Le azioni europee segnano una pausa

Titoli azionari europei: l'Information Technology è sempre il primo della classe

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Nelle scorse quattro settimane i mercati azionari europei non sono riusciti a proseguire il trend rialzista in atto da inizio anno. Sebbene non si sia osservata una grande differenza tra value e growth, la dispersione a livello di performance nei settori sottostanti è risultata notevole. L'Information Technology ha ancora una volta esibito la maggiore sovraperformance, sostenuto tra l'altro dall'interesse degli investitori per le società esposte alla crescente domanda di soluzioni di intelligenza artificiale. Oltre all'Information Technology, anche Industriali e Finanziari hanno sovraperformato il più ampio mercato europeo, seppure in minore misura.

I fanalini di coda dello scorso mese sono stati i Servizi di Comunicazione, i Beni di prima necessità, le Utilities e i Beni Voluttuari. Questi ultimi ha subito prese di profitto dopo il forte rimbalzo da inizio anno trainato dalla riapertura dell'economia cinese. Poiché la ripresa economica cinese ha in qualche modo deluso, gli investitori hanno incamerato parziali profitti sul settore.

Su un altro fronte, l'Energia non è riuscita a trarre vantaggio dal taglio della produzione di un milione di barili al giorno operato dall'Arabia Saudita nel tentativo di sostenere i prezzi del petrolio. Alla luce del rallentamento economico in corso, gli investitori si concentrano principalmente sul possibile calo della domanda.

 

Aspettative sugli utili e valutazioni

La stagione degli utili per il primo trimestre si è rivelata piuttosto discreta. Sorprendentemente, la crescita degli utili è stata pregevole e circa il 70% delle società europee comprese nell'indice Stoxx Europe 600 ha superato le aspettative. Dopo le pubblicazioni dei risultati per il primo trimestre, le revisioni sono diventate leggermente positive.

Il consenso punta ora su una crescita degli utili vicina al 5% nei prossimi dodici mesi per l'Eurozona. Alla luce di tale crescita attesa, la valutazione del mercato azionario europeo appare interessante a meno di 12 volte gli utili forward a dodici mesi.

Guardando al rapporto prezzo/utili forward a dodici mesi, il Regno Unito è persino più interessante dell'Eurozona, ma per un motivo preciso. È infatti l'unica regione per la quale le previsioni del consenso indicano un calo degli utili nei prossimi dodici mesi, a causa della sua significativa esposizione alle materie prime.

 

Posizionamento difensivo confermato

Dopo la buona performance da inizio anno, le azioni europee scontano già molte notizie positive. Le attese sugli utili considerano già un rimbalzo ciclico per il prossimo anno, mentre i dati economici sono contrastanti. Inoltre, la ripresa economica cinese sembra in una certa misura deludere e l'inflazione core europea permane ostinatamente elevata. Un quadro che complica il compito della presidente della BCE Lagarde, chiamata, da un lato, a gestire un'inflazione sostenuta e, dall'altro, a monitorare la stabilità finanziaria.

In questo contesto, siamo convinti che sia sempre opportuno mantenere un approccio bilanciato con un orientamento difensivo. Nelle scorse settimane non abbiamo apportato modifiche strategiche di rilievo alla nostra allocazione, poiché siamo ancora soddisfatti del nostro attuale posizionamento, incentrato sui settori growth più difensivi come Beni di prima necessità e Health Care, nonostante le performance più mediocri osservate di recente.

Abbiamo inoltre mantenuto il +1 sulle banche retail, privilegiando gli istituti con valutazioni interessanti ed evitando al contempo le banche d'investimento ad alto rischio. La selettività è comunque fondamentale, poiché il contesto di mercato risulta ora moderatamente più impegnativo, alla luce dell'evoluzione prevista del ciclo di prestito e della maggiore concorrenza. In questo contesto, è opportuno preferire le banche di qualità, con un potere di determinazione dei prezzi e un vantaggio competitivo. Per concludere, rimaniamo al momento negativi sull'Energia.

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Titoli azionari statunitensi: i titoli growth di qualità in testa

Il trend del mercato statunitense rimane moderatamente rialzista, con i titoli growth di qualità che continuano a trainare la progressione. L'economia sta visibilmente rallentando a un ritmo costante, mentre i dati inflazionistici sono ulteriormente diminuiti. Nel frattempo, le discussioni sul tetto del debito tra Democratici e Repubblicani hanno rappresentato solo una fonte temporanea di incertezza per i mercati azionari.

