Un approccio bilanciato giustificato dalla mancanza di visibilità

Titoli azionari europei: mercati resilienti

Eq_figure1IT.png

Il fallimento di Silicon Valley Bank, la 16° banca statunitense per dimensioni, ha provocato un'onda d'urto sui mercati finanziari. Nonostante la loro resilienza, anche i listini azionari europei hanno dovuto cedere terreno in questo contesto. Durante la correzione, e in particolare dall'inizio di marzo, i titoli growth hanno sovraperformato gli omologhi value e le large cap hanno sopravanzato le small cap.

Da una prospettiva settoriale, non si è osservata una chiara dispersione delle performance tra settori ciclici e difensivi. Pur non avendo fondamentalmente risentito dei recenti sviluppi negli Stati Uniti, i materials e i finanziari sono stati i fanalini di coda. Anche l'information technology ha sottoperformato il mercato generale. I servizi di comunicazione, l'energia, gli industriali come pure i settori più difensivi dei beni di prima necessità e dei servizi di pubblica utilità hanno sovraperformato il più ampio mercato.

Aspettative sugli utili e valutazioni

Nel frattempo, i fondamentali delle azioni europee permangono ragionevoli. Le positive revisioni degli utili hanno favorito l'azionario locale. La crescita degli utili nei prossimi dodici mesi è ora vicina all'1,5%. Secondo il consenso, i finanziari e l'information technology traineranno questa lieve espansione. Ci si aspetta che l'energia e i materiali abbiano un calo significativo degli utili nei prossimi dodici mesi.

Dopo la recente correzione e date le citate previsioni di crescita, le valutazioni restano appetibili, essendo scambiate a meno di 13 volte gli utili attesi a dodici mesi. Le azioni europee si confermano molto interessanti rispetto ai livelli storici.

Una strategia bilanciata con un orientamento difensivo

Non abbiamo apportato modifiche strategiche di rilievo alla nostra allocazione, poiché siamo ancora soddisfatti del nostro attuale posizionamento, incentrato sui settori più difensivi come beni di prima necessità e sanità. Entrambi i settori hanno sovraperformato durante le recenti turbolenze di mercato.

Abbiamo inoltre mantenuto il +1 sull'information technology e il -1 sull'energia. Ma qual è la nostra opinione sul settore bancario europeo dopo il fallimento di Silicon Valley Bank e Signature Bank? Negli Stati Uniti l'evento ha sollevato dubbi su altre piccole banche regionali meno regolamentate e con basi di depositi vulnerabili, ad esempio East West Bancorp o UMB Financials, ma non sembra avere importanti ricadute finanziarie sugli istituti più grandi.

La fiducia degli investitori è stata comunque minata, con ripercussioni negative anche sulla performance azionaria delle banche europee. Sebbene non possiamo escludere difficoltà per singoli istituti, i problemi con cui sono alle prese le banche regionali statunitensi hanno un impatto limitato sul settore bancario europeo. Le banche europee sono soggette a normative sulla liquidità molto più stringenti. Di conseguenza, presentano bilanci piuttosto solidi. Inoltre, la loro base di depositi è molto più diversificata.

 

Tuttavia, le recenti vicissitudini di Crédit Suisse hanno turbato anche i mercati europei, con una conseguente correzione significativa del settore finanziario, sul quale siamo neutrali. La nostra esposizione al settore è ben bilanciata alla luce del -1 sui finanziari diversificati, un rating neutrale sulle compagnie assicurative e un +1 sulle banche retail. Detto questo, occorre sottolineare che la selezione titoli è di primaria importanza. Le posizioni sulle banche retail sono, e sono sempre state, concentrate su istituti di alta qualità e con elevate solvibilità e redditività.

L'unica modifica apportata riguarda i servizi di pubblica utilità. Abbiamo aumentato il settore da -1 a neutrale. Pur avendo una visione strutturale negativa a causa della maggiore concorrenza, delle pressioni sui margini (dovute alle notevoli spese in conto capitale) e del forte indebitamento, riconosciamo che, in presenza di una costante incertezza sul mercato, il settore potrebbe sovraperformare. I servizi di pubblica utilità hanno sottoperformato il mercato generale sin dal picco di fine 2020 e potrebbero ora riconquistare temporaneamente i favori degli investitori alla ricerca di alternative difensive.

