La volatilità estiva è inevitabile?

L’MSCI World (indice dei paesi sviluppati) ha toccato il massimo storico a metà luglio, dopo un rialzo quasi ininterrotto del 33% dal suo minimo di fine ottobre 2023. Solo una correzione di circa il 5% nell’aprile 2024 ha consentito ad alcuni investitori reattivi di saltare sul carro, se non lo avevano già fatto. Si può guardare con serenità ai mesi estivi dopo un viaggio del genere? Anche se i mercati finanziari sembravano aver superato i vari ostacoli sul loro cammino, quale evento potrebbe rappresentare un nuovo ostacolo?

 

Una crescita sempre più selettiva dei mercati finanziari

L'aumento degli asset rischiosi è stato diffuso a partire dall'ultimo trimestre dello scorso anno per le azioni, il credito (gli spread si sono ridotti notevolmente) e per le materie prime (+33% per l'oro, +18% per il rame)... Selettività è comunque la parola d’ordine nel secondo trimestre del 2024, dopo una prima fase di rialzi un po’ più indifferenziati. Il mercato statunitense ha affermato ancora una volta la sua leadership attorno a una manciata di titoli: le prime cinque capitalizzazioni di mercato rappresentano ora un quarto dell’indice S&P 500 e hanno contribuito alla maggior parte dei guadagni dall’inizio dell’anno. L’indice statunitense Equal Weight non ha seguito esattamente la stessa traiettoria, toccando il suo punto più alto il 28 marzo 2024. Neanche le altre principali regioni hanno stabilito nuovi record: il mercato europeo (indice Eurostoxx 50) si è mosso orizzontalmente dalla stessa data e l’indice azionario dei mercati emergenti rimane più del 20% al di sotto del livello di febbraio 2021. Solo il mercato giapponese sta avendo un andamento simile all’S&P500 (+35% dal 1° novembre 2023) in valuta locale, ma scontando un deprezzamento di oltre il 10% dello yen rispetto al dollaro dall’inizio dell’anno.

In questo modo, le tendenze dei mercati finanziari sono rimaste strettamente legate alle tendenze fondamentali. Il rimbalzo tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 è stato collegato alla brusca revisione al rialzo della crescita statunitense, mentre la disinflazione è proseguita al ritmo previsto. Questo slancio è stato rafforzato dalla forte crescita prevista per le aziende che beneficiano direttamente degli investimenti nell’intelligenza artificiale. A partire dal secondo trimestre, il rallentamento della crescita statunitense ha portato ad un significativo scollamento all’interno dell'indice azionario americano, mentre alcune "Mega-cap" hanno portato l'indice S&P500 a nuovi massimi. Allo stesso modo, le ricorrenti delusioni riguardo la crescita cinese si sono riflesse nella performance caotica degli indici azionari cinesi e dei mercati emergenti. In Europa, la mancanza di una ripresa economica convincente in Germania e Francia ha interrotto lo slancio rialzista degli indici azionari già nel secondo trimestre del 2024.

 

Quali sfide dovremo affrontare quest'estate ?

La selettività è quindi diventata più rilevante nel secondo trimestre del 2024, tuttavia i mercati finanziari sono rimasti nel complesso relativamente resilienti, avendo metabolizzato piuttosto rapidamente alcuni episodi di stress ad aprile e a giugno dopo le elezioni europee. La volatilità è così tornata su livelli ridotti (indice V2TX di volatilità dei mercati europei a 14).

Il prossimo ostacolo è la pubblicazione dei risultati aziendali del secondo trimestre. Negli Stati Uniti, la crescita di questo trimestre dovrebbe essere del 10% superiore rispetto al 2023 (contro il +7% del primo trimestre), ma sembra realizzabile, in quanto le indicazioni delle aziende non hanno dato luogo ad alcuna revisione negativa. La posta in gioco per il mercato statunitense è un possibile ampliamento della base di crescita degli utili delle aziende. La crescita degli utili dei "Magnifici 7" dovrebbe rallentare, mentre quella degli altri 493 titoli azionari dovrebbe aumentare già a partire da questo trimestre. Anche per la seconda metà dell’anno l’asticella è leggermente più alta, con una crescita prevista degli utili societari a due cifre , mentre l’attività commerciale potrebbe rallentare. In Europa le aspettative sono più modeste, con una crescita prevista del +1% per questo trimestre. Anche in questo caso saranno decisive le indicazioni delle aziende per la restante parte dell'anno (prevista una crescita più forte nel secondo semestre). In genere le valutazioni lasciano poco spazio a forti delusioni e, come nel primo trimestre, essere al di sopra o al di sotto delle aspettative dovrebbe comportare un'ampia dispersione della performance (per titolo e settore).

 

La sfida principale resta quella di un “soft landing” negli Stati Uniti. 

Negli Stati Uniti, la crescente probabilità di vittoria delle elezioni da parte di Donald Trump riduce l’incertezza per gli investitori, ma lascia i mercati finanziari intrappolati in forze opposte: un marcato rallentamento della crescita e una decelerazione dell’inflazione in corso; mentre le politiche di Trump sono viste come piuttosto inflazionistiche e in grado di stimolare la crescita. Ciò probabilmente complicherà il compito della banca centrale americana di mantenere il giusto equilibrio.

I quattro tagli dei tassi previsti dal consensus per il 2025 sono troppo ambiziosi? La curva dei rendimenti continuerà probabilmente ad essere influenzata dalle variazioni delle aspettative sia sui tassi a breve che a lungo termine. Allo stesso modo, le società a piccola e media capitalizzazione sembrano beneficiare di un effetto “Trump” favorevole (stimoli e protezionismo), ma quanto potrà durare se i tassi si restringono nuovamente? Inoltre, il dollaro crescerà se la Fed taglierà i tassi meno del previsto, o si indebolirà come richiederebbe una politica mercantilista? Le Mega-cap nel settore tecnologico saranno influenzate dalle elezioni? Alcuni dei più grandi nomi del settore si stanno chiaramente dichiarando a sostegno del candidato Trump, ma Facebook, Apple e Google hanno tutti avuto dei trascorsi con Trump durante il suo primo mandato.

 

Di conseguenza, permangono molte domande che potrebbero portare a una rotazione e a un aumento della volatilità nei prossimi mesi. 

 

E per l’Europa?...

L'Eurozona sembra ancora una volta in una posizione delicata, penalizzata dalla crescita debole cinese, dall'incerta situazione politica in Francia e dai rischi protezionistici statunitensi. La prevista ripresa molto graduale dell'attività potrebbe essere messa a repentaglio dagli sviluppi politici nella seconda metà dell'anno, mentre la regione resta troppo vicina alla stagnazione.

Il Regno Unito, d’altro canto, sembra essere una regione attraente, anche se con una valutazione inferiore. Per la prima volta dalla Brexit, gli sviluppi politici contrastano favorevolmente con quelli dell’Eurozona. Le sorprese economiche sono state positive e la Banca d’Inghilterra inizierà il suo ciclo di taglio dei tassi ad agosto. Sottovalutate dagli investitori, riteniamo che le azioni del Regno Unito offrano un interessante profilo di diversificazione.

 

Lo scenario migliore per quest'estate resta quindi quello di una continuazione del soft landing dell'economia statunitense, a condizione che la politica non lo ostacoli. Questo contesto continuerebbe a favorire un rialzo delle azioni, ma probabilmente ancora una volta con una preferenza per gli Stati Uniti.

 

  • Nadège Dufossé, CFA
    Nadège Dufossé, CFA
    Global Head of Multi-Asset, Member of the Executive Committee

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