Abbiamo il cancro nel mirino?

L'oncologia sta registrando notevoli progressi da qualche decennio a questa parte. Il cancro è un nemico difficile e complesso: in realtà esistono oltre 200 tipi di questa malattia, che cambiano costantemente in risposta alle terapie utilizzate contro di essi. Oggi esiste un'ampia gamma di terapie di diversa tipologia contro il cancro, tra le quali chemioterapia, radioterapia, terapia mirata, immunoterapia, trapianti di cellule staminali del midollo osseo, terapia ormonale e chirurgia. Alcuni degli sviluppi più entusiasmanti cui assistiamo avvengono nel campo dell'oncologia di precisione.

Alcuni dei primi trattamenti, come la chemioterapia, sono utilizzati ancora oggi, pur presentando importanti effetti collaterali. Questo perché non distinguono tra cellule sane e cancerose nel nostro corpo e le uccidono entrambe.

Una migliore comprensione della biologia del cancro acquisita attraverso molti decenni di minuziosa ricerca ha permesso di sviluppare terapie mirate. È qui che troviamo alcuni degli sviluppi più interessanti di oggi in oncologia e le aziende che lavorano su questi nuovi trattamenti contro il cancro. Queste terapie mirate utilizzano le informazioni precise sul cancro per attaccare solo le cellule tumorali risparmiando quelle sane, aumentando così il tasso di successo e riducendo gli effetti collaterali.

Nel corso degli anni sono stati sviluppati diversi tipi di terapie mirate, la maggior parte delle quali mira a bloccare l'attività delle proteine che aiutano il cancro a prosperare. Il corpo umano sviluppa circa 20.000 proteine e circa 6001 di queste sono funzionalmente importanti per vari tipi di tumori. Poiché il cancro non può funzionare senza quelle proteine, bloccarle o rimuoverle completamente è una buona strategia per combattere la malattia.

Terapie avanzate con anticorpi: il sistema immunitario viene guidato per attaccare le cellule cancerose

È possibile mirare selettivamente alle cellule cancerose con anticorpi, sfruttando le sottili differenze tra le cellule malate e quelle sane. Esistono trattamenti contro il cancro che utilizzano anticorpi appositamente progettati per legarsi solo alle proteine presenti sulla superficie delle cellule cancerose piuttosto che di qualsiasi altra cellula del nostro corpo. Come nel caso degli anticorpi ordinari, una volta trovato il suo bersaglio (una proteina cancerosa corrispondente), disabilita la sua attività e segnala al sistema immunitario di attaccare l'intruso.

Le terapie anticorpali rappresentano la classe di farmaci in maggiore crescita sul mercato. Anche dopo 35 anni dall'approvazione del primo trattamento anticorpale, sono oggetto di un'intensa ricerca per migliorarne l'utilizzo e l'efficacia.

Gli sviluppi più significativi in questo campo negli ultimi anni hanno riguardato i cosiddetti anticorpi bispecifici e coniugati di farmaci anticorpali. Gli anticorpi bispecifici possono legarsi non a uno ma a due diversi tipi di cellule, ad esempio una cellula cancerosa da un lato e la cellula T difensiva che può distruggere la cellula cancerosa dall'altro.

I coniugati di farmaci anticorpali combinano la selettività di un anticorpo e l'elevata tossicità di un farmaco a cui sono fusi. In questo modo il trattamento viene somministrato alle cellule cancerose piuttosto che alle cellule sane, il che riduce gli effetti collaterali.

Esistono centinaia di tipi di cancri diversi e ognuno di questi ha molti tipi diversi di proteine sulla superficie delle cellule che possono mutare molto velocemente per sfuggire alle terapie attuali. Tuttavia, con più di 200 trattamenti anticorpali bispecifici in fase di sviluppo, le nostre possibilità non sono senza speranza in questa lotta. Esempi recenti includono l'anticorpo bispecifico di Genmab attualmente in fase avanzata di sperimentazione clinica per il linfoma; il farmaco bispecifico recentemente approvato da Johnson & Johnson che affronta due fattori distinti di cancro del polmone o il coniugato di farmaco anticorpale sviluppato da Daiichi Sankyo in collaborazione con AstraZeneca, approvato per uno dei tipi di cancro al seno.