 

Sovraperformance dei titoli quality growth

Le azioni statunitensi esibiscono rendimenti leggermente positivi dall'inizio di maggio. Tale pregevole performance è principalmente ascrivibile ai settori growth, come Servizi di Comunicazione, Beni Voluttuari e Information Technology. Quest'ultimo ha ancora una volta esibito la maggiore sovraperformance, sostenuto tra l'altro dall'interesse degli investitori per le società esposte alla crescente domanda di soluzioni di Intelligenza Artificiale.

Nello stesso periodo i settori difensivi hanno fortemente sottoperformato il mercato generale. I Beni di prima necessità e i Utilities hanno perso notevole terreno e anche il settore Health Care ha chiuso in lieve territorio negativo nelle scorse settimane. Dal suo canto, l'Energia ha retto abbastanza bene, in quanto l'Arabia Saudita ha annunciato che ridurrà la produzione di greggio di un milione di barili al giorno nel tentativo di sostenere i prezzi del petrolio. Il taglio fa seguito a quello di 1,16 milioni di barili al giorno operato dall'OPEC ad aprile.

 

Una discreta stagione degli utili

La stagione degli utili negli Stati Uniti si è rivelata di buona fattura: secondo Factset Research, quasi l'80% delle società incluse nell'indice S&P 500 ha pubblicato utili superiori alle attese. Dopo che sono giunti i risultati per il primo trimestre, le revisioni sono diventate leggermente positive.

Il consenso punta ora su una crescita degli utili pari a circa il 5% nei prossimi dodici mesi. Alla luce di tale crescita attesa, il mercato azionario statunitense non sembra eccessivamente costoso in termini di valutazioni.

 

Moderatamente rialzisti

I mercati azionari americani si stanno avvicinando a nuovi massimi per diversi motivi:

  • Innanzitutto, gli Stati Uniti eviteranno verosimilmente un brusco rallentamento della crescita. Dato l'attuale contesto macroeconomico, si prospetta infatti una decelerazione della crescita prolungata ma di lieve entità.
  • Inoltre, guardando alle ultime pubblicazioni economiche, come l'ISM Prices Paid, l'inflazione continua ad andare nella giusta direzione.
  • Infine, i mercati azionari non sono eccessivamente costosi.

Questi fattori giustificano una visione moderatamente rialzista. Tuttavia, è probabilmente ancora prematuro iniziare ad accrescere l'esposizione ciclica. In questo contesto, preferiamo mantenere un portafoglio bilanciato che mira alla creazione di alfa attraverso la selezione dei titoli. Di conseguenza, non abbiamo modificato i nostri rating settoriali, decidendo di mantenere il settore Health Care a +1, l'unico valore positivo al momento.

 

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Titoli azionari dei Mercati Emergenti: la ripresa post-Covid cinese è più debole del previsto

A maggio i mercati azionari hanno subito pressioni al ribasso a causa dell'intensificarsi dei negoziati sul tetto del debito statunitense. Il presidente Biden e il portavoce della Camera McCarthy hanno infine raggiunto un accordo, innalzando il limite di indebitamento alla fine del 2024. Nel frattempo, le tensioni tra Stati Uniti e Cina non si sono placate e hanno riservato colpi di scena. Le due potenze hanno continuato ad alzare la voce a livello militare, senza stabilire un canale di comunicazione. Al vertice del G7 sono emersi contrasti tra i leader e, in conclusione, si è adottato un approccio volto alla "riduzione del rischio senza un disaccoppiamento" dalla Cina. Tuttavia, sono stati osservati segnali di stabilizzazione, con l'insediamento del nuovo ambasciatore cinese negli Stati Uniti. La posizione è rimasta vacante per circa sei mesi. È stato inoltre organizzato un colloquio tra gli alti funzionari del commercio dei due paesi. Si prevede che la concorrenza tra Stati Uniti e Cina prosegua, con quest'ultima intenzionata a sbarcare sulla Luna entro il 2030. Nel mese i Mercati Emergenti hanno esibito rendimenti negativi (-1,9% in USD), sottoperformando gli omologhi Mercati Sviluppati (-1,2% in USD) dello 0,7%.

Tra gli aspetti salienti a livello globale, la ripresa cinese post-Covid si è rivelata più debole del previsto. È mancata una risposta politica significativa di Pechino e il governo sta valutando incentivi fiscali per le società manifatturiere. In termini di politiche esterne, la Cina ha bandito Micron dalle infrastrutture critiche per ragioni di sicurezza, a vantaggio dei produttori di chip locali e sudcoreani. Il governo statunitense aveva permesso alle società sudcoreane di gestirne una lo scorso anno per "colmare il vuoto". Le società tecnologiche sudcoreane e taiwanesi hanno inoltre beneficiato del promettente potenziale dell'IA. Jensen Huang, CEO di Nvidia, leader americano nel settore dell'IA, ha comunicato previsioni impressionanti per la società ed evocato in diversi discorsi una "nuova era informatica". Questo ha riacceso l'interesse degli investitori per il settore tecnologico globale. Un'altra notizia positiva è giunta da Syngenta, un conglomerato agricolo svizzero, che punta a un'IPO a Shanghai.

