World, i materiali hanno esibito la progressione più significativa lo scorso mese, seguiti da industriali e finanziari. L'energia ha terminato in fondo alla classifica, penalizzata da prezzi del petrolio in flessione.

 

Dispersione delle performance nei settori ciclici

Nelle ultime settimane la performance del mercato azionario statunitense non è stata trainata da uno stile specifico. I titoli growth e value hanno mostrato rendimenti sostanzialmente simili e quelli difensivi si sono comportati piuttosto bene rispetto al mercato generale.

Nell'universo dei ciclici, tuttavia, si è osservata una maggiore dispersione delle performance, soprattutto nel settore energetico. Quest'ultimo ha perso notevole terreno, poiché nel mese i prezzi del petrolio sono scesi di circa il 10%. I materiali hanno avuto un’ottima performance, mentre gli industriali e i beni di consumo discrezionali hanno sottoperformato il più ampio mercato.

Infine, se si considerano le capitalizzazioni di mercato, le small cap hanno continuato a sottoperformare le large cap.

 

Aspettative sugli utili e valutazioni

Dopo un discreto terzo trimestre per gli utili, le revisioni non sono più negative. Nei prossimi dodici mesi il consenso anticipa una crescita moderata degli utili pari a circa il 5%, un dato che sembra abbastanza in linea con lo stato attuale dell'economia.

I settori difensivi non contribuiscono realmente a tale crescita attesa degli utili. Il principale apporto proviene dai settori ciclici, come i beni di consumo discrezionali e gli industriali. Anche i finanziari dovrebbero mostrare un notevole aumento degli utili mentre, dopo essersi messi in luce nel 2022 sostenuti dal rincaro delle materie prime, l'energia e i materiali dovrebbero subire un calo.

In questo contesto, e dopo il rimbalzo da inizio ottobre, il mercato azionario statunitense non sembra eccessivamente costoso, essendo scambiato a 18 volte gli utili attesi nei prossimi dodici mesi.

 

La sanità resta la nostra principale convinzione

I mercati azionari statunitensi sono sensibilmente risaliti dopo la correzione di settembre e la stagionalità è favorevole a un proseguimento del rimbalzo verso la fine dell'anno. Tuttavia, la visibilità nel 2023 non è molto elevata e l'ulteriore andamento del mercato dipenderà dall'entità del rallentamento della crescita economica e dall'eventuale svolta della Fed, che non è ancora giunta. In questo scenario, è sempre importante adottare un approccio equilibrato.

Di conseguenza, non abbiamo apportato alcuna modifica strategica, mantenendo il +1 sulla sanità. Il settore rimane la nostra principale convinzione, poiché è una scelta oculata in virtù del suo carattere difensivo: nessun impatto negativo risultante dalla guerra, scarsa dipendenza economica, tendenze demografiche e costante innovazione che lo sostengono come pure valutazioni interessanti. Abbiamo conservato anche il +1 sull'information technology.

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Titoli azionari dei mercati emergenti

A novembre, i mercati emergenti hanno messo a segno un significativo rimbalzo. Nella prima metà del mese, la ripresa è stata trainata da dati sull'inflazione statunitense migliori di quanto temuto, che hanno alimentato le aspettative di un successivo rallentamento del ciclo rialzista. Di conseguenza, i rendimenti dei Treasury USA a 10 anni hanno ceduto 44 pb, attestandosi al 3,61%, mentre il dollaro si è indebolito, sostenendo le valute dei mercati emergenti. Nella seconda metà del mese, le azioni cinesi hanno proseguito la loro forte impennata, con l'attenuarsi dei rischi geopolitici a seguito della riunione Xi-Biden, in occasione del G20, seguita dagli annunci di misure di sostegno della Cina al settore immobiliare e di un allentamento delle restrizioni contro il Covid.

L'indice MSCI China ha registrato il miglior mese da molto tempo, con un incremento del 30% in US$. Anche Taiwan e Corea del Sud hanno registrato forti rialzi, rispettivamente del 22% e del 15%, poiché le aspettative di riapertura della Cina hanno sostenuto le azioni delle controparti nord asiatiche. L'India ha guadagnato il 5,1% nel corso del mese, in quanto i prezzi del petrolio hanno continuato a correggere i timori sull'inflazione. L'America Latina, uno dei migliori mercati emergenti da inizio anno, ha registrato un calo a novembre, con il Brasile in contrazione del 4,7% nel mese, a causa dei timori sulla politica fiscale e delle incertezze sulla composizione del governo Lula. L'indice MSCI EM ha chiuso il mese in ascesa del 14,6% (in US$).

Con l'indebolimento del dollaro rispetto al picco di ottobre, gran parte delle valute dei mercati emergenti si è apprezzata. Nel complesso delle materie prime, le attese relative alla riapertura della Cina hanno trainato la maggior parte dei metalli, ma il petrolio ha chiuso il mese in ribasso a US$ 86,60/barile (Brent), sulla scia di aspettative di un rallentamento globale.

 

Sintesi dei rating regionali e settoriali:

Cina: visione più costruttiva (+1)

Taiwan: rating neutrale confermato, ma le tensioni geopolitiche impongono un attento monitoraggio

Giudizio positivo sull'ASEAN, in quanto paesi come la Thailandia beneficiano ancora della riapertura e le valutazioni si confermano costruttive

 

Beni di consumo discrezionali: revisione al rialzo a +1

Immobiliare: upgrade a neutrale

 

Finora l'anno è stato uno dei più volatili per le azioni dei mercati emergenti, senza chiari segnali di leadership di stile/regionale/settoriale. Novembre non è stato diverso in questo senso, poiché abbiamo assistito a un forte rimbalzo trainato dalle azioni cinesi. L'ottimismo sulla ripresa cinese è stato sostenuto dagli annunci di misure a sostegno del settore immobiliare e dal graduale allentamento delle restrizioni legate al Covid. Prima di una completa ripartenza dovremo forse aspettare ancora, ma riteniamo che gli annunci siano decisamente positivi e potrebbero condurre a premi al rischio normalizzati per le azioni cinesi. Manteniamo un'esposizione neutrale alla Cina, con una preferenza per le azioni cinesi di classe A, in cui troviamo titoli "growth" più tematici e fondamentali. Tuttavia, alla luce degli annunci sempre più positivi, abbiamo completato il nostro posizionamento in Cina, con la ripresa dei consumi e la riapertura dei beneficiari dei mercati H offshore cinesi.

Più in generale, per quanto riguarda le prospettive delle azioni dei mercati emergenti, il numero di persistenti incertezze, tra cui un rallentamento della crescita globale, i rischi geopolitici, la ripresa dell'inflazione e la costante forza del dollaro USA, ci spingono a restare cauti. In termini di posizionamento, la strategia mantiene un portafoglio bilanciato di titoli growth sostenibili, che beneficiano della tematica a lungo termine nei mercati emergenti.

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