Rally delle azioni globali guidato dai titoli growt

Titoli azionari europei: partenza decisa sostenuta dai dati sull’inflazione in calo

Eq_figure1IT.png

I mercati azionari europei hanno messo a segno un inizio d’anno molto forte, sostenuto dai dati sull’inflazione in calo, sia negli Stati Uniti che in Europa, dalla fine sorprendentemente rapida della politica zero-Covid in Cina e dall’inverno relativamente mite, che ha disinnescato la crisi energetica in Europa e quindi il rischio di una profonda recessione invernale.

Questa fase di  rimbalzo è stata chiaramente guidata dai ciclici. I settori ciclici growth, come i beni di consumo discrezionali, l’industria e l’informatica, hanno sovraperformato il mercato azionario europeo nel suo insieme. I settori difensivi, quali i beni di prima necessità, la sanità e i servizi di pubblica utilità, hanno registrato una sottoperformance significativa. Il calo dei prezzi dell’energia ha inoltre frenato lo slancio del settore energetico, che quest’anno ha ceduto leggermente terreno.

Oltre che nei i settori value e growth, la dispersione della performance è stata particolarmente sensibile anche tra large e small cap. Dall’inizio dell’anno, le small cap hanno sovraperformato le loro controparti a maggiore capitalizzazione. I dati economici pubblicati sono stati favorevoli alle aziende di minori dimensione. L’indice composito dei responsabili degli acquisti di servizi dell’area euro (PMI) è salito a 50,2, evidenziando un significativo miglioramento del sentiment e la possibilità che la regione eviti una recessione invernale.

In questo contesto, e come già detto all’inizio di gennaio, abbiamo adottato una view gradualmente più positiva sulle small cap e siamo sempre alla ricerca di un’opportunità di acquisto a lungo termine. Un’inversione di tendenza nella stretta delle banche centrali e la necessità di una maggiore visibilità sull’economia e sulla dinamica degli utili delle società sono i fattori che non ci consentono di esprimere una convinzione positiva sulle small cap europee.

 

Aspettative sugli utili e valutazioni

Dopo il rimbalzo dall’inizio dell’anno, le valutazioni sono leggermente aumentate, rimanendo comunque interessanti. I titoli azionari europei scambiano ora a poco meno di 13 volte gli utili previsti per il 2023 e sono ancora significativamente più convenienti, rispetto alla loro media di lungo periodo.

La crescita prevista degli utili resta vicina allo 0%, in quanto gli investitori avevano già rivisto significativamente al ribasso le aspettative all’inizio dell’anno. La crescita dovrebbe provenire principalmente dai titoli finanziari, mentre quest’anno l’energia e i materiali dovrebbero esibire dati sugli utili fortemente negativi.

 

Mantenere per ora un approccio bilanciato

Non abbiamo apportato modifiche strategiche di rilievo, poiché siamo sempre soddisfatti del nostro attuale posizionamento. I beni di prima necessità restano la nostra principale convinzione. Sebbene i relativi titoli abbiano sottoperformato durante il rimbalzo del mercato e la flessione del dollaro USA abbia pesato sulla performance relativa, siamo convinti del rialzo delle valutazioni, del potere di determinazione dei prezzi e della dinamica positiva degli utili in questo settore. Abbiamo tuttavia aggiustato la nostra esposizione all’interno del settore, declassando la vendita al dettaglio di prodotti alimentari e di prima necessità da -1 a -2. Visto lo scarso potere contrattuale di questo segmento di mercato, i margini potrebbero subire una pressione significativa.

Nel frattempo, manteniamo il nostro +1 sull’information technology e l’assistenza sanitaria, come pure il -1 sui servizi di pubblica utilità e sull’energia. Dopo la forte ascesa dello scorso anno, quest’ultimo settore sembra pienamente valutato, mentre sui margini di profitto potrebbe pesare la transizione energetica in corso verso le energie rinnovabili, in sostituzione dei combustibili fossili.

Infine, restiamo convinti che la selezione dei titoli assumerà un ruolo ancora più rilevante quest’anno e che la dinamica degli EPS sarà fondamentale per la generazione di alfa.

Eq_figure2IT.png

 

Titoli azionari statunitensi: i titoli large growth hanno ampiamento sovraperformato quelli value

 

I titoli azionari globali hanno messo a segno un vivace inizio d’anno, sostenuti dai dati sull’inflazione in calo e dai dati di buon livello sui consumi, nonostante la scarsa fiducia dei consumatori. Il rally è stato guidato dai titoli growth, grazie alle prospettive di una politica monetaria meno restrittiva e a un raffreddamento dell’economia che ha spinto al ribasso i tassi a lungo termine.

 

Sovraperformance della crescita ciclica

Anche negli Stati Uniti si nota una chiara differenza di performance tra growth e value da inizio anno, soprattutto se osserviamo il segmento large cap. I titoli large growth hanno ampiamente sovraperformato quelli value.

