una recessione all'orizzonte

Azionario Europeo: è cruciale essere selettivi

202211-EQ-IT-1.PNGNelle scorse quattro settimane i titoli azionari europei si sono ripresi. Il rimbalzo è stato trainato principalmente dai titoli value che, dall'ultimo Comitato Azionario, hanno sovraperformato gli omologhi growth. Il settore energetico è stato ancora una volta il primo della classe, seguito da finanziari e industriali. Beni di prima necessità e sanità, due settori difensivi, hanno invece chiuso in fondo alla classifica. Anche Information Technology e servizi di comunicazione hanno continuato a sottoperformare rispetto al mercato azionario europeo.

Nonostante il recente rimbalzo, le valutazioni europee restano interessanti a 11 volte gli utili attesi nei prossimi dodici mesi. Inoltre, le valutazioni al minimo del loro range storico, con un rapporto forward P/E  a 12 mesi pari a 10, sono un ulteriore motivo per puntare su questa regione.

 

Revisioni degli utili

Le revisioni  rimangono lievemente negative dopo la stagione degli utili per il terzo trimestre. Il consenso prevede ora una crescita degli utili dell'1,4% per l'indice MSCI Europe©, ampiamente in linea con l'incertezza economica che circonda la regione.

Da energia e materiali giungono i principali contributi negativi a tale crescita attesa degli utili, mentre i servizi di pubblica utilità, i beni di prima necessità e i servizi di comunicazione stanno contribuendo positivamente, così come i finanziari. Questi ultimi hanno finora sorpreso nel corso dell'anno, esibendo una buona performance e utili resilienti.

La crescita attesa degli utili è più elevata nell'eurozona che nell'Europa ex-EMU.

A prescindere dal sovrappeso o sottopeso in uno specifico settore, la parola d'ordine resta selettività, più che mai sullo sfondo di un rallentamento economico: occorre infatti essere molto disciplinati nella selezione dei titoli.

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Azionario USA: un deciso rimbalzo del mercato dopo la correzione di settembre

Dopo il forte declino di settembre, dovuto all'aggressività con la quale le banche centrali hanno cercato di frenare un'inflazione persistentemente alta, a ottobre i mercati azionari statunitensi hanno recuperato. Nonostante l'inflazione sostenuta e i crescenti tassi di interesse siano al primo posto tra le preoccupazioni degli investitori, questi ultimi hanno trovato alcuni motivi di ottimismo. Sebbene le prospettive economiche continuino a deteriorarsi, la ripresa dei mercati azionari dalla fine di settembre suggerisce che una quantità significativa di cattive notizie è già scontata. Il tutto mentre ci accingiamo a entrare in un periodo generalmente favorevole per i listini.

 

Sovraperformance dei titoli value

Il rimbalzo del mercato statunitense nelle scorse settimane è stato trainato principalmente dai titoli value, che hanno sovraperformato gli omologhi growth. Da una prospettiva settoriale, l'energia ha chiuso ancora una volta in cima alla classifica, seguita da finanziari, industriali e materiali. Anche i settori difensivi, come beni di prima necessità e sanità, hanno performato abbastanza bene durante questa fase di ripresa. Al contrario, i beni di consumo discrezionali e i servizi di comunicazione sono stati gli unici a chiudere in territorio negativo. L'Information Technology ha anch'esso sottoperformato il mercato generale. Dopo il recente rimbalzo, negli Stati Uniti il forward P/E a 12 mesi è sostanzialmente in linea con la sua media storica.

 

Una discreta stagione degli utili

Nel complesso, l'85% delle società comprese nell'indice S&P 500 ha comunicato i risultati effettivi per il terzo trimestre del 2022. Secondo Factset Market Research, il 70% ha sorpreso in positivo. Le revisioni permangono negative e le attese del consenso indicano ora una crescita degli utili di circa il 6% per quest'anno e il 2023. L'espansione attesa degli utili è sostenuta prevalentemente da finanziari, beni di consumo discrezionali, industriali e tecnologia, mentre la crescita dei profitti dei produttori di materiali ed energia dovrebbe rivelarsi negativa nel 2023.

 

Mantenimento di un approccio equilibrato

In questo frangente, siamo convinti che sia importante mantenere un approccio equilibrato. Non abbiamo apportato modifiche strategiche e abbiamo confermato il nostro +1 sulla sanità, poiché il settore rimane una scelta oculata in virtù del suo carattere difensivo: nessun impatto negativo risultante dalla guerra, scarsa dipendenza economica, tendenze demografiche e costante innovazione che lo sostengono, e valutazioni interessanti.

