L’elezione di Donald Trump come 47º presidente degli Stati Uniti ha suscitato preoccupazioni sugli impatti che potrebbe avere su temi chiave della sostenibilità, in particolare sull’azione climatica. D. Trump ha annunciato i suoi obiettivi in modo chiaro: l'abrogazione dell'Inflation Reduction Act, l'espansione della produzione nazionale di carburante, secondo il motto "drill, baby, drill", e una ripetizione del ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi, come già avvenuto nel 2020. Sebbene i mercati abbiano ragione a ritenere che queste misure possano rallentare lo slancio climatico, un’analisi dettagliata sulla loro attuale fattibilità rivela una prospettiva più complessa. Trump riuscirà davvero a concretizzare le sue dichiarazioni anti-sostenibilità?
The Talk: Una chiara battuta d’arresto per l’azione climatica negli Stati Uniti
Innanzitutto, l'Inflation Reduction Act: Sebbene Trump abbia promesso l’abrogazione fin dal primo giorno (l’ha definita una “truffa del Green Deal”), un’abolizione totale è molto improbabile. Trump potrebbe ricorrere ad azioni esecutive per ostacolare le leggi climatiche: inasprire i criteri per accedere ai crediti d'imposta, ridurre gli incentivi fiscali per veicoli elettrici, impianti solari residenziali o eolico offshore, o congelare sovvenzioni e prestiti per progetti di energia verde. Questo scenario risulta particolarmente probabile poiché l'amministrazione Trump potrebbe cercare tagli di bilancio facili. Tuttavia, centinaia di miliardi di dollari sono già stati investiti in progetti di energia pulita e nella capacità produttiva di tecnologie pulite (solare, stoccaggio, ma anche semiconduttori) e molti progetti sono ancora in corso, con significativi vantaggi economici e posti di lavoro in gioco. Inoltre, molti progetti dell'IRA hanno sede negli stati con governo repubblicano e si sono rivelati utili e popolari, stimolando la creazione di posti di lavoro e generando una crescita economica positiva. In particolare, il Texas ora rappresenta un terzo della capacità eolica terrestre degli Stati Uniti e ha aumentato notevolmente la capacità solare. Al massimo, l'impatto di un'abrogazione dovrebbe limitarsi ai fondi non ancora spesi.
In secondo luogo, l'espansione della produzione nazionale di carburante: il “Drill, baby, drill” di Trump avrà probabilmente un impatto moderato, poiché la produzione di petrolio dipende maggiormente dalla domanda globale e dal prezzo piuttosto che dalla volontà del Presidente.
Terzo, tecnologia pulita: I settori dell'energia pulita e delle energie rinnovabili probabilmente soffriranno delle incertezze sugli incentivi fiscali e sui potenziali cambiamenti nelle politiche monetarie e commerciali degli Stati Uniti. Ma è più probabile che l'effetto sia un ritardo nella transizione piuttosto che un'inversione a U. Nonostante alcune aziende abbiano già annunciato piani di investimento ridotti, ci aspettiamo che la capacità delle energie rinnovabili continui a crescere, sostenuta da una forte domanda aggiuntiva di energia, dal miglioramento dei costi e delle tecnologie, nonché dalle condizioni favorevoli per l'energia eolica e solare in alcuni stati. Inoltre, i produttori statunitensi di energia verde potrebbero trarre beneficio dai dazi sulle importazioni cinesi, un altro progetto dell'amministrazione Trump. Anche l'energia nucleare dovrebbe continuare a beneficiare del sostegno bipartisan.
The Walk: La decarbonizzazione dipenderà principalmente dall’economia e dalla geopolitica
Il probabile ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi è chiaramente una cattiva notizia per l'azione climatica, data l'importanza degli Stati Uniti sia in termini di emissioni che di potere finanziario. Per il momento, il resto della comunità globale rimane concentrato sulla decarbonizzazione e sulla transizione verso le energie rinnovabili, compresa la Cina, che attualmente è il motore principale della transizione energetica mondiale. La rinuncia degli Stati Uniti al proprio impegno in materia di clima potrebbe fornire giustificazioni ad altri Paesi per rallentare il proprio impegno in materia di clima. Tuttavia, è difficile prevedere l'impatto sul ritmo della transizione, poiché l'impiego di fonti energetiche rinnovabili è stato sempre più guidato da fattori economici e sostenuto da considerazioni geopolitiche e commerciali. Ciò che è chiaro è che la presidenza Trump accentuerà ulteriormente la regionalizzazione delle filiere di fornitura delle tecnologie pulite.