Siamo convinti che sia opportuno mantenere un approccio bilanciato con un orientamento difensivo, poiché i ciclici sono ora costosi e l'attesa ripresa economica è già scontata.

tabEqIT1.PNG

Titoli azionari statunitensi: lieve correzione a febbraio

La solida dinamica di inizio anno delle azioni americane è giunta al termine. Il lieve calo di febbraio si è intensificato a marzo in seguito al fallimento di Silicon Valley Bank (SVB), la 16° banca statunitense per dimensioni. Dati i timori di contagio, gli investitori sono fuggiti dall'universo azionario, privilegiando i beni rifugio e i settori più difensivi.

Ciclici e small cap in flessione

Dall'inizio di febbraio (e soprattutto dopo il crollo di SVB) si osserva un'importante dispersione a livello di performance negli Stati Uniti. I titoli growth hanno iniziato a sovraperformare quelli value e le large cap hanno sovraperformato le società più piccole, ritenute più sensibili ai rischi del sistema finanziario e al ciclo economico.

Da una prospettiva settoriale, i ciclici, ad eccezione degli industriali, hanno patito in misura significativa la maggiore incertezza. Non sorprende che, dopo il fallimento di Silicon Valley Bank, i finanziari abbiano subito il contraccolpo più duro. I settori difensivi, come beni di prima necessità, servizi di pubblica utilità e sanità hanno invece conseguito le migliori performance. Al contempo, anche l'information technology si è comportato abbastanza bene rispetto al mercato generale.

Fondamentali ragionevoli

I fondamentali delle azioni statunitensi permangono ragionevoli. Il consenso prevede ora una crescita degli utili prossima allo 0% nel 2023 e intorno al 4% nei successivi dodici mesi. Questo dato resta in linea con l'attuale scenario economico.

Data tale crescita degli utili e alla luce della recente correzione, le azioni statunitensi non sono né a buon mercato né costose.

Aspettare che le acque si calmino

Finora nel corso dell'anno abbiamo mantenuto un approccio bilanciato, prestando attenzione a segnali interessanti che indicassero un chiaro rallentamento dell'inflazione e un'imminente fine del ciclo rialzista della Federal Reserve.

Il recente fallimento di Silicon Valley Bank e il rischio di una crisi nel settore bancario statunitense, benché improbabile, hanno tuttavia influito sulla nostra visione a breve termine, adesso sostanzialmente neutrale. Il profilo di rischio/rendimento delle azioni statunitensi non è ottimale e, nonostante i discreti fondamentali, i recenti eventi hanno limitato la visibilità.

In questo contesto, non riteniamo opportuno apportare modifiche significative alla nostra strategia. Preferiamo mantenere un approccio bilanciato fino a quando le acque non si saranno calmate.

tabEqIT2.PNG

Titoli azionari dei mercati emergenti: correzione generalizzata a febbraio

Dopo un ottimo inizio d'anno a gennaio, i mercati emergenti hanno subito una correzione generalizzata a febbraio. Con il riemergere delle tensioni tra Stati Uniti e Cina a causa del pallone spia e un'inversione della tendenza al ribasso del dollaro, le azioni emergenti sono state sotto pressione, cedendo il 6,5% e sottoperformando del 4% le omologhe dei mercati sviluppati. Riguardo alla Cina, peso massimo del benchmark, il nuovo deterioramento delle relazioni con gli Stati Uniti ha fatto passare in secondo piano l'ottimismo per una riapertura più rapida e i solidi dati sull'attività. Gli investitori hanno incamerato profitti sul paese, che nel mese ha ceduto il 10%. Sullo sfondo di queste turbolenze esterne, le azioni A onshore cinesi si sono dimostrate più resilienti di quelle offshore di Hong Kong. Con il governo cinese che ha intensificato gli sforzi per potenziare le capacità digitali e IT interne, le telecomunicazioni sono state il miglior settore del paese. Anche l'India ha perso ulteriore terreno, ma ha sovraperformato le controparti asiatiche, con i recenti dati sull'inflazione che suggeriscono un rischio inflazionistico per la ripresa e i crescenti rendimenti interni che frenano gli afflussi nelle azioni nazionali. Anche la Corea si è trovata in difficoltà dopo la robusta performance di gennaio, poiché l'incertezza sul rallentamento della domanda statunitense ha continuato a gravare sul sentiment. Taiwan si è comportata relativamente meglio nel mese, con l'ottimismo per la domanda legata a cloud e intelligenza artificiale che ha sostenuto le società attive nella supply chain dei semiconduttori. Spostandoci in America Latina, il Messico si è di nuovo messo in luce, con ulteriori afflussi di investimenti trainati dalla strategia di near-shoring con gli Stati Uniti. Al contrario, il Brasile è rimasto sotto pressione, penalizzato dal ribasso delle materie prime a febbraio e dai timori per i rischi legati alla politica fiscale. Nell'universo delle materie prime, la maggior parte dei metalli ha esibito una correzione generalizzata, poiché l'ottimismo per la riapertura cinese è svanito e l'aumento delle scorte ha destato preoccupazioni. Anche i prezzi dell'oro hanno perso slancio, in quanto i rendimenti statunitensi hanno ripreso il loro trend rialzista.