Abbiamo conservato anche il +1 sull'Information Technology, nonostante la sottoperformance delle ultime settimane. Continuiamo a preferire software e hardware, ma abbiamo deciso di aumentare il rating dei semiconduttori da -1 a 0. Il segmento tecnologico ha perso notevole terreno ormai scontando una recessione, mentre l'indice Philadelphia Semiconductor ha di recente iniziato a sovraperformare il Nasdaq Composite Index.

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Azionario Mercati Emergenti:  volatilità ancora presente

A ottobre l’ azionario dei mercati emergenti ha registrato un altro mese volatile. Dopo aver iniziato il periodo su una nota relativamente stabile, l’asset class ha presto subito gli effetti di un'avversione al rischio generata dall'annuncio delle restrizioni imposte alle società cinesi per l'accesso alla tecnologia dei semiconduttori USA. Ciò si è tradotto in ampie correzioni dei titoli di società tecnologiche e produttori di semiconduttori cinesi e taiwanesi, sui cui pesano i timori sulle traiettorie di crescita a più lungo termine risultanti da tali restrizioni. Per quanto riguarda le azioni cinesi, con l'avvio del 20° Congresso del Partito, gli investitori hanno cercato di individuare orientamenti politici chiave nel discorso del presidente Xi Jinping. Alla luce degli scarsi segnali di allentamento della politica "zero Covid" e della maggiore attenzione alla sicurezza nazionale, l'umore degli investitori è diventato sempre più cauto, provocando un'ulteriore correzione azionaria. Di conseguenza, nonostante la Cina abbia registrato un PIL per il terzo trimestre superiore alle attese, le azioni del paese hanno chiuso il mese in calo del 17% (rendimenti in USD). In Asia, la Corea del Sud ha sovraperformato, guadagnando l'8,5% nel mese, a seguito dell'interesse di acquisto emerso dopo le condizioni di ipervenduto del mese precedente e agli attesi benefici per le società sudcoreane della legge statunitense sulla riduzione dell'inflazione. L'India ha chiuso il mese con lievi guadagni (+2,5%), poiché gli utili aziendali hanno ampiamente sostenuto le valutazioni estese. Nell'universo emergente, a ottobre ha brillato soprattutto l'America Latina, che ha guadagnato il +9,6% grazie ai rendimenti positivi di Brasile (+8,6%) e Messico (+13,8%). In Brasile, dopo quella che è stata una delle competizioni elettorali più combattute nella storia del paese, Lula è tornato al potere. Le azioni brasiliane hanno dato prova di resilienza, sorrette dalle speranze di una ripresa dei consumi durante il governo del nuovo presidente.

 

Modifiche alla visione regionale

Nessuna modifica alla visione regionale o settoriale per questo periodo.

In un contesto caratterizzato dalla persistente forza del dollaro statunitense e da rischi di ribasso derivanti da un significativo rallentamento della domanda negli Stati Uniti e in Europa, restiamo cauti sulle prospettive per l’ azionario dei mercati emergenti. L'intensificarsi dei rischi geopolitici derivanti dalla guerra tra Russia e Ucraina, le tensioni tra Corea del Nord e Corea del Sud e i rischi di sanzioni statunitensi nei confronti della Cina alimentano ulteriormente le preoccupazioni. Per quanto riguarda la Cina, la maggiore regione di riferimento dei mercati emergenti, l'incertezza circa la tempistica di una possibile riapertura continua a pesare sulla crescita del paese e sulla ripresa della domanda dei consumatori locali.

Ma queste preoccupazioni sono forse ben riflesse nel posizionamento globale dell’ azionario dei mercati emergenti, che si attesta a uno dei livelli più bassi da molto tempo. L’ azionario dei mercati emergenti, ad esempio, rappresenta solo il 6-7% del totale azionario globale.

In termini di posizionamento strategico, manteniamo un'esposizione bilanciata e ben diversificata a titoli growth sostenibili nei mercati emergenti, in diversi comparti. Riteniamo che i fattori di crescita strutturali sottostanti per le società in portafoglio dovrebbero renderle relativamente resilienti alle tendenze avverse derivanti dai rischi di una recessione globale e geopolitici.

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