Come accennato in precedenza, riteniamo che l'abrogazione degli obiettivi climatici stabiliti dal presidente Biden non sarà sufficiente a frenare la decarbonizzazione dell'economia statunitense, trainata principalmente da settori come quello energetico. Questa tendenza è forte ed è sopravvissuta al primo mandato di Trump, grazie a condizioni economiche favorevoli (gas a basso costo che sostituisce il carbone e miglioramento delle condizioni economiche per le energie rinnovabili). Durante il primo mandato presidenziale di D. Trump (2016-2020), gli impianti solari sono cresciuti del 32% e quelli eolici del 69%, mentre la vendita di veicoli elettrici è raddoppiata tra il 2017 e il 2021. Il passaggio a fonti energetiche più pulite è ben lungi dall'essere una tendenza politica o ideologica; è un movimento inarrestabile, guidato principalmente da fattori economici e tecnologici.
Dal punto di vista legale: deregolamentazione e frammentazione ESG come rischi principali
Il probabile ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi è chiaramente una cattiva notizia per l'azione climatica, dato il loro livello di emissioni ed il loro potere finanziario. Per il momento, gran parte del resto della comunità globale rimane concentrato sulla decarbonizzazione e sulla transizione verso le energie rinnovabili, compresa la Cina, che attualmente è il motore principale della transizione energetica mondiale. La rinuncia degli Stati Uniti al proprio impegno in materia di clima potrebbe fornire giustificazioni ad altri Paesi per rallentare il proprio impegno in materia di clima. Tuttavia, è difficile prevedere l'impatto sul ritmo della transizione, poiché l'impiego di fonti energetiche rinnovabili è stato sempre più guidato da fattori economici e sostenuto da considerazioni geopolitiche e commerciali. Ciò che è chiaro è che la presidenza Trump accentuerà ulteriormente la regionalizzazione delle filiere di fornitura delle tecnologie pulite.
Come accennato in precedenza, riteniamo che l'abrogazione degli obiettivi climatici stabiliti dal presidente Biden non fermerà la decarbonizzazione dell'economia statunitense, trainata principalmente da settori come quello energetico. Questa tendenza è forte ed è sopravvissuta al primo mandato di Trump, grazie a condizioni economiche favorevoli (gas a basso costo che sostituisce il carbone e aumento della profittabilità delle energie rinnovabili). Durante il primo mandato presidenziale di D. Trump (2016-2020), gli impianti solari sono cresciuti del 32% e quelli eolici del 69%, mentre la vendita di veicoli elettrici è raddoppiata tra il 2017 e il 2021. Quando la politica o l'ideologia non supportano le fonti di energia più pulite, sono l'economia e la tecnologia a farlo.
Rischi di deregolamentazione e frammentazione ESG
Durante il suo primo mandato, Trump ha indebolito il potere e l'indipendenza delle principali agenzie federali per la protezione ambientale, come l'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti.
Centinaia di leggi federali relative alla tutela ambientale sono state abrogate. Ci aspettiamo che questa volta accada lo stesso, con normative a livello statale prevalenti in tutto il Paese. Ciò potrebbe abbassare o eliminare gli standard sulle emissioni e sull'inquinamento in vari settori, avvantaggiando i produttori di petrolio e gas, in particolare quelli più piccoli.
La debole spinta federale e la libertà completa concessa agli stati potrebbero alimentare una frammentazione significativa in materia di ESG. La divulgazione dei dati ESG e l'integrazione dei rischi ESG potrebbero essere obbligatorie in stati come la California, mentre potrebbero essere vietate in alcuni stati repubblicani. Ciò probabilmente creerà una situazione molto difficile da gestire per le aziende e gli investitori, aumentando il rischio di una moltiplicazione di azioni legali relative a questioni ESG e incoraggiando ulteriormente il “greenhushing”, ovvero la tendenza delle aziende a nascondere i propri piani e risultati ESG.
Sebbene questi segnali non siano positivi per gli investitori ESG e le aziende orientate alla sostenibilità, non cambieranno lo stato delle cose per quanto riguarda la materialità dei rischi ESG per aziende e investitori. Il cambiamento climatico rimarrà una questione fondamentale, sia in termini di transizione che di impatti fisici. Guardando all'aspetto sociale ("S"), la capacità di attrarre e trattenere i talenti continuerà a essere una sfida fondamentale per le aziende, indipendentemente dal fatto che le condizioni di lavoro siano codificate o meno.. Potrebbe diventare più difficile distinguere tra parole e azioni e saranno essenziali ricerche fondamentali più approfondite per distinguere i tweet dalla realtà.