Prospettive e driver

I fattori macroeconomici continuano a trainare i prezzi degli attivi emergenti nel 2023. La rivalutazione della curva dei rendimenti negli Stati Uniti ha messo in pausa la ripresa osservata da novembre 2022. È molto importante attendere maggiore chiarezza sull'andamento dell'inflazione negli Stati Uniti e, di conseguenza, del dollaro, poiché a nostro parere non siamo ancora fuori pericolo. I segnali monetari indicano una riduzione della liquidità in eccesso nei prossimi mesi, con i mercati sviluppati in ulteriore contrazione, dinamica che in genere pesa sulle azioni. Tuttavia, i mercati emergenti sono in una forma migliore e le valutazioni, soprattutto rispetto al mondo sviluppato, sono interessanti. Dopo diversi anni consecutivi di sottoperformance relativa, molteplici fattori sono ora favorevoli per le azioni dei mercati emergenti. Il ritmo e la portata della ripresa economica in Cina rappresentano il driver principale. Guardando ai PMI di febbraio, il rimbalzo economico cinese potrebbe accrescere sensibilmente nel 2023 il differenziale di crescita tra i mercati sviluppati e quelli emergenti, a favore di questi ultimi. Le dinamiche inflazionistiche sono propizie per gran parte delle regioni emergenti. Gli effetti di un rallentamento trainato da Stati Uniti ed Europa è però una fonte di preoccupazione per le economie esportatrici. Tuttavia, permangono aspetti positivi come la diversificazione della supply chain, i benefici legati al near-shoring e all'IRA statunitense nonché le riforme economiche, che potrebbero sostenere Messico, India e Corea del Sud.

Posizionamento in vista di una ripresa

Non abbiamo modificato le nostre opinioni regionali, mantenendo un sovrappeso su Cina, ASEAN e Brasile, mentre siamo neutrali sugli altri mercati.

Visioni regionali:

Cina: i dati sul settore manifatturiero di febbraio confermano il forte potenziale di recupero della Cina. Tuttavia, il congresso appena concluso suggerisce che il focus sarà sulla stabilità economica anziché sul vigore della ripresa del PIL (obiettivi ufficiali per la crescita del PIL al 5,0%, leggermente inferiori alle attese di molti operatori). Anche i primi segnali di una maggiore concorrenza nell'e-commerce destano preoccupazioni. Continuiamo a monitorare gli sviluppi e manteniamo nei fondi un'esposizione alla Cina più neutrale e bilanciata.

Brasile: alla luce delle vendite registrate in Brasile nel quarto trimestre, le valutazioni rimangono interessanti e i fattori macro sono ampiamente favorevoli. La riapertura della Cina potrebbe fornire un po' di supporto alle azioni brasiliane.

ASEAN: la riapertura della Cina favorisce i paesi dell'ASEAN come la Thailandia (ripresa del turismo) e l'Indonesia (ripresa delle materie prime), per cui manteniamo un sovrappeso nella regione.

Messico: a dispetto dei venti di coda esercitati della tematica del near-shoring statunitense, manteniamo neutrale il Messico, visto il forte rally registrato dall'azionario locale nell'ultimo mese.

Visioni per settore e industria:

Nessuna modifica alle visioni settoriali. Continuiamo a monitorare il segmento dei semiconduttori (neutrale), dove si segnala un certo sostegno alla domanda proveniente dall'intelligenza artificiale e gli investimenti nel cloud potrebbero innescare una ripresa prima del previsto.

 

tabEqIT3.PNG

tabEqIT4.PNG

tabEqIT5.PNG

 

Ricerca rapida

Ottenere informazioni più velocemente con un solo clic

Ricevi approfondimenti direttamente nella tua casella di posta elettronica