La politica ha anch'essa ricoperto un ruolo importante in altri Paesi Emergenti. In Thailandia, il partito pro-democrazia ha vinto le elezioni generali, ma ha avuto difficoltà a formare un governo di coalizione, con un conseguente deprezzamento della valuta locale. Recep Tayyip Erdogan ha vinto il ballottaggio e resterà presidente della Turchia. Ha sostituito quasi tutti i membri del governo e nominato Mehmet Simsek come nuovo ministro delle finanze e del Tesoro. Simsek è un ex economista di Merrill Lynch e la sua nomina è stata accolta favorevolmente dagli investitori. La Grecia ha esibito la migliore performance a maggio. Il partito al governo ha vinto le elezioni generali, placando le inquietudini sulla necessità di formare una coalizione. L'Argentina ha chiuso in cima alla classifica nella regione LatAM, poiché si anticipano potenziali cambiamenti positivi dopo le elezioni generali di agosto e ottobre.

L'oro ha ceduto l'1,4% e l'argento il 5,6% nel corso del mese. Il greggio è stato oscurato dalla volatilità, con il Brent che ha infine abbandonato l'11,5%. L'EMFX ha perso il 2,0% sulla scia di peggiori prospettive sugli utili e della ripresa disomogenea dell'economia cinese.

 

Prospettive e driver

Nonostante le fluttuazioni a breve termine, le prospettive di lungo periodo per le azioni dei Mercati Emergenti restano favorevoli.

Il PMI manifatturiero cinese è lievemente calato, scendendo sotto quota 50 per due mesi consecutivi. Questo dato è in linea con le attese di una traiettoria non uniforme della ripresa economica. La Cina è alle prese con significative avversità difficili da gestire, tra cui la debolezza macro e un quadro geopolitico che si deteriora in vista delle elezioni statunitensi. Il rimbalzo si è rivelato più lieve del previsto e gli investitori si aspettano che Pechino intervenga con l'adozione di stimoli. Il contesto competitivo nel commercio al dettaglio di beni di consumo potrebbe innescare un cambio di leadership nel settore, potenzialmente vantaggioso per i consumatori cinesi. Inoltre, l'attuale scenario di mercato include nuove tematiche di crescita secolare, tra cui la conversione al digitale e al cloud delle imprese cinesi, l'ascesa della produzione di fascia alta e l'integrazione delle funzionalità di IA da parte dei giganti del software e del gaming.

La crescente domanda di IA, elaborazione associata a ChatGPT e semiconduttori di memoria sostiene determinate società di Taiwan e Corea del Sud. Inoltre, quest'ultimo paese è destinato a trarre vantaggio dalla domanda correlata all'Inflation Reduction Act (IRA) degli Stati Uniti e dalla transizione dell'UE verso le tecnologie pulite.

Le posizioni in portafoglio dimostrano un grande potenziale per una crescita costante e generano ROE più elevati rispetto

 

Posizionamento in vista di una ripresa

Nella nostra allocazione regionale, abbiamo declassato la Cina a neutrale e, date le oscillazioni economiche a breve termine, manteniamo a neutrale i Beni Voluttuari.

Visioni regionali:

Cina: neutrale – Il precedente ottimismo per la regione era trainato da 3 fattori: la ripresa associata alla riapertura che si riflette in un aumento degli utili, le valutazioni interessanti e un ulteriore sostegno politico in futuro. Tuttavia, dagli ultimi dati cinesi è emersa una debolezza dei consumi: esportazioni/importazioni in calo, IPC in declino e impulso al credito ancora debole. Inoltre, le grandi società dell'e-commerce, gravate da timori sulla crescita, stanno entrando in una nuova fase di maggiore concorrenza. Il rischio geopolitico e le incertezze sono tornati alla ribalta e potrebbero alimentare ulteriormente le turbolenze.

Visioni per settore e industria:

Beni Voluttuari: neutrale

In seguito al nostro recente aggiornamento su una ripresa dei consumi cinesi più lenta delle attese, il settore dei Beni Voluttuari, che include grandi nomi nazionali dell'e-commerce, come JD.com, Alibaba, ecc., alle prese con sfide quali il peggioramento del sentiment e la crescente concorrenza, potrebbe continuare ad essere sotto pressione.

Restiamo neutrali sul settore. Continuiamo a monitorare il rischio di rialzo, poiché le vendite di metà anno in Cina saranno comunicate a giugno.

Visioni dello scorso mese:

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