Degradazione delle proteine: uccisione delle cellule cancerose dall'interno

I nostri corpi creano ed eliminano costantemente un numero enorme di proteine. Le proteine che compongono il nostro corpo non rimangono lì per sempre, ma vengono costantemente riciclate una volta raggiunta la fine della loro vita. Durante questo processo le proteine vengono prima contrassegnate per la distruzione con un marcatore chiamato ubiquitina e quindi degradate all'interno di una sorta di struttura a pattumiera chiamata proteasoma. Questo processo è detto degradazione delle proteine.

Gli scienziati hanno creato un nuovo tipo di trattamento basato sulla degradazione delle proteine. Utilizza il processo ubiquitina-proteasoma del nostro corpo per rimuovere le proteine che sono essenziali per il corretto funzionamento delle cellule cancerose.

Diversi tipi di degradatori proteici sono attualmente oggetto di studi clinici per verificare se possono essere usati per trattare il cancro al seno e alla prostata, così come il linfoma. Vi sono anche studi in fase iniziale per sviluppare meccanismi di degradazione proteica per il melanoma, il cancro del polmone, del colon-retto e del pancreas. Recentemente questa nuova classe di farmaci ha suscitato un enorme interesse attraendo sia le grandi aziende farmaceutiche, sia attori più piccoli del mercato.

I leader in questo campo sono diverse aziende piccole e relativamente giovani che si concentrano esclusivamente su questo campo, come Arvinas, Nurix e C4 Therapeutics. Stanno lavorando per sviluppare degradatori per molti tipi diversi di cancro. Alcuni di questi tumori venivano precedentemente ritenuti incurabili, mentre altri vengono attualmente combattuti con varie terapie pur in presenza di problemi, quali la resistenza ai farmaci, le mutazioni all'interno delle cellule cancerose e la progressione della malattia. I degradatori proteici potrebbero potenzialmente superare tutti questi limiti: l'obiettivo è sviluppare trattamenti antitumorali in grado di degradare le proteine che normalmente sono fuori dalla portata di altri farmaci.

Cosa c'è all'orizzonte?

Con la conoscenza scientifica sempre più consapevole di come funzionano le cellule cancerose, vi sono molti nuovi potenziali trattamenti che potrebbero migliorare gli attuali standard di cura nel prossimo futuro. Il numero di studi clinici avviati in oncologia è quasi raddoppiato negli ultimi dieci anni, raggiungendo un livello storico di 1.600 studi iniziati nel 2020. I progressi negli studi clinici portano all'approvazione di decine di nuovi trattamenti unici ogni anno. Tra i vari esempi, vi sono gli inibitori enzimatici altamente mirati, le immunoterapie anticorpali e le terapie cellulari, nelle quali le cellule immunitarie del paziente vengono raccolte, modificate in laboratorio e restituite al corpo del paziente per combattere le cellule cancerose. Nuove classi di terapie come i degradatori di proteine emergono regolarmente, aggiungendosi agli strumenti forniti dai trattamenti già approvati.

Il nostro team si avvale di una perizia altamente specialistica e compie un'analisi approfondita per seguire da vicino un'ampia gamma di sviluppi di farmaci oncologici in corso e per mirare alle aziende che dovrebbero beneficiare dei potenziali successi in questo campo.

Candriam sostiene il PrecISion Medecine Institute in oncology (PRISM), che è un consorzio che comprende l'Istituto Gustave-Roussy, la scuola di ingegneria Central Supelec, l'Università Paris Saclay e l'INSERM. I suoi sforzi si concentrano sull'analisi molecolare per rilevare con precisione il meccanismo molecolare che fa progredire il cancro in ogni paziente che rischia di morire di cancro. Questa procedura è nota come modellizzazione del cancro e, in caso di successo, può salvare circa 200.000 vite all'anno a lungo termine. Guarda l'intervista al Professor Fabrice André – Direttore della Ricerca al Gustave Roussy Cancer Center – oncologo specializzato in cancro al seno e Professore di Medicina all'Università Paris Saclay.

 


1 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34131295/

  • Malgorzata Kluba, PhD
    Senior Biotechnology Analyst
Funds

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