Anche sul piano sociale è necessario considerare i rischi
Per quanto riguarda i diritti umani, Trump ha dichiarato la sua intenzione di costruire campi di detenzione, attuare deportazioni di massa su larga scala e assumere migliaia di agenti di frontiera, incanalando la spesa militare verso la sicurezza delle frontiere. Trump ha anche intenzione di ripristinare “Remain in Mexico” (Protocollo per la protezione dei migranti), una politica sull’immigrazione implementata durante il suo primo mandato che obbligava i richiedenti asilo ad attendere in Messico mentre i loro casi venivano elaborati. D. Trump potrebbe anche ripristinare la sua controversa politica di separazione delle famiglie, che ha affidato circa 5.000 bambini alla custodia dell'Office of Refugee Resettlement e li ha inviati in rifugi e case famiglia in tutto il paese, mentre i loro genitori venivano perseguiti penalmente per aver attraversato illegalmente il confine. Rimangono dubbi su come intenda finanziare questi piani. Inoltre, potrebbe incontrare difficoltà nel reclutare un numero sufficiente di nuovi agenti di frontiera.
Nel campo dell'istruzione, Trump considera le iniziative di prestito agli studenti di J. Biden uno spreco di denaro dei contribuenti e ha in passato sostenuto la sostituzione delle organizzazioni di accreditamento che supervisionano college e università. Ha proposto l’imposizione di nuovi standard, l'eliminazione degli sforzi e del personale dedicati alla diversità, all’ equità ed all’ inclusione. Ha promesso di chiudere il Dipartimento federale dell'Istruzione, che fornisce miliardi di dollari per l'istruzione superiore agli studenti a basso reddito. Il Dipartimento dell'Istruzione gestisce circa 1500 miliardi di dollari di debiti derivanti da prestiti agli studenti per oltre 40 milioni di debitori. Sebbene qualsiasi smantellamento significativo richiederebbe l’approvazione del Congresso, Trump potrebbe cercare di imporre drastici tagli ai finanziamenti e trasferire alcune delle responsabilità principali del Dipartimento ad altre agenzie.
Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, è probabile che le priorità generali includano obiettivi generali di salute pubblica e di miglioramento dei risultati, riducendo però l’attenzione a riforme significative dei programmi di sicurezza sociale e potenzialmente riducendo la tradizionale spinta del paese verso l'innovazione. Le aziende farmaceutiche e i gestori dei benefici farmaceutici continueranno a subire pressioni per abbassare i prezzi e migliorare la trasparenza dei costi, con un crescente focus sulla value-based care (assistenza basata sui risultati) rispetto al tradizionale sistema a pagamento per servizio. La nomina di R.F. Kennedy Jr. alla guida del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, lo scetticismo verso l'industria farmaceutica da parte della nuova amministrazione e un'attenzione al contenimento dei costi potrebbero limitare le risorse per la FDA e rallentare l'approvazione di nuovi farmaci, con un'attenzione maggiore alla sicurezza. (Se le tariffe di applicazione venissero abolite, la FDA si troverebbe anche gravemente sottofinanziata.) Tra l’altro, nonostante l’attenzione di R.F.K. Jr. sugli alimenti sani, i GLP-1[1] potrebbero ancora svolgere un ruolo importante nel contribuire a creare “risultati sanitari significativi entro due anni”, come promesso da D. Trump.
La nostra analisi è che il secondo mandato di D. Trump come Presidente potrebbe portare a una diminuzione dei diritti umani, in particolare per quanto riguarda la potenziale deportazione degli immigrati, l’accesso all’assistenza sanitaria e, in generale, le politiche che penalizzerebbero le famiglie a basso reddito. Il suo programma di tagli alla spesa per l’istruzione, avrebbe ripercussioni sugli studenti a basso reddito e con bisogni speciali, generando maggiori disuguaglianze.
Rimanere fermi in un mondo di dubbi
In conclusione, sebbene una presidenza Trump 2.0 presenti delle sfide per la comunità sostenibile, è probabile che le tendenze di fondo verso la decarbonizzazione e l'energia pulita persistano, guidate da fattori che trascendono la politica. Tuttavia, permangono preoccupazioni circa la deregolamentazione frammentata e i rischi sociali.
In questo panorama complesso e instabile, i sostenitori della sostenibilità devono rimanere informati, adattabili e determinati a raggiungere i propri obiettivi. Dovrebbero prepararsi ad affrontare potenziali sfide e incertezze, continuando nel contempo a impegnarsi per il progresso e a compiere passi avanti verso un futuro più equo, anche di fronte a venti politici contrari.
[1] Gli agonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone, spesso indicati semplicemente come GLP-1, sono una classe di farmaci utilizzati principalmente per il trattamento del diabete di tipo 2. Alcune formulazioni sono approvate anche per il trattamento del sovrappeso e dell'obesità. Esempi di nomi sono Ozempic e Wegovy.