La dispersione della performance tra i diversi settori è elevata. I settori ciclici che hanno perso terreno lo scorso anno, come i beni di consumo discrezionali, l’information technology e i servizi di comunicazione, hanno sovraperformato in misura considerevole il mercato statunitense nel suo complesso. I settori value e quelli più difensivi, come i beni di consumo di base, i servizi di pubblica utilità, la sanità, l’energia e i titoli finanziari, hanno registrato una significativa sottoperformance.

 

Aspettative sugli utili e valutazioni

Contemporaneamente, è continuata la revisione al ribasso delle aspettative sugli utili. Nel 2023, gli investitori puntano su una crescita compresa tra il 3% e il 4%. Una proiezione che sembra ragionevole se si considera l’attuale contesto economico. La crescita dovrebbe provenire principalmente da beni di consumo discrezionali, dall’industria e dalla finanza. Per altri settori, come i materiali, l’energia e l’immobiliare, il consensus prevede quest’anno un calo degli utili.

Tenendo conto della crescita degli utili e del recente rimbalzo, la valutazione del mercato azionario statunitense è leggermente aumentata al di sopra della media di lungo periodo, ma non sembra eccessivamente costosa.

La dispersione delle valutazioni tra i settori è comunque significativa. L’energia e l’immobiliare appaiono particolarmente convenienti, mentre i beni di consumo discrezionali e l’information technology sono diventati un po’ meno interessanti rispetto alla loro media di lungo periodo. I titoli finanziari sono ora ampiamente in linea con la loro media di lungo periodo.

Eq_figure3IT.png

Downgrade temporaneo per l’IT

Gli investitori in azioni hanno già contabilizzato un soft landing dell’economia statunitense, come dimostra il recente rimbalzo dei settori ciclici. Infatti, gli indicatori anticipatori puntano in tale direzione, anche se è prematuro trarre conclusioni. L’eventuale concretizzarsi di questo scenario ci spingerebbe ad aumentare ulteriormente la nostra esposizione ai settori ciclici.

Tuttavia, riteniamo che il rimbalzo del mercato azionario sia un po’ troppo spinto e giustifichi una visione più cauta nel breve termine. In questo contesto, abbiamo deciso di ridurre temporaneamente il nostro rating sull’information technology da +1 a neutrale:

  • le valutazioni sono aumentate rispetto a qualche settimana fa. Dopo il recente rimbalzo, sono previste molte buone notizie, soprattutto per quanto riguarda i semiconduttori;
  • gli investitori prevedono un significativo rimbalzo economico nella seconda metà dell’anno. Questa visione potrebbe essere troppo ottimistica;
  • la decelerazione del consumo di cloud è sottovalutata. Alcuni segnali indicano che la domanda finale potrebbe indebolirsi. Diverse aziende hanno già rivisto al ribasso i propri investimenti in conto capitale e questo inciderà sicuramente sul comparto dei semiconduttori;
  • la domanda nel settore automobilistico e in quello industriale rimane elevata e una selezione di titoli offre ancora un interessante rialzo.

Ciò giustifica una visione cauta a breve termine sul settore tecnologico, senza tuttavia abbandonare la nostra forte convinzione a lungo termine sull’automazione e la robotica.

 

Titoli azionari dei mercati emergenti: un deciso inizio d’anno

I mercati emergenti hanno iniziato l’anno con il piede giusto, spinti dall’ottimismo per la riapertura della Cina e favoriti dall’indebolimento del dollaro. Ad eccezione dell’India, tutte le principali regioni emergenti hanno partecipato al rimbalzo registrato a gennaio. I principali motori della ripresa sono stati soprattutto i mercati dell’Asia settentrionale, tra cui Taiwan, Corea del Sud e Cina, ma anche il Messico. Il perdurare di annunci politici favorevoli in Cina e la forte ripresa dei consumi durante le festività del Capodanno cinese hanno aiutato i mercati cinesi a prolungare la ripresa per la maggior parte del mese, prima di alcune prese di profitto verso fine mese. Per Taiwan e la Corea del Sud, la ripresa è stata trainata dalle aspettative di un potenziale avvicinamento ai valori minimi nel settore dei semiconduttori, anche se i risultati dei principali operatori del settore non sono stati affatto ottimistici. I mercati si sono tuttavia concentrati sulle prospettive di ripresa e sui piani di riduzione degli investimenti. La regione che ha registrato le migliori performance nel corso del mese è stata il Messico, dove l’annuncio di afflussi di nuovi investimenti ha risvegliato l’ottimismo dei mercati: il Paese dovrebbe infatti beneficiare degli sforzi di nearshoring degli Stati Uniti. L’unico mercato emergente rimasto sotto pressione è l’India, regione in cui sono continuate le prese di profitto, dopo il relativo sovraffollamento del mercato registrato l’anno scorso. Le recenti accuse di irregolarità finanziarie nei confronti di Adani Group hanno inoltre peggiorato il sentiment sull’andamento dell’azionario indiano nel mese.

Nel complesso delle materie prime, la riapertura della Cina e il ridimensionamento dei timori di recessione hanno spinto verso l’alto la maggior parte dei metalli, con il minerale di ferro (+10,4%) e il rame (+10,3%) che hanno registrato guadagni importanti. Anche i prezzi dell’oro hanno chiuso il mese in rialzo del 5,4%, grazie alle aspettative di un picco dei tassi e del dollaro, che hanno favorito il metallo prezioso.

 

Outlook e driver

Siamo ottimisti sulle prospettive dei titoli azionari EM per il 2023, con la Cina che potrebbe essere il motore principale della ripresa dei mercati emergenti.

Negli ultimi due mesi, quasi tutti i fattori contrari che avevano pesato sui rendimenti azionari cinesi si sono trasformati in venti a favore. Dopo il peso esercitato dalla politica zero-COVID sull’economia cinese per la maggior parte dell’anno scorso, la rapida riapertura della Cina ha aperto la strada a una ripresa dell’attività economica e ad un ritorno accelerato dei consumi, con i risparmi dei consumatori ai massimi storici. Sul fronte normativo, Ant Group (filiale di Alibaba), tra i primi nomi del settore tecnologico a subire sanzioni, ha recentemente ottenuto l’approvazione per un ulteriore aumento di capitale, segno che la stretta normativa degli ultimi due anni potrebbe invertirsi in futuro. Infine, anche nel segmento immobiliare la Cina potrebbe procedere verso l’allentamento delle regole sulla leva finanziaria: la famosa politica delle 3 linee rosse, che stava pesando sulla crescita del settore.

Anche al di fuori della Cina, assistiamo a sviluppi che ispirano un relativo ottimismo, con l’allentamento della pressione inflazionistica e un rallentamento inferiore a quanto temuto della domanda del mercato finale statunitense del settore tecnologico e dei semiconduttori, che potrebbe sostenere le prospettive dei mercati orientati all’esportazione, come la Corea del Sud e Taiwan. Inoltre, altri mercati emergenti, tra cui il Messico e l’India, beneficiano di tendenze favorevoli come la diversificazione delle supply chain e il nearshoring, mentre la Thailandia potrebbe essere il massimo beneficiario di una riapertura completa della Cina. Nel complesso, tutti questi fattori potrebbero determinare un maggiore differenziale di crescita dei mercati emergenti rispetto ai mercati sviluppati nel 2023, mentre le valutazioni sono ancora favorevoli.  Dal punto di vista del posizionamento del portafoglio, continuiamo a detenere un’esposizione bilanciata ai nomi della crescita sostenibile nei mercati emergenti, con benefici tematici in diversi cluster di crescita sottostanti.

 

Posizionamento in vista di una ripresa

Non modifichiamo le nostre opinioni regionali, mantenendo un sovrappeso su Cina, ASEAN e Brasile, mentre siamo neutrali sugli altri mercati. Da un punto di vista settoriale, miglioriamo la posizione sui materiali, portandola a neutrale, mentre manteniamo il sovrappeso sul settore dei beni di consumo discrezionali (vendita al dettaglio).

 

View regionali:

La Cina mantiene il sovrappeso - La rapida riapertura ha favorito la ripresa dei consumi in Cina, soprattutto in vista delle celebrazioni del Capodanno cinese, per l’anno del coniglio. Anche sul fronte normativo, il flusso di notizie è rimasto costruttivo, sia per quanto riguarda la ripresa delle nuove licenze nel gaming, sia per l’approvazione dell’aumento di capitale di Ant Group (filiale di Alibaba). Per quanto riguarda il settore immobiliare e delle infrastrutture, la debolezza continua a persistere, ma potrebbero esserci ulteriori decisioni politiche favorevoli. In termini di preferenze, siamo più equilibrati nel preferire le azioni di Hong Kong rispetto a quelle nazionali cinesi.

Sovrappeso del Brasile - Alla luce delle vendite registrate in Brasile nel quarto trimestre, le valutazioni rimangono interessanti e i fattori macro sono ampiamente favorevoli. La riapertura della Cina potrebbe fornire un po’ di supporto alle azioni brasiliane.

Sovrappeso ASEAN - La riapertura della Cina favorisce i paesi dell’ASEAN come la Thailandia (ripresa del turismo) e l’Indonesia (ripresa delle materie prime), per cui manteniamo un sovrappeso nella regione.

Neutralità del Messico - A dispetto dei venti di coda esercitati della tematica del nearshoring statunitense, manteniamo neutrale il Messico, visto il forte rally registrato dall’azionario locale nell’ultimo mese.

View per settore e per industria:

Upgrade dei materiali a neutrali - Nonostante il rallentamento della domanda globale, la riapertura della Cina potrebbe fornire una spinta incrementale alla domanda di materiali. La preferenza relativa rimane per i materiali che trovano applicazione nella transizione energetica e nell’esposizione tematica come il litio, il nichel ecc.

Eq_figure4IT.png

Eq_figure5IT.png

Eq_figure6IT.png

 

Ricerca rapida

Ottenere informazioni più velocemente con un solo clic

Ricevi approfondimenti direttamente nella tua casella di posta elettronica